Pasqualino Monti: "Palermo e la ritrovata “complicità” con il suo porto" - QdS

Pasqualino Monti: “Palermo e la ritrovata “complicità” con il suo porto”

Lina Bruno

Pasqualino Monti: “Palermo e la ritrovata “complicità” con il suo porto”

mercoledì 15 Febbraio 2023

Pasqualino Monti, presidente dell’Autorità di Sistema portuale del Mare di Sicilia occidentale

PALERMO – Pasqualino Monti da giugno 2017 è presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del mare di Sicilia occidentale. In precedenza è stato presidente e poi commissario straordinario dell’Autorità portuale di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta, componente del Comitato nazionale Esperti del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e presidente di Assoporti.

Quali sono i progetti del vostro piano finanziario ultimati e in corso e quali quelli su cui state lavorando?
“Nel 2018 abbiamo ridisegnato totalmente il porto di Palermo e oggi possiamo dire di avere praticamente concluso gli interventi previsti. Non c’è più da appaltare neanche un euro, al massimo qualche lavoro di manutenzione. In cinque anni abbiamo dato al Paese un porto di importanza nazionale che, in un contesto, quello mediterraneo, di rilevanza internazionale, svolge un ruolo di primaria importanza quale prima interfaccia nel Mare Nostrum con i porti del Nordafrica. A Palermo, alla totale ristrutturazione del cruise terminal, inaugurato lo scorso 4 maggio, si affianca l’importante progetto di interfaccia città-porto con la realizzazione di aree a verde, passerelle sopraelevate – raggiungibili tramite scale e ascensori e agganciate alla “piastra”, anch’essa sopraelevata e parallela a via Crispi – che permetteranno di spingersi fino al Cruise Terminal. E poi il Molo Trapezoidale, dove è in corso uno dei più importanti interventi di rigenerazione urbana realizzati a Palermo dal dopoguerra, un’opera di riconnessione del porto con il tessuto urbano e, soprattutto, un asset industriale e turistico. Questo spazio conterrà tre ristoranti sul bordo del mare, 13 attracchi per mega yacht, 1.600 mq per ospitare 43 brand siciliani d’eccellenza enogastronomica. Un convention center con un anfiteatro che degrada verso il mare da 4.500 mq e 250 posti, una palazzina uffici, tre club house, uno specchio d’acqua da 8.000 mq che ridisegnerà le antiche mura del Castello a Mare, antico presidio a difesa della città”.

Quanti gli investimenti fatti e quali quelli previsti?
“Oltre un miliardo di euro, dei quali oltre 600 milioni già appaltati e 400 milioni in appalto. C’è una grande filiera che tocca crociere, merci, cantieristica, nautica da diporto, ro-ro, industria. Abbiamo utilizzato la concessione demaniale per tirare il mercato, abbiamo costruito le infrastrutture necessarie, siamo diventati credibili e appetibili sul mercato. Il settore pubblico deve essere snello nel chiudere accordi e concedere concessioni, nel legare gli operatori del mercato con imprenditori al porto, in modo che esso guadagni e che gli imprenditori abbiano il loro profitto. Abbiamo fatto questo in tutti i settori: con le crociere, chiudendo l’accordo con la West Sicily Gate, con Fincantieri per la costruzione di intere navi, possibile con la sistemazione del bacino da 150 mila tonnellate. Lo abbiamo fatto perfino con la filiera industriale enogastronomica sul Trapezoidale, dove come detto uno spazio sarà dedicato a un gruppo composto da 43 famosi brand del settore”.

L’Adsp del Mare di Sicilia Occidentale ha ottenuto la parte maggiore dei finanziamenti del Pnrr destinati ai porti dell’Isola. Sono aumentati anche gli investitori privati?
“È stato appaltato il 90% delle opere del Pnrr. Abbiamo chiuso accordi pubblico-privato per la gestione dei servizi: il privato li svolge, noi controlliamo che siano svolti nel miglior modo possibile; è sempre privato chi si sta occupando di efficientare il porto e di portarlo, nel 2026, alla autosufficienza energetica. Un rapporto fondamentale improntato a un controllo capillare, anche dal punto di vista della trasparenza e della legalità. Abbiamo investito tanto in infrastrutture, ma stiamo recuperando denaro, perché il mercato ha risposto ai nostri investimenti, ha preso in concessione le aree, le strutture, ha portato volumi di traffico, occupazione. Questa è la nostra grande vittoria”.

I porti e il territorio urbano: è possibile avere un’integrazione armonica?
“Avere una città ‘complice’ del suo porto significa avere un plus incredibile, perché riesci a creare turismo da terra e da mare, facendo apprezzare e vivere luoghi prima sconosciuti. Ma per riqualificare, per inserire il contesto porto all’interno della città, per far capire che è la prima industria del territorio, devi dialogare e far comprendere alla politica cittadina che non rappresenta un danno ma un valore aggiunto. A Palermo questa grande fortuna l’abbiamo avuta in passato e continuiamo ad averla”.

La pandamia, la crisi internazionale e i nuovi scenari geopolitici hanno avuto ricadute sul vostro percorso di crescita?
“Il mondo si fermava e noi aprivamo cantieri e intensificavamo i lavori. I dati statistici del 2022 dimostrano come Palermo, unico nel panorama italiano, abbia tutti segni positivi. Lo scorso anno il nostro porto ha stabilito un nuovo record di traffico delle merci e ha interamente recuperato la quota di traffico passeggeri persa a causa della pandemia, superando nel segmento delle crociere, anche i livelli precedenti all’emergenza sanitaria. Il dato, infatti, è stato di 554 mila passeggeri (+431,7% rispetto al 2021, +636,7% rispetto al 2020 e +10,6% rispetto al 2019), di cui 102 mila come ‘home port’ e 452 mila in transito. Un risultato che non potrà che crescere appena anche il Molo Trapezoidale, ultimati i lavori, rappresenterà quel biglietto da visita che Palermo merita”.

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