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Ponte sullo Stretto: radiografia di un obiettivo

redazione

Ponte sullo Stretto: radiografia di un obiettivo

Salvo Fleres  |
mercoledì 20 Settembre 2023

Del ponte sullo stretto di Messina si continua a discutere, spesso a sproposito

Del ponte sullo stretto di Messina si continua a discutere, spesso a sproposito, quasi sempre senza valutare adeguatamente né gli aspetti tecnologico-progettuali, né quelli economico-sociali.
L’effetto che ne deriva, più che determinare un vero e proprio ragionamento logico, è una grande confusione, che allontana qualsiasi cittadino dalla possibilità di comprendere se l’opera sia o meno vantaggiosa e soprattutto se sia più o meno sicura.

Il tentativo che faremo è, pertanto, quello di parlare di cifre, di PIL, di occupazione e di tempi di percorrenza, ma anche di resistenza dell’opera agli eventi sismici ed atmosferici, ipotizzati nelle loro condizioni di maggiore violenza. Secondo uno studio pubblicato di recente, ma sul quale ci sono opinioni contrastanti, il costo complessivo per la realizzazione del ponte, in base al progetto attuale, vale a dire quello che fu messo in gara alcuni anni addietro, è di circa 7,1 miliardi di euro.

Tuttavia, per le casse dello Stato, il vero impatto dell’opera – in termini di rilancio economico e di ritorni – sarà ben più elevato. Il dato complessivo, infatti, tiene conto di circa 2,9 miliardi necessari per la costruzione del ponte, di 3,1 miliardi per le opere di accesso al ponte lato Calabria e Sicilia e 1,1 miliardi per le opere accessorie di miglioramento della viabilità.

Potrebbero sembrare somme impossibili, ma non è così, dato che saranno interamente coperte accedendo alle opportunità di defiscalizzazione (Ires, Irap e Iva) per un valore complessivo di 5,3 miliardi di euro e utilizzando una serie di risorse disponibili su vari fondi nazionali ed europei.
Solo nelle fasi di costruzione dell’opera, le maggiori entrate erariali per lo Stato sarebbero pari a 8 miliardi di euro. Ove invece si considerassero i 30 anni di gestione da parte della società affidataria, le entrate complessive raggiungerebbero i 107 miliardi di euro.
Se a tali importi si sottraessero i 5,3 miliardi di sconti fiscali iniziali, quello che rimarrebbe nelle casse dello stato, sarebbero oltre 101 miliardi.

A questo genere di valutazione, poi, va aggiunto l’impatto economico dell’opera. Il ponte, infatti, si preannuncia come un incredibile moltiplicatore di ricchezza. Ogni milione di euro investito sull’opera genererebbe 2,36 milioni di produzione aggiuntiva con un effetto occupazionale pari ad alcune migliaia di posti di lavoro.
Di conseguenza, ogni anno, il ponte potrebbe assicurare una crescita del Pil nazionale dello 0,2%, pari a 2,5 miliardi di euro, creando ricchezza per i lavoratori, le imprese, lo Stato e naturalmente la collettività nel suo insieme.

In quanto alla sicurezza dell’opera, per comprenderne la consistenza e la solidità, basti pensare che il progetto prevede una lunghezza complessiva delle campate laterali di 3.666 metri, una lunghezza della campata centrale di 3.300 metri, una larghezza dell’impalcato di 60,4 metri, un’altezza delle torri di 382,6 metri. Prevede altresì che la lunghezza complessiva dei cavi di sostegno sia pari a 5.300 metri, che l’altezza del canale navigabile sia di circa 65 metri.
La struttura è progettata per 3 corsie autostradali per ciascun senso di marcia, due corsie stradali di servizio, due binari e può sopportare da 6.000 a 9.000 veicoli l’ora e 200 treni al giorno.

Ciò che è più importante, infine, è il fatto che il ponte può resistere ad eventi sismici fino a 7,1 magnitudo della scala Richter ed a venti fino a 216 km/h. Non sembra affatto poco! Nonostante questo genere di effetti positivi, però, i “no ponte” continuano a contrastare la realizzazione dell’opera e tentano di coinvolgere in questa loro discutibile e sospetta posizione sedicenti ambientalisti e sedicenti difensori degli uccelli che tuttavia trascurano le tonnellate di CO2 che il ponte eviterebbe che continuino ad essere immesse nell’atmosfera. Così come trascurano il fatto che un uccello che riesce ad aggrapparsi ad un cavo telefonico, di pochi millimetri di diametro, non avrà alcuna difficoltà a posarsi su un cavo del ponte il cui diametro è di diversi centimetri. In ogni caso non c’è da stupirsi ed è questa la cosa più grave. Viviamo in una società in cui c’è chi nega l’efficacia dei vaccini, chi sostiene che la Terra è piatta, chi è pronto a giurare che l’uomo non è mai arrivato sulla luna e chi pretende persino di votare sulla validità della legge di gravità. Sic!

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