Palermo, primi atti propedeutici al Previsionale 2023 - QdS

Palermo, primi atti propedeutici al Previsionale 2023

Gaspare Ingargiola

Palermo, primi atti propedeutici al Previsionale 2023

martedì 16 Maggio 2023

Via libera del Consiglio comunale a due provvedimenti tecnici che anticipano l’esame del documento economico: confermate le aliquote Imu e inserito il cosiddetto cumulo giuridico nel regolamento Tari

PALERMO – È iniziata la maratona d’Aula che porterà all’approvazione del Bilancio di Previsione 2023. Il Consiglio comunale ha approvato, infatti, due atti tecnici propedeutici al Preventivo. Si tratta della conferma delle aliquote Imu e della modifica al regolamento della Tari per l’applicazione del cosiddetto cumulo giuridico, un’agevolazione per i contribuenti. Entrambe le delibere sono passate a maggioranza: nessun contrario, astenuta l’opposizione.

La modifica al regolamento Tari si è resa necessaria perché “al momento prevede solo il cumulo materiale delle sanzioni – ha spiegato in Aula la dirigente dell’Ufficio Tributi Maria Mandalà – ovvero quando c’è un’infrazione di tipo tariffario, ossia un’omessa denuncia oppure un’omessa dichiarazione, l’ufficio crea una sommatoria delle sanzioni previste. La giurisprudenza, invece, ha da tempo richiesto l’applicazione dell’istituto del cumulo giuridico a favore del contribuente, prevedendo nei casi di omessa dichiarazione o di omessa denuncia non un cumulo delle varie sanzioni, come fino ad oggi è stato”, bensì un’unica sanzione proporzionata e graduale, in base al numero di violazioni commesse.

Come si legge nella delibera, che riprende un articolo di un Decreto legislativo del 1997, “quando violazioni della stessa indole vengono commesse in periodi di imposta diversi, si applica la sanzione base aumentata dalla metà al triplo. […] Se più atti di irrogazione danno luogo a processi non riuniti o comunque introdotti avanti a giudici diversi, il giudice che prende cognizione dell’ultimo di essi ridetermina la sanzione complessiva tenendo conto delle violazioni risultanti dalle sentenze precedentemente emanate”.

In parole povere, se le violazioni commesse sono due, “la sanzione base, da intendersi come la più grave delle sanzioni irrogabili nelle annualità di imposta oggetto di accertamento, è aumentata del cinquanta per cento (50 %); per 3 (tre) periodi di imposta, la sanzione base, da intendersi come la più grave delle sanzioni irrogabili nelle annualità di imposta oggetto di accertamento, è aumentata del settantacinque per cento (75%); per 4 (quattro) periodi di imposta, la sanzione base, da intendersi come la più grave delle sanzioni irrogabili nelle annualità di imposta oggetto di accertamento, è aumentata del centocinquanta per cento (150%); oltre 4 (quattro) periodi di imposta, la sanzione base, da intendersi come la più grave delle sanzioni irrogabili nelle annualità di imposta oggetto di accertamento, è aumentata del duecentocinquanta per cento (250%)”.

La seconda delibera ha confermato le aliquote massime previste dalla legge per l’Imu. Un atto propedeutico sia al bilancio sia al piano di riequilibrio. “Dalla legge istitutiva della nuova Imu, la legge 160 del 2019 – ha detto Mandalà – le aliquote applicate a questo tributo locale si sono sempre assestate ai massimi livelli. Ci siamo limitati a confermare con un atto formale per tradurre in azione concreta questa previsione di legge. Non varia nulla rispetto a quello che negli ultimi anni è stato sempre disposto, cioè le massime aliquote, che vengono mantenute tali visto che ci apprestiamo a porre in essere il piano di riequilibrio dell’Ente. Anche questo è un atto propedeutico al bilancio”.

Assente il vice sindaco con delega al Bilancio Carolina Varchi, impegnata a Roma per il suo incarico di deputata nazionale. Un fatto che ha suscitato le proteste delle opposizioni. Al suo posto si è presentato il sindaco Roberto Lagalla in persona: “Entrambi gli atti vanno nel senso di una pacificazione sociale con la platea dell’utenza fiscale che, come ben sappiamo, a Palermo lascia registrare numeri particolarmente allarmanti in materia di osservanza dei pagamenti dovuti per le tasse locali. Questo costituisce oggetto di attenzione e di provvedimento già avviato da parte dell’Amministrazione. Laddove si può migliorare, favorire ed evitare spigoli ed angoli ad una situazione che in alcuni casi corre il rischio di diventare eccessivamente onerosa per i cittadini, credo che quello sia un intervento non solo dovuto ma necessario”.

Per quanto riguarda l’applicazione del cumulo giuridico della Tari, previsto addirittura da un decreto legislativo del 1997, “spiace che avvenga soltanto nel 2023. Avremmo forse potuto provvedere più tempestivamente e celermente”.

Secondo il consigliere di Azione Fabrizio Ferrandelli, però, questi due atti confermano che tra l’Amministrazione Lagalla e la precedente non ci siano poi grandi differenze: “Dalla volontà confermativa dell’Imu, che tuttavia era stata aumentata precedentemente – ha attaccato – viene fuori il fatto che, rispetto all’accordo con lo Stato, si poteva portare a casa qualcosa di meglio rispetto al passato. Invece abbiamo registrato che anche la rimodulazione del nuovo accordo con lo Stato porta con sé le stesse insufficienze finanziarie della vecchia Amministrazione. Ricordo che durante la campagna elettorale sia io sia il sindaco Lagalla speravamo di poter eguagliare quanto era stato portato a casa dai Comuni di Napoli e Torino, cioè circa un miliardo di euro di accordo. Mi rendo conto che la presenza, anzi l’assenza, in quota Meloni della plenipotenziaria Varchi non ha portato un beneficio così importante per il Comune di Palermo, così come avremmo auspicato, tanto che si ritiene necessario portare avanti la conferma di una delle misure dell’Amministrazione precedente”.

“Riconosco al sindaco – ha concluso – una grande capacità di lavoro, dettaglio, studio e presenza ma non posso dire lo stesso per tutta la sua Giunta. Se la sua velocità e bravura fossero eguagliate anche da altri componenti della Giunta probabilmente andremmo ad altre velocità”.

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