Per la speranza ci vuole Costanza - QdS

Per la speranza ci vuole Costanza

Antonino Lo Re

Per la speranza ci vuole Costanza

Giovanni Pizzo  |
mercoledì 12 Luglio 2023

Palermo è una città da studiare. Un epifenomeno sociale

Palermo è una città da studiare. Un epifenomeno sociale. Se un ricercatore universitario obiettivo, un sociologo, magari uno bravo come il prof. Lo Verde, pone uno sguardo scientifico su questa città ne ricava uno spaccato mandamentale. La città è compartimentata in quartieri, mandamenti, autoportanti ed autoriferiti, con proprie logiche di sistema chiuso. È costruita per il divide et impera, senza osmosi o trasversalità. Se uno di un quartiere overground ha a che fare, per scopi plurimi, con qualcuno di un quartiere underground, adotta le regole di quel sistema chiuso, mandamentale. La somma delle porzioni non fa un tutto, ognuno rimane nel suo particolare, senza ascensore sociale, perché quello è solo culturale, e a Palermo si “acchiana”, precariamente, solo per “piccioli”. Poi i piccioli scompaiono, per passaggi generazionali o per sequestro, e si torna alle condizioni di partenza.

Questa è Palermo, una città rotta, e non ricomponibile nemmeno da Rubik. Da cui i figli migliori, quelli che hanno aspirazioni di cambiamento, partono, emigrano, come gli africani in fuga da un clima insostenibile. È insostenibile il climax di questa città ex imperiale, ex tutto da millenni. È una ex città ridotta a sommatoria di mandamenti. Senza una Mission e senza una Vision.

E poi, all’improvviso, nel caldo torrido delle balate di billiemi, a via Discesa dei Giudici, in una città senza giudizio, accanto alla vecchia torrefazione Stagnitta, senti una giovane donna parlare. Parla di sostenibilità alimentare, di fasce subsahariane, di oasi nel deserto che resistono grazie al lavoro di genere, di migrazioni derivanti da politiche occidentali infauste. Parla da ricercatrice giovane, ma già esperta, formata sul campo, tra nomadi beduini e pescatori che alimentano le stelle Michelin di Milano.

Parla con un professore felicemente sorpreso, un sociologo di fama, anche se a Palermo la ricerca fa un po’ la fame. Parlano di mondi che evolvono, società che si spostano come le placche dei continenti. La ragazza, parla tre lingue, a parte la sua, e si occupa di Border, confini. Proviene da questa città, anche se ha viaggiato e approfondito il mondo. Propone un rientro a Palermo, ma a condizione di indagare il rapporto tra la sua città e l’Afrique. Il continente dove l’uomo è nato, dove tutto è iniziato, e dove forse tutto cambierà. Nel 2050 gli africani saranno miliardi, e noi europei quattro gatti. Si chiama legge demografica. Io forse non ci sarò più, ma lei si. Lei si chiama Costanza. Palermo si salva solo con Costanza. Se lei torna, se tornano i suoi fratelli, tanti, tutti emigrati, portando il mondo grande, che cancella i mandamenti, i mondi piccoli. Dal deserto di questa città se ne esce costruendo Oasi.

Così è se vi pare.

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