Via Milo, espropriazioni per il ripristino della ferrovia - QdS

Via Milo, espropriazioni per il ripristino della ferrovia

Michele Giuliano

Via Milo, espropriazioni per il ripristino della ferrovia

sabato 09 Marzo 2024

A Calatafimi sta per aprire il cantiere di recupero della tratta Palermo-Trapani: coinvolte 94 particelle che verranno occupate d’urgenza e temporaneamente per realizzare gli interventi

CALATAFIMI – Procedono i lavori preliminari per l’apertura del cantiere per l’opera di ripristino della tratta ferroviaria Palermo-Trapani via Milo che ricade nel territorio di Calatafimi. L’ufficio territoriale per le espropriazioni della rete ferroviaria italiana ha avviato le procedure per l’occupazione delle aree necessarie dove si realizzeranno gli interventi.

Si tratta in totale di 94 particelle, che interessano oltre un centinaio di proprietari. Queste persone sono state convocate tra il 6 ed il 14 marzo prossimi, per un sopralluogo congiunto sull’area da occupare ed effettuare il verbale di consistenza. La procedura prevede l’emissione del decreto di espropriazione e di occupazione temporanea non preordinata, con autorizzazione alla società Italferr spa a procedere all’occupazione d’urgenza degli immobili.

Nello specifico, dovranno essere eseguiti i lavori di opere civili ed armamento per il ripristino della linea ferroviaria via Milo, che passa anche da Calatafimi. In alcuni casi l’occupazione riguarderà terreni incolti, in altri invece si tratta di terreni coltivati a seminativo, uliveto, vigneto e agrumeto, e ci sono anche aree adibite al pascolo, e proprio con i proprietari di queste particelle andranno discussi al meglio i termini dell’accordo durante il sopralluogo previsto per marzo.

Questa tratta ferroviaria fu interrotta nel 2013 a causa di una frana. Il finanziamento da 150 milioni di euro servirà proprio a rimuovere i detriti della frana ed a mettere in sicurezza il percorso, permettendo così il ripristino del collegamento e l’utilizzo regolare del percorso ferroviario. Lo sblocco delle procedure burocratiche è avvenuto nel 2021, dopo anni di questionare e dibattere tra le diverse parti politiche ed istituzionali, in un bailamme tra enti locali e governo nazionale, condita da una serie di polemiche su presunti ritardi nella ricostruzione della tratta ferroviaria, addebitati all’una o all’altra parte.

Si è trattato, infatti, di un vero problema nella gestione della mobilità pubblica, in quanto la chiusura di questa parte del percorso ha costretto, in questi anni, i treni a fare un tragitto di oltre quattro ore, passando da Castelvetrano, per collegare Palermo e Trapani. Si è trattato quindi, da una parte, di un lavoro congiunto tra Rfi, Reti ferroviaria italiane, Regione e Stato, e allo stesso tempo un continuo scarica barile sulle responsabilità del ritardo nello sblocco dei lavori da ben 150 milioni di euro per ripristinare la ferrovia e oltre 70 milioni di euro per l’elettrificazione.

Nel dicembre del 2020 era arrivata un’accelerazione con l’esclusione della presentazione, per il progetto, della Via, la Valutazione d’impatto ambientale, in seguito ad un decreto dell’allora ministro Sergio Costa. Proprio a causa di questi ritardi a settembre 2020 il Governo regionale era sceso in piazza a protestare, manifestando al fianco dei sindaci alla stazione di Segesta, a pochi passi dal tempio e da tanti altri tesori storico-culturali della zona, che purtroppo finora non sono stati raggiungibili via treno.

Non è stata l’unica occasione in cui sono state organizzate proteste contro l’interruzione di questo collegamento ferroviario. Tempo fa era anche partita una petizione, diretta proprio al presidente delle Regione Sicilia e al ministero dei Trasporti, con la quale si chiedeva il ripristino del tratto ferroviario e nello specifico il collegamento che riguarda Alcamo diramazione e Trapani. Il servizio è stato sostituito da autoservizi, ritenuti dagli stessi pendolari “assolutamente scadenti”.

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