Prefetto Palermo: "Legalità va praticata con fatti non parole" - QdS

Prefetto Palermo: “Legalità va praticata con fatti non parole”

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Prefetto Palermo: “Legalità va praticata con fatti non parole”

Redazione  |
martedì 06 Dicembre 2022

"Io preferisco agire più che parlare", ha detto il neo Prefetto di Palermo intervenendo alla Giornata della Trasparenza

La legalità va praticata con i fatti e non solo a parole. Io sono una persona molto pragmatica e chi mi conosce lo sa. Io preferisco agire più che parlare”. Lo ha detto il neo Prefetto di Palermo, Maria Teresa Cucinotta, intervenendo alla Giornata della Trasparenza organizzata dall’Autorità portuale della Sicilia occidentale, guidata da Pasqualino Monti.

Prevenzione amministrativa strumento importante

“Una delle mission più importanti che ha la Prefettura è proprio quella dell’affermazione della legalità, con degli strumenti importanti qual è la prevenzione amministrativa“, dice il Prefetto, che si è insediata solo ieri a Palermo. “E’ tutta l’attività che ruota attorno alle certificazioni antimafia – spiega – è un’azione che si svolge sinergicamente con la magistratura, perché l’azione amministrativa si completa con l’azione giudiziaria. Perché l’una può essere di supporto all’altra”. “Il tema della trasparenza è importante”, dice ancora il Prefetto Cucinotta.

Barriera contro infiltrazioni mafiose

Una ‘casa di vetro’ conviene a tutti, a partire dalla pubblica amministrazione, è una conquista – dice – Voglio ricordare il protocollo della legalità ‘Carlo Alberto Dalla Chiesa’ del 2006, una pietra miliare, poi esportata a livello nazionale. Questo strumento si è talmente affinato che siamo arrivati alle opere strategiche come quelle dell’Autorità portuale di Palermo. E’ uno strumento che garantisce la trasparenza delle procedure. E’ un grande progresso che si è fatto negli anni”. “Quotidianamente siamo impegnati con le forze dell’ordine e attraverso questi strumenti creiamo una barriera per evitare le infiltrazioni mafiose“, aggiunge ancora Maria Teresa Cucinotta. “Se si abbassa l’attenzione è rischioso – dice – perché le organizzazioni mafiose sono diventate delle holding di investimento”.

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