Peschereccio tunisino bloccato e tre fermati al largo di Lampedusa

I soccorsi “simulati” al largo di Lampedusa e l’immigrazione clandestina: tre fermi

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I soccorsi “simulati” al largo di Lampedusa e l’immigrazione clandestina: tre fermi

Redazione  |
giovedì 17 Agosto 2023

Bloccato un peschereccio tunisino: scatta l'indagine per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

Nella giornata del 16 agosto 2023, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento ha convalidato i fermi di indiziato di delitto eseguiti dalle Fiamme Gialle di Lampedusa e dai poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Agrigento, nei confronti dei tre membri dell’equipaggio di una imbarcazione da pesca tunisina che viaggiavano a bordo di un peschereccio tunisino.

I tre sono accusati di aver consentito l’ingresso irregolare in Italia di 31 cittadini tunisini, favorendo così l’immigrazione clandestina.

Immigrazione clandestina, peschereccio tunisino bloccato a Lampedusa

L’attività di Polizia Giudiziaria, avviata lo scorso 12 agosto, è iniziata da una chiamata di soccorso con la quale è stata segnalata la presenza di un’imbarcazione con migranti nelle acque a sud di Lampedusa. In realtà, i mezzi navali della Guardia di Finanza e Frontex, inviati sul posto, hanno individuato un peschereccio tunisino, con a bordo 31 migranti e 3 membri di equipaggio, che trainava due tender privi di motore.

La presenza di due motori fuoribordo normalmente utilizzati su piccoli natanti, le buone condizioni di salute dei migranti, incompatibili con chi affronta i cosiddetti “viaggi della speranza” via mare, e la precarietà dei due piccoli gommoni trovati a fianco del peschereccio, inducevano a pensare che sicuramente i migranti non avessero viaggiato autonomamente. In effetti, anche alcuni video trovati negli smartphone dei migranti hanno confermato come questi avessero sin dal principio viaggiato a bordo del peschereccio tunisino.

Le successive indagani all’hotspot dell’isola, condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Agrigento e dai finanzieri della Sezione Operativa Navale e della Tenenza di Lampedusa, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Agrigento, hanno permesso di cristallizzare l’ipotesi di una condotta ben
pianificata da parte del peschereccio tunisino, finalizzata a “scaricare” i migranti sulle imbarcazioni più piccole in prossimità delle acque lampedusane, simulando poi una mera assistenza e attivando così la macchina dei soccorsi.

Restano nel carcere Petrusa tutti i componenti dell’equipaggio del peschereccio tunisino che precedentemente erano stati trasferiti ad Agrigento con l’unità navale della Guardia di Finanza.

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