Le attività, che proseguiranno fino alla pausa natalizia, sono finanziate con i fondi del Pac Infanzia. Orlando: “Si riparte in sicurezza e nel pieno rispetto delle regole per il contenimento del Virus”
PALERMO – Ripartono a Palermo i servizi educativi che come i “centri estivi alternativi” dedicati alle bambine e bambini tra i 16 mesi ed i tre anni, sono finanziati con i fondi del Pac Infanzia gestiti dagli Enti privati accreditati e convenzionati del sistema integrato del Comune di Palermo.
La decisione è stata presa dopo una riunione telematica che si è svolta nei giorni scorsi e a cui ha preso parte, tra gli altri, anche l’assessore alla Scuola, Giovanna Marano, insieme ai referenti dell’Area della Scuola.
La programmazione prevede in primis il riavvio dello spazio gioco pomeridiano alla “Topolino” dal 24 settembre e quelli presso i nidi “Allodola” e “Grillo Parlante” dall’1 ottobre. In questa ultima data partirà anche lo spazio gioco “Pole Pole” con un unico turno antimeridiano e fino alla tarda primavera.
Gli spazi gioco in affidamento, sospesi a causa della emergenza sanitaria legata al Covid-19, proseguiranno approssimativamente fino alle vacanze natalizie e accoglieranno bambine e bambini dai 18 ai 36 mesi
Intanto sono quasi concluse le procedure per erogare, a partire dal mese di ottobre, 130 buoni servizio (voucher) presso i nidi privati accreditati a favore delle famiglie che si trovano nelle liste d’attesa delle graduatorie comunali.
“Condividendo le difficoltà legate alla riorganizzazione dei servizi – hanno dichiarato il sindaco Orlando e l’assessore Marano – ma spinti da un forte spirito di collaborazione, si riparte in sicurezza e nel pieno rispetto delle normative per il contenimento dell’emergenza epidemiologica, per garantire alle bambine e ai bambini e alle famiglie il diritto all’apprendimento e alla socializzazione”.
“L’ottimizzazione delle risorse del Piano di Azione e Coesione per la prima Infanzia – hanno concluso – ci ha permesso in questi anni di costruire un percorso virtuoso per integrare la gestione pubblica comunale a quella del privato sociale”.