Pesci e piante “allevati” insieme, l’altra agricoltura che riduce gli sprechi di acqua - QdS

Pesci e piante “allevati” insieme, l’altra agricoltura che riduce gli sprechi di acqua

redazione

Pesci e piante “allevati” insieme, l’altra agricoltura che riduce gli sprechi di acqua

Biagio Tinghino  |
venerdì 05 Maggio 2023

Al QdS interviene l’ideatore e fondatore di Mangrovia, Lorenzo Cannella: “Rispetto alle coltivazioni tradizionali, con il sistema acquaponico l’acqua è costantemente riutilizzata e non dispersa

PALERMO – “L’acqua è la risorsa più importante per il nostro pianeta. All’interno dell’impianto acquaponico, l’acqua, ricircolando, permette all’ecosistema di formarsi. Lavoriamo per un’agricoltura fuori suolo sostenibile e simbiotica fra pesci e piante” – a dirlo l’ideatore e fondatore di Mangrovia, Lorenzo Cannella, intervistato per il Quotidiano di Sicilia. In Sicilia sono sempre più diffusi progetti che prevedono la coltivazione delle piante fuori dal terreno, in ambiente protetto, con un controllo delle condizioni di crescita tramite l’applicazione all’agricoltura di innovazioni tratte dal mondo della biologia, dell’informatica e dell’ingegneria.

Risparmio di acqua pari a circa il 90%

Mangrovia è un progetto che nasce con lo scopo di svolgere attività di produzione e sociale per contribuire alla crescita e all’innovazione della comunità mediante pratiche etiche e sostenibili, un percorso che parte con la produzione in acquaponica di prodotti agricoli e pesci d’acqua dolce destinati al consumo. Si tratta di un sistema circolare naturale, pesci, piante e batteri ricreano un ecosistema sano che non ha bisogno di pesticidi e antibiotici da utilizzare per la produzione. Dalle vasche di allevamento dei pesci, l’acqua, ricca di sostanza organica, viene filtrata e utilizzata per coltivare le piante in serra. Le piante trattengono i nutrienti di cui hanno bisogno per crescere, depurando così l’acqua che può tornare ai pesci e riparte il nuovo ciclo. Questo si traduce in un risparmio di acqua pari a circa il 90%.

“La nostra produzione, oltre che essere sostenibile, è anche sartoriale e artigianale – ha sottolineato il produttore -. Grazie al sistema acquaponico applicato nella mia azienda di Sampieri, in provincia di Ragusa, si è potuto fare quel salto di qualità che si attendeva da tempo in un settore, quello agricolo, spesso agonizzante. Produciamo circa 15 referenze, piante a foglia, tra cui lattuga, cicoria, invidia riccia, bieta arcobaleno ed anche verdure autoctone di poca reperibilità sui mercati. Ci occupiamo quotidianamente di selezionare le migliori Baby Leaf e Niche (il prodotto si divide in diversi tagli: la versione classica a grandezza naturale, la versione Nica 0-12cm, la versione Baby Leaf 0-4cm) producendo erbette sane e ricercate, piccoli tagli come espressione massima non solo del sapore della pianta scelta, ma anche visivamente adatte per una equilibrata composizione gastronomica. Infatti, distribuiamo i nostri prodotti ad una cinquantina di aziende della ristorazione siciliana, sempre più interessati ad un prodotto di qualità e coltivato in maniera attenta. Dietro la lavorazione c’è molta manodopera perché facciamo un’opera di pulizia della pianta, soprattutto per i tagli più piccoli. Essendo un lavoro di nicchia, anche i prezzi devono, per forza, essere rapportati al tipo di lavorazione e all’attenzione messa durante tutte le fasi di produzione”.

Con il sistema acquaponico l’acqua che si scarica giornalmente è quasi pari a zero

La caratteristica vincente di questa tecnica risiede in particolar modo nella gestione dell’acqua. Va ricordato che in un normale allevamento ittico a terra solitamente si scarica il 10% al giorno dell’acqua contenuta nelle vasche di allevamento. Al contrario con il sistema acquaponico, l’acqua che si scarica giornalmente è quasi pari a zero. È praticamente un ciclo chiuso, che rende il ciclo combinato, acquacoltura più coltivazione fuori suolo, un modello sostenibile e particolarmente efficiente.

“Rispetto alle coltivazioni tradizionali con il sistema acquaponico, l’acqua è costantemente riutilizzata e non dispersa – ha continuato Cannella – quella che esce dal sistema lo fa solo per evaporazione o per traspirazione delle piante. Il prodotto di scarto dei pesci diventa uno straordinario fertilizzante naturale, le verdure e il pesce non sono contaminati da agenti esterni, pesticidi e antibiotici, inoltre c’è un controllo costante in tutte le fasi della crescita delle piante e dei pesci. Oggi alleviamo pesce persico, una specie che si adatta benissimo alla zona nella quale viviamo ed è ottimo per le sue carni e per la loro compattezza. Un pesce che impiega quasi due anni a crescere e che è ormai totalmente siciliano perché viene allevato, riprodotto e fatto crescere integralmente nell’Isola”.

Per garantire una produzione continuativa durante tutto il corso dell’anno e per massimizzare il raccolto, i sistemi di acquaponica prevedono il controllo costante della temperatura dell’acqua e il suo condizionamento. Per tale motivo questi sistemi sono normalmente allocati in serre o comunque in ambienti protetti. La lavorazione in acquaponica è fuori suolo, sia per la parte ittica che per la parte ortofrutticola, e questo fa sì che non impatti direttamente sull’ambiente. Si pensi ad esempio all’utilizzo dei diserbanti che qui viene meno, così come si abbassa al minimo l’invasione degli insetti sia perché non c’è contatto col terreno, sia perché l’isolamento attraverso l’uso di barriere meccaniche, come la plastica delle serre, permette ad una minima parte di insetti di arrivare per via aerea.

“Attraverso la produzione in acquaponica non solo si può garantire un prodotto salubre e senza impatto ambientale ma la si può utilizzare per avvicinare la comunità al mondo della produzione – ha concluso Lorenzo Cannella – e incominciare a mettere le basi per un consumo più consapevole basato non solo sul prodotto ma anche sulle esternalità positive che la produzione di quest’ultimo genera. I principi dell’acquaponica sono quelli cui l’azienda si rifà e che vuole portare avanti in un percorso di educazione e sensibilizzazione della comunità a partire dai più piccoli, con l’idea che questo possa tradursi in futuro in un impegno concreto nei confronti dell’ambiente e della comunità”.

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