"V-Lab" è l'iniziativa sviluppata dalla cooperativa trapanese "Colomba Bianca" volta a studiare il passato per migliorare la qualità dei vini
Uno strumento di lavoro per verificare e tenere sotto controllo una variabile indipendente ma fondamentale per produrre vino: il clima. Un osservatorio regionale sul clima che la cooperativa trapanese “Colomba Bianca” – con sede a Mazara del Vallo e 2.480 soci – ha scelto di chiamare “V-Lab”.
Un report degli ultimi dieci anni messo a disposizione delle Cantine dell’Isola, con l’obiettivo di sfruttarne i dati per poter lavorare in rete e per migliorare la qualità dei vini che sono chiamati ad affrontare la concorrenza internazionale.
La capacità di prevedere e soprattutto di governare la variabilità del fattore clima è un elemento di svolta perché consente di equilibrare le tecniche agronomiche finalizzate alla stabilità qualitativa e produttiva. I vertici della cooperativa – il presidente Dino Taschetta ed il vicepresidente Filippo Paladino – hanno voluto sottolineare “l’importanza e l’utilità di un progetto tecnico che ha tantissime ripercussioni sugli aspetti pratici legati all’attività produttiva”, aggiugendo inoltre che l’osservatorio “può davvero indirizzare il futuro del comparto”.
Dieci anni di produzione del vino
Il presidente ed il suo vice sono entrati nel dettaglio: “In questi dieci anni c’è stata un’ampia forbice legata alla qualità ed alla quantità della produzione. Basta pensare al Nero D’Avola, che ha registrato un range variabile da 64 a 140 quintali di raccolto per ogni ettaro. Le osservazioni sul campo consentono di mappare tantissimi aspetti utili per innalzare ulteriormente il profilo delle nostre uve e di potenziare gli obiettivi enologici delle nostre aziende”.
Da qui l’obiettivo strategico della cooperativa: “Consegniamo questo patrimonio a tutti coloro che operano in Sicilia, per fare tesoro del lavoro svolto in questi anni, capitalizzando le informazioni utili e lavorando in un’unica direzione: fare della Sicilia una terra di tradizioni legata ai suoi prodotti”.
Eventi atmosferici inediti determinano nuove sfide
L’osservatorio ha già definito alcuni punti fermi che sono stati messi nero su bianco: “Gli ultimi dieci anni di osservazioni hanno fatto registrare eventi atmosferici inediti, che hanno determinato nuove sfide per tutti gli attori della filiera. Aggregare i dati, avere un quadro macro e ciclico dell’andamento atmosferico e sulle ripercussioni produttive, prevedendo le alterazioni e le anomalie che si presenteranno nei prossimi anni col cambiamento climatico in atto, è l’obiettivo principale da seguire”.
Perché “lo stress idrico riduce il peso delle uve, condiziona il ritmo delle maturazioni, il grado zuccherino, le patologie fungine e le infezioni peronosporiche, caratterizzando fortemente le performance del vigneto”.
Incognite legate all’andamento meteorologico
L’osservatorio non intende lasciare nulla al caso: “All’inizio di ogni stagione colturale le incognite legate all’andamento meteorologico impattano fortemente sulle scelte dell’agricoltore: il ruolo delle piogge, soprattutto in Sicilia, rimane centrale nelle strategie di sviluppo del settore”.
Insieme Istituzioni, imprenditori, agricoltori
Il progetto di “Colomba Bianca” è stato pensato e costruito per mettere in rete istituzioni, imprenditori, agricoltori, enologi ed esperti del settore. Missione già compiuta perché l’osservatorio, presentato alla fine dello scorso mese di maggio, ha trovato l’attenzione dell’Assessore regionale alle Politiche Agricole Toni Scilla e del Presidente del Consorzio Sicilia DOC Antonio Rallo, oltre all’interesse di diversi amministratori locali e di tante Cantine che operano nel territorio trapanese.
La cooperativa ha definito il suo progetto con il supporto delle stazioni meteorologiche del SIAS (Servizio Informativo Metereologico Siciliano) che fa capo all’Assessorato regionale alle Politiche Agricole ed ha anche utilizzato gli indicatori internazionali sulla siccità.
Con il monitoraggio decennale definito dall’osservatorio, “Colomba Bianca” ha dato vita alla collana di libri “Le Uve raccontano” ed è così riuscita a tracciare “tutte le fasi fenologiche della vite, influenzate da molteplici fattori: latitudine, temperatura, tipologia del terreno, esposizione, epoca di potatura e varietà”.
Con un dato su tutti rilevato dal suo responsabile dello staff tecnico viticolo Antonio Pulizzi: “L’inverno freddo del 2022 ha rallentato l’inizio del germogliamento di tutte le varietà rispetto alla media delle annate 2012-2021, in particolare quello del Grillo, che ha fatto registrare un ritardo in grado di condizionare tutte le fasi successive legate alla vendemmia”.