Palermo, corteo del 23 maggio, botta e risposta sugli scontri - QdS

Palermo, corteo del 23 maggio, botta e risposta sugli scontri

redazione

Palermo, corteo del 23 maggio, botta e risposta sugli scontri

giovedì 25 Maggio 2023

La Questura di Palermo ha diffuso un resoconto di quanto accaduto sottolineando le responsabilità dei manifestanti. La replica della Cgil: ricostruita soltanto “parzialmente e forzatamente” la vicenda

PALERMO – Le celebrazioni per il 31° anniversario della strage di Capaci, avvenute nella giornata di martedì, sono state macchiate dagli scontri che si sono verificati, in via Notarbartolo, tra manifestanti e Polizia. Una vicenda che ha colpito negativamente l’opinione pubblica e su cui adesso si sta cercando di fare chiarezza.

La ricostruzione della Questura di Palermo

Nella giornata di ieri, proprio per far luce su quanto accaduto, la Questura ha pubblicato una nota spiegando che “fra le diverse iniziative promosse si è registrata anche la presentazione di un preavviso per un corteo, promosso da svariate sigle, che ha registrato la presenza al proprio interno di gruppi riconducibili a frange antagoniste che, partendo dalla Facoltà di Giurisprudenza in via Maqueda, sarebbe dovuto arrivare nei pressi dell’Albero Falcone. Considerata la potenziale interferenza che si sarebbe potuta ingenerare dalla concomitanza nel medesimo luogo delle iniziative promosse dalla Fondazione Falcone e il citato corteo, in sede di Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza pubblica si è ritenuto inopportuno far giungere il corteo nei pressi dell’Albero Falcone”.

“La ragione di tale valutazione in termini di inopportunità – hanno aggiunto dalla Questura – risiede nell’esigenza di assicurare il diritto costituzionalmente garantito della libertà di manifestazione del pensiero a entrambe le parti attraverso un bilanciamento delle contrapposte esigenze considerati i luoghi, il numero di persone partecipanti alle due iniziative, la presenza di diversi striscioni dal contenuto ingiurioso, nonché la presenza di veicoli dotati di strumenti di amplificazione sonora tra cui un mezzo furgonato. La predisposizione dei servizi di Ordine e Sicurezza pubblica ha visto un impegno delle Forze dell’Ordine con uomini e mezzi in diversi punti della città, finalizzati a garantire il fluido svolgimento delle diverse iniziative intraprese, la libertà di manifestazione del pensiero ed anche il diritto al ricordo, alla memoria dei caduti che in questa giornata si commemorano”.

Dalla Polizia hanno pertanto aggiunto che “per questi motivi è stato individuato come punto di arrivo del corteo piazza Alberico Gentili, a meno di 500 metri dal luogo inizialmente pensato dai promotori, scelta notificata agli stessi attraverso le prescrizioni del Questore di Palermo, frutto delle ponderazioni e valutazioni maturate in sede di Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza pubblica. Una volta giunto in questo punto il corteo, cui hanno preso parte circa mille manifestanti, si sono intessute una serie di interlocuzioni tra i promotori e le Forze di Polizia che presidiavano il luogo al fine di non consentire il prosieguo del gruppo lungo via Notarbartolo fino all’Albero Falcone, considerata la presenza dei mezzi amplificati che avrebbero gravemente interferito con le iniziative della Fondazione Falcone nonché una gigantografia issata sul mezzo furgonato il cui contenuto palesava il chiaro fine di dileggio del corteo nei riguardi dell’altra iniziativa”.

“È stato proprio durante questo dialogo – hanno aggiunto dalla Questura – in cui si prospettava un ulteriore avvicinamento all’Albero Falcone qualora fossero stati spenti gli strumenti di amplificazione che avrebbero turbato la cerimonia promossa dalla Fondazione Falcone, che un gruppo di circa cento manifestanti ha forzato il presidio di Polizia, causando il ferimento di un funzionario della Polizia di Stato e altri due poliziotti che hanno riportato prognosi che vanno dai 10 ai 15 giorni. Successivamente il corteo è avanzato senza creare turbative e con gli strumenti di amplificazione spenti, grazie all’impegno massimamente profuso dalle Forze dell’Ordine”.

