Cresce il Pil della Sicilia nel 2023, ecco perchè

Cresce il Pil della Sicilia nel 2023, ma non è tutto oro quel che luccica: ecco perché

Antonino Lo Re

Cresce il Pil della Sicilia nel 2023, ma non è tutto oro quel che luccica: ecco perché

Antonio Giordano  |
domenica 27 Agosto 2023

Il Mezzogiorno cresce più di Francia e Germania con il Pil. Ma non sono da trascurare alcuni segnali

Grazie agli aiuti post pandemia e a quelli per fronteggiare i rincari dell’elettricità e del gas in seguito la conflitto russo-ucraino messi in campo dai governi nazionali e regionali, il Mezzogiorno cresce più di Francia e Germania con il Pil dato al più 1% nel 2023 (Francia +0,8 e Germania -0,3% con il paese che si trova in recessione tecnica). Sono i dati elaborati dalla Cgia di Mestre. Il dato di crescita del Pil della Sicilia è dell’1,12% nel 2023 (+0,64% rispetto all’anno prepandemico) e la pone all’ottavo posto nazionale per aumento del prodotto interno lordo. Nell’analisi per province, invece, Trapani scala la classifica fino al quarto posto nazionale con una crescita dell’1,85% del Pil nel 2023 e un recupero del 2,63% rispetto al 2019.

Perché la crescita

Secondo l’Ufficio studi della Cgia, il “riscatto” del Sud e in generale del nostro Paese è ascrivibile ad almeno tre fenomeni. Il primo riguarda l’entità degli aiuti messi in campo dagli ultimi esecutivi per fronteggiare a livello nazionale la crisi pandemica e gli effetti del caro-energia. Tra ristori, contributi a fondo perduto, cassa integrazione, bonus economici, assunzioni nella sanità tra il 2020 e il 2022 sono stati erogati almeno 180 miliardi di euro. A questi vanno aggiunti altri 91 miliardi che nel 2022-2023 sono serviti a mitigare i rincari delle bollette di luce e gas. In buona sostanza, in quest’ultimo quadriennio lo Stato ha erogato oltre 270 miliardi di euro che sono riusciti, in buona parte, ad “anestetizzare” le difficoltà economiche. Il secondo, invece, riguarda la ripresa dei consumi delle famiglie e quella degli investimenti nelle costruzioni che, nel biennio 2021-2022, hanno interessato soprattutto il Mezzogiorno. Il terzo, infine, è riconducibile al forte aumento degli investimenti fissi lordi avvenuto nel Sud che, grazie anche alle risorse messe a disposizione dal PNRR, ha interessato, in particolar modo, il comparto delle costruzioni.

Attenzione ad alcuni segnali

Certo potrebbe essere solo un rimbalzo e la Cgia invita a non trascurare alcuni segnali. “Come nel resto del Paese è in atto un forte rallentamento dell’economia che, a causa dell’inflazione e del conseguente aumento dei tassi di interesse deciso dalla BCE, potrebbe spingerci verso un autunno pieno di insidie”, scrivono gli analisti, “non dimentichiamoci, inoltre, che le criticità che da sempre affliggono il Mezzogiorno sono ancora in attesa di una soluzione. Il tasso di disoccupazione, soprattutto giovanile e femminile, rimane molto elevato, il livello di povertà ed esclusione sociale è preoccupante, il deficit infrastrutturale costituisce un ostacolo allo sviluppo e l’efficienza della Pubblica Amministrazione è tra le peggiori d’Europa”. L’occasione, ancora una volta è quella del Pnrr e della buona spesa dei fondi a disposizione.

Schifani grazie alla “buona politica”

“La buona politica in questo caso ha effetti anche sulla situazione economica”, ha commentato il presidente della Regione, Renato Schifani, “penso ad esempio alla maggiore liquidità che siamo riusciti a dare alle imprese. Una strategia vincente che può permetterci di raggiungere risultati ancor più incoraggianti”. Nei primi sei mesi dell’anno in corso, infatti, sono stati effettuati, rispetto al 2022, maggiori pagamenti per oltre 1,2 miliardi. “Il dato è molto indicativo – aggiunge il governatore – se si pensa che il Pil in Sicilia è di circa 86 miliardi, questo maggiore “delta” corrisponde, con le dovute considerazioni, a oltre un punto in percentuale di Pil”.

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