Palermo, in arrivo pioggia di aumenti per scongiurare il dissesto - QdS

Palermo, in arrivo pioggia di aumenti per scongiurare il dissesto

Gaspare Ingargiola

Palermo, in arrivo pioggia di aumenti per scongiurare il dissesto

giovedì 23 Dicembre 2021

Dall’incremento delle tariffe sul suolo pubblico ai costi per i diritti di istruttoria e segreteria per le pratiche al Suap. Si sta discutendo anche due norme per il contrasto all’evasione fiscale

PALERMO – Lo scorso martedì la Commissione Bilancio al Senato ha approvato, con parere favorevole del Governo, il rinvio al 31 gennaio 2022 del piano di riequilibrio di Palermo. “È la conferma di quanto ho sostenuto in queste settimane e cioè che il governo e il Parlamento hanno prestato e prestano grande attenzione affinché si eviti il dissesto”- ha commentato il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando.

Nel frattempo però a Palazzo delle Aquile si susseguono a ritmo forsennato le delibere di Giunta e Consiglio comunale su tasse e tariffe. Partiamo dall’Amministrazione attiva, che ha aumentato con due provvedimenti le tariffe per l’occupazione del suolo pubblico e per i diritti di istruttoria e di segreteria sui procedimenti di competenza dello Sportello Unico per le Attività Produttive. Per l’occupazione di strade e marciapiedi si prospetta un’autentica stangata: a partire dal 2023 e per vent’anni i costi aumenteranno del 10% ogni due anni, mentre per il 2022 si terranno ancora in considerazione “gli effetti negativi della pandemia sul tessuto imprenditoriale”.

Il rincaro è stato giustificato “da una verifica comparata con i tariffari imposti dai regolamenti comunali per il Canone Unico Patrimoniale presso altre grandi città italiane, rientranti nella medesima classe demografica”, come Milano, Roma, Napoli, Genova. Verifica grazie alla quale “si è potuto riscontrare una significativa maggiore imposizione rispetto alle tariffe del Comune di Palermo, con particolare riferimento alle voci riguardanti l’occupazione di suolo pubblico”. Il confronto “è avvenuto individuando le tariffe più alte riservate alle aree di maggior pregio di ciascuna città”. Gli aumenti colpiranno a tappeto sia le occupazioni permanenti sia quelle temporanee: suolo comunale (cabine, dehors e manufatti vari), occupazioni sovrastanti o sottostanti il suolo (pensiline, bacheche, prospetti, vetrine, banderuole, luminali, tabelle a cassone, cassette) e passi carrabili (anche per accesso a distributori di carburante). A mo’ d’esempio, la tariffa principale per le occupazioni permanenti, pari a 65,59 euro, aumenterebbe a 72,15 euro nel biennio 2023/24, a 79,37 euro nel 2025/26, a 87,31 euro nel 2027/28 e così via fino ai 170,26 euro nel 2041. Discorso analogo per gli stalli nei mercati: dal 2023 e per vent’anni scatterà un aumento dell’8% ogni due anni, passando da una tariffa giornaliera di 50 centesimi al metro quadro a 1,07 euro nel 2041.

Non meno esponenziali saranno gli aumenti dei costi per i diritti di istruttoria e segreteria per le pratiche al Suap. Anche in questo caso, spiega la delibera, “si ritiene che le tariffe, visto il notevole divario, debbano essere aumentate in maniera graduale, prevedendo un incremento annuo medio, nell’ottica di allinearle a quelle […] delle città di grandezza pari o superiore a Palermo ma anche di realtà territoriali similari (Catania, Messina, Agrigento e Reggio Calabria)”. E così, se adesso non si paga nulla per i diritti di istruttoria e 12 euro per quelli di segreteria, già dall’anno prossimo si pagheranno rispettivamente 100 e 30 euro, fino ad arrivare a 300 e 180 euro nel 2040. Le due delibere saranno ora trasmesse al Consiglio per il via libera definitivo.

La Giunta, in affannosa ricerca di risorse, aveva proposto all’Aula di cassare l’articolo 11 del regolamento sulla Tari abrogando le agevolazioni e le esenzioni per i cittadini più fragili, le associazioni di volontariato e le imprese vittime di racket. Proposta rispedita al mittente da Sala delle Lapidi con 17 voti contrari e 4 astenuti, con una bocciatura sonora anche dai partiti che sostengono l’Amministrazione: “Vorrei capire – ha detto Fausto Melluso di Sinistra Comune durante la seduta – com’è possibile che una proposta che vale 245mila euro (gli uffici hanno poi rivisto i calcoli al rialzo prevedendo un risparmio per le casse comunali di 460mila euro l’anno, nda), cifra che nel complesso del piano di riequilibrio è molto bassa, venga definita ‘un’azione cardine’ del piano. Una cifra certamente non decisiva e che al contrario è importante per le persone vulnerabili e per le associazioni antimafia. Io direi al contrario che sono addirittura troppo poche le categorie svantaggiate che hanno accesso a queste esenzioni. Ci sono categorie che meriterebbero maggiori tutele. Questo atto non doveva nemmeno arrivare in Aula”.

Il Consiglio sta infine trattando due norme per il contrasto all’evasione fiscale, approvate a settembre-ottobre 2020 e sospese a causa della pandemia. La prima, che ha già ricevuto il semaforo verde dell’Aula, introduce “forme agevolate di pagamento delle imposte pregresse, tramite rateizzazione e rateizzazione assistita da fideiussione bancaria fino a 60 mesi”. Oltre i 5mila euro sarà obbligatorio avere una fideiussione altrimenti non si potranno rateizzare le imposte pregresse. L’obiettivo è ricavare dalle rateizzazioni 18,1 milioni sul quadriennio 2018-2019-2020-2021. La seconda, ancora in discussione, prevede “un inasprimento delle sanzioni, fino alla revoca della licenza, per le attività commerciali che risultano gravemente morose”. Si stima un incasso di 4 milioni in più all’anno.

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