Cresce la fama agroalimentare dei prodotti tradizionali in Sicilia

Agroalimentare, tra qualità e tradizione: in Sicilia crescono i prodotti riconosciuti dal Ministero

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Agroalimentare, tra qualità e tradizione: in Sicilia crescono i prodotti riconosciuti dal Ministero

Michele Giuliano  |
domenica 17 Dicembre 2023

Il ministero ha riconosciuto nell’ultimo albo ben 279 alimenti tipici siciliani. A fare la parte del leone, la provincia di Agrigento.

Sono in crescita i prodotti agroalimentari della tradizione siciliana riconosciuti dal Masaf, ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Nell’ultimo elenco varato in questi giorni si sale a quota 279 riconoscimenti. Sono prodotti che rappresentano l’eccellenza dell’agroalimentare siciliano, raccontandone la storia e la cultura attraverso il proprio sapore.

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Cosa serve per essere riconosciuti dal Ministero

I prodotti agroalimentari tradizionali (Pat) per essere riconosciuti, devono essere “ottenuti con metodi di lavorazione, conservazione e stagionatura consolidati nel tempo, omogenei per tutto il territorio interessato, secondo regole tradizionali, per un periodo non inferiore ai 25 anni”. Si tratta di prodotti che però non possono accedere alla denominazione Dop o Igp, perché si tratta di produzioni limitate in termini quantitativi e relativi ad aree territoriali molto ristrette.

I prodotti più famosi dell’enogastronomia siciliana

L’elenco del 2023, rispetto a quello dell’anno precedente, che già comprendeva moltissimi dei prodotti più famosi della enogastronomia siciliana, si è arricchito di 10 nuovi prodotti, distribuiti sulle diverse categorie che costituiscono la lista: nella sezione “bevande analcoliche, distillati e liquori” si aggiunge il rum di Avola, bevanda alcolica ottenuta per distillazione dal succo fermentato di canna da zucchero coltivata ad Avola.

Tre alimenti riconosciuti nella categoria delle “paste fresche”

Tre sono invece i prodotti introdotti nella categoria “paste fresche e prodotti di panetteria, biscotteria, pasticceria e confetteria”: i taralli di Racalmuto, dolce tipico della zona, diverso dal tarallo che si produce nel resto della regione. Secondo quanto riferiscono le antiche cronache il tarallo esisteva come in moltissime altre parti della Sicilia, ma  fu l’arrivo di un pasticciere non racalmutese, “Piuzzu” Lo Bue, che i taralli assunsero nuova forma e consistenza. Sempre di Racalmuto, la Cubaita, prodotto tipico della festa del Monte, principale festa patronale racalmutese.

Eccellenze dell’agroalimentare in Sicilia, granita di limone in lista

Altro grande ingresso è la granita di limone. È da secoli presente nella storia di quasi tutto il territorio siciliano come salutare refrigerio per la calura estiva. Dell’origine araba conserva la semplicità di preparazione, la nutriente bontà dei suoi ingredienti semplici e genuini.

L’evoluzione della granita siciliana

Quando fu possibile abbassare, con più facilità, la temperatura degli ingredienti il consumo della granita si diffuse tra la gente comune che, dimostrò di apprezzarne le caratteristiche, tanto da rendere la granita di limone uno dei prodotti tipici d’eccellenza della tradizione “gelataia” locale. Sebbene sia presente nell’utilizzo comune in tantissime varianti, altrettanto famose, come quella al caffè e quella alla mandorla, la granita al limone è quasi una icona della gelateria siciliana, presente nell’immaginario collettivo di tutto il mondo.

Non solo dolci, ma anche carne e prodotti vegetali

Nella sezione “carni fresche e loro preparazione” si aggiunge il fegato caiolato, cibo povero del territorio di Racalmuto. Si tratta di una preparazione in cui la fetta di fegato viene avvolta con il grasso retato di maiale (caiola), e cotto sulla griglia. Due le novità nella sezione “prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati”: i carduni vruricatu, una pianta cespugliosa perenne presente nel territorio di Palermo, e la cipolla di Bisacquino, sempre in provincia di Palermo.

Si aggiungono in lista i prodotti di gastronomia

Nella categoria “prodotti della gastronomia” troviamo la “mpignulata”, una robusta preparazione da forno tipica delle civiltà contadine, che si presenta in forma di spirale circolare regolare, condita con cipolla stufata, salsiccia a tocchetti, olive nere e pecorino grattugiato.

Agroalimentare in Sicilia, la tradizione definita dalla genuinità

Ancora Racalmuto è territorio di eccellenza per le polpette di Creta, create con un impasto di pane raffermo ammollato, uova, pecorino menta, sale, pepe e poco aglio. Sono legate al cosiddetto “jovidi e cummari”, il giovedì prima del giovedì grasso, in cui mogli di minatori e contadini si incontravano per festeggiare l’inizio del periodo carnevalesco. Nelle scuole, fino all’anno precedente la pandemia da covid 19, questo piatto veniva servito agli allievi delle scuole elementari, preparate come da tradizione dalle mamme.

L’importanza della frugalità

In ultimo, all’elenco si è aggiunto “u pitaggiu”, un piatto contadino, composto di cipolla, zucca, peperoni, pomodori, patate, aglio e secondo gradimento sedano e alloro. Leonardo Sciascia ne descrive in “Occhio di capra”, libro del 1984, la composizione e la preparazione.

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