Palermo, se il futuro dei giovani è negli antichi mestieri - QdS

Palermo, se il futuro dei giovani è negli antichi mestieri

redazione

Palermo, se il futuro dei giovani è negli antichi mestieri

Antonio Schembri  |
sabato 25 Marzo 2023

Presentato il progetto Quattropuntozero, una “scuola diffusa” pensata per reinterpretare in chiave innovativa i lavori tradizionali e dare così un’opportunità di crescita alle nuove generazioni

PALERMO – Valorizzare il patrimonio culturale attraverso processi di sviluppo locale e sostenibile. A cominciare dal recupero e dalla valorizzazione degli antichi mestieri artigianali, quelli che, soprattutto tra il diciassettesimo e il diciottesimo secolo, resero il capoluogo siciliano un coacervo unico di bellezze artistiche e architettoniche. Un obiettivo che passa dalla formazione. A perseguirlo è la Quattropuntozero, la prima “scuola diffusa” nel capoluogo siciliano con attività distribuite nel territorio per riscoprire e reinterpretare, in chiave innovativa, i lavori tradizionali: dallo scalpellino al fabbro al restauratore di dipinti murari, solo per indicare alcune tra le attività che, specialmente nelle grandi città, sono come andate sepolte nell’oblio.

Una progettualità che adesso entra nel vivo, con laboratori, corsi, tirocini e inserimenti lavorativi che coinvolgeranno giovani e adulti in cerca di opportunità formative e professionali, inclusi sia gli artigiani già attivi sia i lavoratori della filiera produttiva connessa. La Kalsa, il cuore storico di Palermo sarà il fulcro di un progetto triennale sostenuto dalla Fondazione con il Sud e da altri importanti enti di scopo italiani come la Fondazione De Agostini, l’onlus Enel Cuore, l’associazione Luigia Tincani per la promozione della Cultura (Università Lumsa), la Fondazione di ricerca Peppino Vismara, insieme con la Fondazione Sicilia, la Lauro Chiazzese per l’arte e la cultura e la Fondazione Palazzo Butera.

Inclusione sociale e innovazione sono le parole chiave di quest’iniziativa, presentata ieri proprio a Palazzo Butera, l’edificio seicentesco voluto dai Branciforte davanti al golfo di Palermo, riportato all’originario splendore da centinaia di maestranze locali e riaperto al pubblico dalla primavera del 2021. Conclusa la fase di ricerca e di mappatura sui saperi artigiani, sono adesso partiti i primi laboratori e a breve prenderanno il via i percorsi formativi, gli stage e i tirocini distribuiti nel territorio.

Vogliamo sviluppare – spiega massimo Valsecchi, il mecenate che acquisì Palazzo Buttera nel 2016 e che presiede il Palermo Mediterranean Gateway, soggetto capofila del progetto Quattropuntozero – un ecosistema artistico-artigianale idoneo a generare nuove microimprese in quest’area, rafforzando nel contempo i legami sociali nel centro storico di Palermo e in altri quartieri cerniera”.

Ai laboratori di formazione si aggiungeranno attività di sostegno all’autoimprenditorialità con servizi di consulenza e di promozione del digitale per favorire la regolarizzazione delle imprese artigianali già attive e incentivare la creazione di nuove imprese 4.0.

Educare alla bellezza, quindi, per stimolare la cittadinanza a credere e a investire nel proprio territorio. I primi passi sono stati alcuni laboratori già avviati, come quello di riappropriazione collettiva condotto da Marco Mirabile. Pronto a partire anche quello dell’artista fiorentino Flavio Favelli, in programma dal 20 al 22 aprile.

Nel dettaglio, saranno oltre settecento le ore dei percorsi di avviamento gratuiti e venti le borse di tirocinio per giovani meno abbienti, a cui si aggiungono dieci inserimenti lavorativi a tempo determinato presso botteghe artigiane della Kalsa. “Il progetto – specifica Aloisa Moncada di Paternò, capo della direzione strategica della Scuola diffusa – prevede più di duecento partecipanti e coinvolge cento professionisti tra artigiani, artisti, restauratori, designer, architetti locali. Vogliamo offrire ai giovani della nostra città, con un occhio di riguardo anche alle fasce più fragili, l’opportunità di generare crescita e valore per sé stessi e per la propria comunità. Lo vogliamo fare recuperando in chiave innovativa le arti e i settori tradizionali a rischio di estinzione: il restauro, il giardinaggio, la produzione di ceramiche e di complementi di arredo, per portare nuova linfa al tessuto socio-economico di Palermo. E sostenere agli artigiani affinché possano lavorare in sicurezza”.

“L’attuale plafond – conclude – a copertura dei tre anni del progetto, ammonta a 720 mila euro. Dote per metà stata finanziata dalla Fondazione con il Sud. Ma confidiamo in future donazioni da parte delle fondazioni”.

Un progetto condiviso dall’Amministrazione comunale. “Possiamo e dobbiamo – ha concluso l’assessore al Centro storico, Maurizio Carta – essere un partner strategico con il ruolo di estendere l’impatto dell’iniziativa e farne un prototipo su cui costruire il futuro della città: un seme per dare soprattutto risposta a una generazione non ancora nata”.

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