Amap tra poche certezze e un futuro di incognite - QdS

Amap tra poche certezze e un futuro di incognite

Gaspare Ingargiola

Amap tra poche certezze e un futuro di incognite

giovedì 15 Giugno 2023

Il pagamento degli stipendi ai lavoratori ha tranquillizzato un po’ gli animi dopo il sequestro da 20 milioni disposto ai danni dell’azienda. Ma le prospettive a lungo termine sono tutte da decifrare

PALERMO – Sono stati pagati gli stipendi dei settecento dipendenti dell’Amap, bloccati dopo il sequestro dei beni e dei conti correnti dell’azienda, per un totale di 20 milioni, disposto dalla Magistratura nell’ambito di un’indagine sui Fondi europei.

Il provvedimento di sequestro è stato emesso dal Gip del capoluogo siciliano su richiesta della Procura europea Eppo (European public prosecutor’s office) e ha di fatto paralizzato tutte le attività del gestore del servizio idrico della provincia. Stando all’ultimo budget pubblicato sul sito istituzionale (2020), il personale costa poco più di 46 milioni l’anno, di cui 30,4 per gli stipendi e i salari, 11,2 per gli oneri sociali, 2,2 di Tfr e 2,3 sotto la voce “altri costi”.

Alla notizia del sequestro i sindacati hanno fatto scattare lo stato di agitazione, interrotto soltanto dopo l’erogazione delle somme necessarie per stipendi e forniture. “Anche i crediti esigibili – hanno fatto sapere in una nota congiunta Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil – che l’Amap vanta dal Comune per circa tre milioni di euro, per il servizio di pulizia delle caditoie, saranno usati per pagare gli stipendi e le forniture. E ora che i conti correnti sono stati sbloccati, Amap introiterà normalmente i corrispettivi delle bollette (la liquidità media giornaliera dei canoni dell’acqua è di circa 400 mila euro al giorno). In pratica l’erogazione di emolumenti e forniture potrà essere garantita anche per i prossimi mesi”.

Nei mesi scorsi l’azienda era già stata colpita da una serie di rinvii a giudizio per presunte irregolarità nella gestione dei depuratori. L’unica buona notizia di un periodo travagliato è arrivata a fine maggio, quando i giudici della III Sezione del Tar di Palermo hanno sbloccato un appalto da 35 milioni per i servizi di conduzione, sorveglianza, controllo e lavori di manutenzione straordinaria degli impianti di depurazione dei reflui urbani.

Passata la bufera, non sono spariti i timori sul futuro dell’azienda di via Volturno. Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil hanno incontrato il presidente del Consiglio comunale Giulio Tantillo e i capigruppo di maggioranza e opposizione per un confronto sulla gestione ordinaria dell’Amap e soprattutto dei fondi, inclusi quelli del Pnrr, per la realizzazione delle opere e degli obiettivi previsti dal piano industriale. “Abbiamo evidenziato – hanno detto Calogero Guzzetta e Nino Musso della Filctem Cgil, Andrea Perrone e Ignazio Abramo della Femca Cisl e Maurizio Terrani e Mauro La Mantia della Uiltec Uil – come un eventuale blocco degli investimenti potrebbe determinare una spirale involutiva, che abbasserebbe irrimediabilmente la qualità del servizio ai cittadini dei 52 Comuni interessati. A titolo esemplificativo, verrebbero meno i lavori di efficientemente della rete idrica, l’adeguamento del potabilizzatore Jato e la realizzazione del potabilizzatore Presidiana, così come il potenziamento del depuratore di Acqua dei Corsari. Per questo chiediamo che la politica, a tutti i livelli, si assuma la responsabilità di creare una condizione di sicurezza per la salvaguardia dell’azienda, dei lavoratori e dei servizi essenziali che l’Amap eroga”.

Dopo l’udienza del Tribunale del Riesame, la Capigruppo convocherà nuovamente i sindacati “nell’ambito di un Consiglio comunale aperto, nonché la successiva costituzione di un tavolo permanente formato da capigruppo, azienda e sindacati, per monitorare la situazione e individuare soluzioni a breve, medio e lungo termine”.

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