Pensioni post quota 100, i requisiti per il pensionamento anticipato - QdS

Pensioni post quota 100, i requisiti per il pensionamento anticipato

Ivana Zimbone

Pensioni post quota 100, i requisiti per il pensionamento anticipato

domenica 23 Maggio 2021

La quota 100 sta per scadere. Ma fino al 2026 restano in vigore diverse modalità di pensionamento anticipato, ecco quali.

A fine anno, il 31 dicembre 2021, si concluderà la sperimentazione triennale di quota 100 che non verrà rinnovata. C’è preoccupazione tra i sindacati per la prossima riforma previdenziale che dovrebbe scattare dall’1 gennaio 2022, soprattutto per il possibile “scalone” dell’ipotetico ritorno della riforma Fornero che, com’è noto, potrebbe sfavorire soprattutto i giovani. Ma fino al 2026, resteranno in vigore diverse modalità di pensionamento anticipato.

LE PROPOSTE POST QUOTA 100

Alla scadenza della quota 100 Cgil, Cisl e Uil propongono l’uscita dal mercato del lavoro a partire dai 62 anni o, in alternativa, con 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica. Con una particolare attenzione per i soggetti svantaggiati da condizioni di lavoro o familiari particolarmente gravose. Parzialmente d’accordo a tali ipotesi, Pasquale Tridico, presidente dell’Inps, che aggiunge anche l’idea di un sistema che garantisca maggiore flessibilità senza che questa gravi sulle casse dello Stato.

Il presidente propone un ricambio generazionale che preveda “la trasformazione dei contratti dei dipendenti più anziani in contratti part-time e assunzioni di lavoratori giovani”. La retribuzione sarebbe raggiungibile compimento dei 67 anni con alcune agevolazioni per alcune categorie, come le madri lavoratrici.

I sindacati chiedono pure un assegno di garanzia per i giovani con carriere discontinue che, altrimenti, potrebbero arrivare a percepire soltanto assegni di pensione molto bassi.
Intanto ecco tutte le opzioni disponibili fino al 2026 per il prepensionamento.

PRIMA OPZIONE: QUOTA 87

Rimarrà la possibilità di entrare in pensione a tutti coloro che avranno compiuto almeno il 67esimo anno di età e avranno versato – anche per soli 20 anni – i contributi al sistema pensionistico obbligatorio.

SECONDA OPZIONE: ANZIANITÀ CONTRIBUTIVA

Potranno andare in pensione anche tutti coloro che avranno compiuto 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva se uomini o 41 anni e 10 mesi se donne, indipendentemente dall’età.
È possibile però che, in funzione dell’adeguamento all’aspettativa di vita, tali termini possano essere modificati.

TERZA OPZIONE: 41 ANNI DI CONTRIBUTI PER LAVORATORI “PRECOCI”

I lavoratori che avessero cominciato a lavorare prima del 19esimo anno d’età, potranno far valere 12 mesi di contribuzione antecedente, andando in pensione con 41 anni di contribuzione a prescindere dalla loro età anagrafica.

QUARTA OPZIONE: ISOPENSIONE, QUOTA 80

Si potrà richiedere il pensionamento anticipato con l’isopensione (quota 80), che consente di anticipare la fatidica data fino a 4 anni entro il 2026 e fino a 7 anni entro il 2023. I costi e i contributi figurativi saranno a carico delle aziende con più di 15 dipendenti.

QUINTA OPZIONE: CONTRATTI DI ESPANSIONE

Con i “contratti di espansione” è possibile andare in pensione in anticipo di 5 anni rispetto alla quota 100 e alla quota 82, con oneri a carico delle imprese con oltre 250 dipendenti che assumeranno un giovane non appena avranno consentito il pensionamento di un numero prestabilito di soggetti.

SESTA OPZIONE: FONDI DI ESUBERO O DI SOLIDARIETÀ

L’anticipo di 5 anni rispetto ai requisiti di pensionamento potrà essere garantito anche dall’entrata in funzione dei cosiddetti “fondi esubero o di solidarietà” ad oggi attivi per le banche e le assicurazioni. l’anticipo è di 5 anni rispetto ai requisiti di pensionamento.

SETTIMA POSSIBILITÀ: OPZIONE DONNA

Si prevede il rinnovo per i prossimi anni di “opzione donna” che, dal 2019, ha previsto che le lavoratrici possano andare in pensione con 58 anni d’età (59 per le autonome) e 35 di contributi, maturati entro il 31 dicembre 2020, a patto di accettare un assegno pensionistico calcolato interamente con il sistema contributivo. Un pensionamento, quindi, di quota 94 per le lavoratrici dipendenti e di quota 95,5 per le autonome.

OTTAVA OPZIONE: APE SOCIAL E ATTIVITÀ GRAVOSE

L’Ape social consentirà ancora a disoccupati – con precedente contratto a tempo indeterminato o a tempo determinato -, caregivers e lavoratori invalidi fino al 74% il prepensionamento a 63 anni di età e 30 di contributi (quota 93).

I lavoratori che svolgono attività gravose (operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici;conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni; conciatori di pelli e di pellicce; conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante; conduttori di mezzi pesanti e camion; personale delle professioni sanitarie infermieristiche e ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni; addetti all’assistenza di persone in condizioni di non autosufficienza; insegnanti della scuola dell’infanzia ed educatori degli asili nido; facchini, addetti allo spostamento merci e assimilati; personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia; operatori ecologici e altri raccoglitori e separatori di rifiuti) potranno pensionarsi al compimento del 63esimo anno d’età, se con 36 anni di contribuzione (quota 99).

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