Processi amministrativi, in Sicilia tempi troppo lunghi - QdS

Processi amministrativi, in Sicilia tempi troppo lunghi

Serena Giovanna Grasso

Processi amministrativi, in Sicilia tempi troppo lunghi

sabato 29 Agosto 2020

Osservatorio dei conti pubblici: il Tar di Palermo terzultimo tribunale italiano per la durata media dei processi. Fa decisamente meglio, invece, il Tribunale di Catania che si colloca al quindicesimo posto

PALERMO – In Sicilia si mantengono ancora troppo lunghi i tempi necessari alla definizione dei processi amministrativi. Infatti, secondo le elaborazioni condotte dall’Osservatorio dei conti pubblici italiani, il Tar Sicilia Palermo ha totalizzato il terzo tempo più lungo a livello nazionale: in particolare, in questa sede la durata media dei processi è pari a 1.076 giorni, quasi tre anni, ovvero oltre un anno in più rispetto ai 686 giorni mediamente necessari a livello nazionale (esattamente 390 giorni in più).

Tempi ancor più lunghi caratterizzano solo il Tar Veneto Venezia (1.122 giorni) e il Tar Lazio Latina (1.103 giorni). Se la cava un po’ meglio il Tar Sicilia Catania, seppur mantenendo tempi più lunghi rispetto alla media Italia: nel dettaglio, il Tar Sicilia Catania si colloca al quindicesimo posto per durata media dei processi amministrativi sui complessivi ventinove Tribunali amministrativi regionali, con 704 giorni (poco meno a due anni).

I tempi più celeri, invece, si registrano presso il Tar Friuli Venezia Giulia Trieste (154 giorni, quasi mille giorni meno rispetto al Tar Veneto Venezia che detiene i tempi più lunghi in Italia), presso il Tar Trentino Alto Adige Trento (227 giorni) e presso il Tar Valle d’Aosta Aosta (229 giorni).

Un altro importante indicatore preso in considerazione dall’Osservatorio dei conti pubblici italiani riguarda il tasso di smaltimento, definito come il rapporto percentuale tra il numero di ricorsi definiti nell’anno di riferimento e il numero di ricorsi pervenuti quello stesso anno. Un tasso di smaltimento pari a cento indica che in quell’anno di riferimento il sistema riesce a smaltire un numero di casi uguale al numero dei ricorsi pervenuti senza cambiamenti dell’arretrato (cioè dei ricorsi pendenti); al contrario, tassi di smaltimento superiori o inferiori a cento indicano una tendenza rispettivamente a ridurre o ad aumentare l’arretrato. Quasi tutti i Tribunali amministrativi regionali nel corso del 2019 hanno ottenuto un tasso di smaltimento almeno pari a 100, ovvero si sono mantenuti costanti, senza gravare in senso peggiorativo sull’arretrato. Gli unici Tribunali amministrativi regionali ad aver ottenuto risultati inferiori sono stati il Tar Emilia Romagna Parma (99), il Tar Umbria Perugia (82) e il Tar Abruzzo Pescara (76). A livello nazionale il tasso di smaltimento medio ammonta a 132: ciò significa che oltre ad aver smaltito lo stesso numero di ricorsi pervenuti, si è anche ridotto l’arretrato.

Il tasso di smaltimento più sostenuto a livello nazionale è stato registrato presso il Tar Sicilia Catania (375), seguono a notevole distanza il Tar Marche Ancona (174), il Tar Calabria Reggio Calabria (158), il Tar Friuli Venezia Giulia Trieste (148) e il Tar Basilicata Potenza (144). Per quel che riguarda il Tar Sicilia Palermo, invece, è possibile rilevare un modesto tasso di smaltimento pari a 112.

Incrociando i dati relativi alla durata dei processi con quelli del tasso di smaltimento viene fuori che i Tar più efficienti sono quelli di Trieste, Reggio Calabria e Potenza (con tasso di smaltimento sopra la media e durata media dei processi sotto), mentre i meno efficienti sono quelli di Palermo, Latina, Venezia, Pescara e Roma (con tasso di smaltimento sotto la media e durata dei processi sopra la media).

Un commento

  1. Nicolò Di Blasi ha detto:

    tutto dipende contro chi è rivolto il ricorso se è evidente la colpa dell’amministrazione il TAR farà di tutto per allungare la data di fissazione tanto nessuno interviene

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