Questa la ricostruzione della Questura, che ha aggiunto come sia in ogni caso in corso “l’analisi delle immagini che hanno ripreso le scene al fine di ricostruire puntualmente i fatti, delineare i profili di responsabilità penalmente rilevanti e individuare i responsabili dei disordini che hanno portato al ferimento di tre poliziotti, proprio nel giorno in cui tutto il Paese fa memoria e ricordo di tre poliziotti caduti per fare il loro dovere”.

Alla nota della Polizia ha replicato, sempre nella giornata di ieri, i rappresentanti della Cgil, con in testa il segretario generale di Palermo Mario Ridulfo e il responsabile dipartimento Legalità Rosario Rappa, che hanno voluto dire la loro per “puntualizzare i fatti, ribattendo al comunicato della Questura di Palermo che ricostruisce parzialmente e forzatamente la vicenda”.

“Tramite Pec inviata il 5 aprile – hanno scritto Ridulfo e Rappa – abbiamo comunicato le modalità dell’iniziativa e il percorso che ha subito sollecitazioni continue con disposizioni prima verbali, cambiate all’ultimo minuto, fino all’ordinanza delle 14 del 23 maggio. In prima istanza, l’arrivo del corteo in via Notarbartolo era stato limitato all’altezza di via Leopardi, ovvero dell’area transennata. Successivamente veniva limitato l’ingresso del corteo in via Notarbartolo, solo all’altezza di via Petrarca. Quindi veniva impedito l’accesso del corteo in via Notarbartolo. Abbiamo concordato, lungo il percorso e durante la manifestazione, con i funzionari della Questura di Palermo, di giungere a un accordo rispetto alle richieste delle Forze dell’ordine, ovvero di interrompere il corteo, all’incrocio tra via Libertà e via Notarbartolo, di spegnere l’amplificazione e anche di posizionare il furgone che trasportava la riproduzione di un’opera satirica in coda al corteo. L’accordo prevedeva comunque di dare la possibilità ai manifestanti di proseguire e defluire liberamente lungo via Notarbartolo, senza prevedere uno sbarramento di Polizia”.

“Evidentemente – hanno aggiunto dalla Cgil Palermo – gli accordi presi con i rappresentati della Questura sono stati bypassati da decisioni che hanno scavalcato anche i funzionari presenti. Prova ne è quella di avere trovato all’incrocio con via Notarbartolo, in tenuta antisommossa, uno schieramento di Forze dell’ordine, che ha provocato un ‘tappo’ e una frizione inutile, in quanto era impossibile impedire al corteo di sciogliersi senza consentire il deflusso verso via Notarbartolo. Tra l’altro il corteo, ignaro dello sbarramento, spingeva le persone presenti nelle prime file, che a quel punto premevano sul cordone di polizia”.

Nella ricostruzione del sindacato, anche gli attimi più concitati, quando via Notarbartolo è stata sbarrata dai furgoni blindati di Polizia e Carabinieri: “Il successivo riposizionarsi delle Forze dell’ordine con i blindati di traverso, non ha prodotto altro che una drammatizzazione della situazione, di cui certamente potevano approfittare elementi estranei. Ai pacifici manifestanti va la nostra piena solidarietà, così come anche ai lavoratori delle Forze dell’ordine rimasti feriti nella calca, sia per essere stati coinvolti, sia per essere stati inutilmente utilizzati”.

“La situazione determinatasi di fatto – hanno concluso i rappresentanti della Cgil – è il prodotto di una cattiva gestione dell’ordine pubblico di cui il questore è certamente responsabile ma anche ‘vittima’ per le evidenti interferenze che sono state determinate da altri livelli istituzionali. Nello stigmatizzare quanto successo, confermiamo il nostro impegno quotidiano per affermare che lotta alla mafia e lotta per i diritti camminano assieme”.

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