Pescherecci sequestrati in Libia, Vaticano e Regione in campo - QdS

Pescherecci sequestrati in Libia, Vaticano e Regione in campo

redazione

Pescherecci sequestrati in Libia, Vaticano e Regione in campo

sabato 21 Novembre 2020

Gli appelli del cardinale Turkson e del governatore Musumeci. E l'iniziativa portata avanti da un cartello di movimenti politici siciliani: “Liberateli”. L’appuntamento è per le 17 davanti al Teatro Massimo a Palermo

“In questa Giornata Mondiale della Pesca, il mio pensiero va ai pescatori di tutto il mondo che vivono disagi e difficoltà. Vorrei menzionare, in particolare, i diciotto pescatori di diverse nazionalità provenienti da Mazara del Vallo, in Sicilia, che sono trattenuti in Libia dal 2 settembre, senza possibilità di comunicare con le loro famiglie”.

Lo ha affermato il cardinale Peter Turkson, prefetto del dicastero vaticano per lo Sviluppo umano integrale, nel suo messaggio per la Giornata Mondiale della Pesca.

“Queste – ha aggiunto – continuano ad aspettare con ansia informazioni sui loro cari e l’opportunità di parlare con loro. Ma, soprattutto, sono impazienti di riunirsi”.

“Per questa semplice ragione umanitaria – ha concluso il capo dicastero vaticano -, faccio appello ai Governi e alle Autorità nazionali competenti affinché risolvano questa penosa situazione e trovino una soluzione positiva attraverso un dialogo aperto e sincero”.

Musumeci, appello per liberazione

Anche il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci è intervenuto sullo stesso tema.

“Si celebra oggi – ha detto – la giornata mondiale della pesca, un settore vitale per la nostra economia, che dà sostentamento a migliaia di famiglie in Sicilia. Nell’assicurare tutta la possibile attenzione del governo regionale agli operatori, non posso fare a meno di rivolgere il mio pensiero ai 18 marinai dei pescherecci ‘Atlantide’ a ‘Medinea’ della marineria di Mazara del Vallo sequestrati dalla guardia costiera libica il primo settembre scorso”.

“Da 82 giorni ormai – ha aggiunto il Governatore – sono trattenuti a Bengasi senza la possibilità di comunicare con le famiglie in angosciosa attesa di poterli riabbracciare. Rinnovo un forte appello al Governo nazionale, affinché attraverso i canali diplomatici agisca con la dovuta determinazione per consentire ai pescatori, ancora prigionieri, di tornare presto a casa, tra i loro affetti”.

Oggi manifestazione a Palermo

“Liberateli”. È questo l’appello per i 18 pescatori di Mazara del Vallo lanciato da un cartello di movimenti politici siciliani che hanno indetto una manifestazione per oggi alle 17 davanti al Teatro Massimo a Palermo.

In questi mesi sono stati solo i parenti dei pescatori e alcune associazioni sensibili a protestare per quello che è accaduto nel Mediterraneo l’1 settembre. Il dolore dei parenti si è riversato a Roma davanti Palazzo Montecitorio e in alcune piazze siciliane.

“I familiari dei pescatori – affermano in una nota i promotori dell’iniziativa – sono gli unici a pretendere notizie sulle condizioni dei loro cari e a chiederne la liberazione immediata. Silenzio assoluto o soltanto imbarazzanti interventi da parte della politica nazionale e regionale. Niente di concreto”.

Gli organizzatori della manifestazione chiedono con forza “un impegno decisivo sia al governo italiano che a quello siciliano di Musumeci, accusati di aver fatto fino ad ora ben poco per ottenere la liberazione dei pescatori siciliani”.

Di fronte all’indifferenza delle Istituzioni – conclude la nota – tutti i siciliani devono necessariamente scendere in piazza per riportare l’attenzione sul sequestro e per ottenere la loro liberazione”.

Sulla vicenda, ieri è arrivato anche l’appello del Vaticano “In questa Giornata Mondiale della Pesca – ha dichiarato il cardinale Peter Turkson, prefetto del dicastero vaticano per lo Sviluppo umano integrale – il mio pensiero va ai pescatori di tutto il mondo che vivono disagi e difficoltà. Vorrei menzionare, in particolare, i diciotto pescatori di diverse nazionalità provenienti da Mazara del Vallo, in Sicilia, che sono trattenuti in Libia dal 2 settembre, senza possibilità di comunicare con le loro famiglie. Queste continuano ad aspettare con ansia informazioni sui loro cari e l’opportunità di parlare con loro. Ma, soprattutto, sono impazienti di riunirsi”.

“Per questa semplice ragione umanitaria – ha aggiunto il capo dicastero vaticano -, faccio appello ai Governi e alle Autorità nazionali competenti affinché risolvano questa penosa situazione e trovino una soluzione positiva attraverso un dialogo aperto e sincero”.

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