Partinico: pochi incassi e conti che zoppicano - QdS

Partinico: pochi incassi e conti che zoppicano

Michele Giuliano

Partinico: pochi incassi e conti che zoppicano

venerdì 01 Marzo 2024

Sul Comune pesa ancora un passivo da quasi un milione di euro, ma per l’Amministrazione non bisogna fare drammi. A preoccupare, però, sono sempre i numeri relativi alla riscossione

PARTINICO (PA) – Quasi un milione di euro in negativo per il Comune, che chiude in questo modo il risultato presunto di amministrazione del 2023. Per l’esattezza, secondo quanto deliberato dalla Giunta guidata dal sindaco Pietro Rao, il risultato si attesta a -994.423,55 euro.

Nonostante il passivo, però, per l’Ente locale i conti sono in netto miglioramento. Basti pensare che il Rendiconto definitivo del 2022 si era chiuso con un passivo da 14 milioni di euro. “Non è stato determinato – ha detto l’assessore alle Finanze, Enrico Bono – alcun maggior disavanzo di amministrazione da dover ripianare. Il risultato di amministrazione presunto determinato al 31 dicembre scorso, tenendo conto della quota di disavanzo ripianata nel bilancio di previsione dell’esercizio 2023 pari a 917.417.95 euro, è nettamente migliorato. Il saldo negativo esposto è già oggetto di ripiano”.

Pesa il Fondo crediti di dubbia esigibilità

A pesare in questo computo, senza dubbio, è il Fondo crediti di dubbia esigibilità che al 31 dicembre scorso si è chiuso sfiorando quota 21 milioni di euro. Si tratta di un Fondo istituito appositamente per i Comuni che hanno l’obbligo di vincolare le proprie risorse per tutti quei crediti la cui riscossione è in dubbio per vari motivi, per esempio perché le somme sono in prescrizione o per vari altri motivi che rendono la riscossione difficile. Proprio questo fondo è cresciuto di quasi un milione di euro nel 2023, rispetto al precedente Rendiconto del 2022 che si era chiuso a quasi 20 milioni.

Nessun problema per l’Amministrazione Rao

Nessuna preoccupazione da parte dell’Amministrazione: rispetto all’anno scorso, il decreto milleproroghe, approvato a fine 2023, ha previsto che gli Enti che avevano dichiarato il dissesto, come nel caso di Partinico, e avevano inserito il disavanzo nel Fal (Fondo anticipazioni liquidità), possano slittare il ripiano del disavanzo a decorrere dal bilancio 2025, in attesa che intervenga il legislatore a chiarire come vada gestita l’iscrizione al fondo stesso.

“Il milione di disavanzo – ha chiarito il sindaco Pietro Rao – è dovuto al maggiore accantonamento al Fondo crediti di dubbia esigibilità. Tale azione si è resa necessaria a partire dal 2019, quando gli Enti che avevano calcolato il Fondo crediti con il metodo semplificato sono stati costretti a passare al metodo ordinario. Il disavanzo prodotto, secondo la norma, andrà recuperato in 15 esercizi finanziari a partire dal 2021. Il disavanzo si sta ripianando e si continuerà a ripianare con un accantonamento di 430 mila euro l’anno”.

Strategia per ridurre il Fondo crediti

Nell’immediato, è comunque necessario tirar fuori una strategia che permetta di ridurre il Fondo crediti, che senza un adeguato piano di riscossione dei tributi, attuali e pregressi, continuerà a crescere. Partinico ha una pesante situazione da dover risolvere, specie sul fronte dell’evasione della Tari, la tassa sui rifiuti. Anzitutto perché la base contributiva si è allargata con la recente scoperta di ben duemila nuovi contribuenti che sino a oggi erano totalmente sconosciuti, scovati nel periodo della gestione dei commissari prefettizi del Comune. Per i vecchi contribuenti, poi, c’è ancora un 45%, circa 2 milioni e mezzo di euro da recuperare ogni anno per l’ultimo quinquennio.

Cercare di lavorare in maniera più efficiente

Per cercare di lavorare in maniera più efficiente, dallo scorso anno la Giunta Rao ha deciso di continuare ad affiancare agli Uffici comunali del terzo settore, che si occupano dei procedimenti di contenzioso tributario, uffici legali esterni che vadano a potenziare l’azione municipale. Questa decisione è nata dalle commissarie prefettizie che hanno guidato il Comune prima dell’attuale Giunta. Furono infatti proprio loro ad avviare tale convenzione in ragione delle difficoltà a poter portare avanti l’enorme quantità di ricorsi presentati dai cittadini contro l’Amministrazione.

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