Quanto dura il Covid oggi, sintomi e come distinguerlo dall'influenza

Quanto dura il Covid oggi, sintomi e come distinguerlo dall’influenza: più casi tra i giovani

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Quanto dura il Covid oggi, sintomi e come distinguerlo dall’influenza: più casi tra i giovani

sabato 12 Novembre 2022

Il coronavirus è meno pericoloso e cala anche l'incidenza. Ma gli esperti raccomandano prudenza e c'è anche chi teme una nuova ondata. In crescita i casi tra gli studenti

Il Covid è cambiato. L’incidenza dei casi scende in tutte le fasce d’età ma è in crescita tra gli operatori e nella popolazione in età scolare.

Quanto dura il Covid

La durata dell’infezione è variabile da caso a caso ma in media le persone contagiate si riprendono nel giro di pochi giorni. Una piccola percentuale, circa uno su venti ha strascichi a lungo termine. L’epidemia di Covid-19 in Italia, intanto, ha rallentato ancora. Anche nell’ultima settimana il numero di pazienti ricoverati in terapia intensiva e nei reparti di area medica è calato, mentre l’indice di trasmissibilità Rt è sceso a 0,83.

Quanto tempo sta male chi si contagia ora?

Mediamente per chi è contagiato ci sono cinque giorni di malattia, preceduti da un paio di giorni di incubazione.

Covid in Italia oggi

L’incidenza dei casi di Covid in Italia è scesa per tutte le fasce d’età. Ma è in aumento rispetto alla settimana precedente la percentuale di casi tra gli operatori sanitari (2,6%) e la percentuale nella popolazione in età scolare rispetto al resto della popolazione (8,4% contro 8,1%). Lo evidenzia il report esteso dell’Istituto superiore di sanità. Nell’ultima settimana, il 17% dei casi in età scolare è stato diagnosticato nei bambini sotto i 5 anni, il 33% nella fascia d’età 5-11 anni, il 50% nella fascia 12-19 anni. La percentuale delle infezioni fra operatori sanitari la scorsa settimana era al 2,3%. Il tasso di incidenza più elevato si registra nella fascia di età 70-79 anni (352 casi per 100.000 contro 457 per 100.000 della settimana precedente) mentre nella fascia 0-9 anni si registra il valore più basso pari a 99 casi per 100.000 (rispetto a 128 per 100.000 della settimana precedente).

Quali sono i sintomi Covid?

I sintomi più frequenti sono febbre alta fino a 39 gradi, tosse, naso chiuso, senso di spossatezza, mal di testa e dolori muscolari. Sono meno frequenti invece sintomi come nausea o diarrea, perdita di appetito e diminuzione del senso di olfatto o gusto.

Come distinguere il Covid dall’influenza?

I sintomi non sono molto differenti. Ecco perché è sempre consigliabile sottoporsi al tampone che scioglie ogni dubbio. Il Covid, infatti, può ancora essere latente. Ci sono ancora asintomatici o altri soggetti che hanno un malessere d breve durante e intensità.

Quali sono i soggetti a rischio

Le persone fragili, anziane, immunodepresse, con diabete, in cura per tumori o per malattie cardiovascolari restano ancora oggi quelle che rischiano le conseguenze più gravi una volta contratto il Covid. C’è anche il Long Covid, che si manifesta per settimane o mesi con sintomi come confusione mentale, fiato corto, dolori, affaticamento, scarso senso dell’olfatto o del gusto.

Cosa dice il ministero sul Covid oggi

La situazione dell’epidemia di Covid-19 in Italia “appare stabile pur con qualche piccola oscillazione”, spiega il direttore Prevenzione del ministero della salute, Gianni Rezza commentando l’ultimo monitoraggio settimanale Iss-ministero. Questa settimana, rileva Rezza, “si osserva un leggero aumento del tasso di incidenza dei casi nel nostro Paese e l’incidenza si fissa intorno a 307 casi per 100mila abitanti. Diminuisce invece l’Rt e siamo ormai a 0,83, quindi ben al di sotto della soglia epidemica. Il tasso di occupazione dei posti di area medica e di terapia intensiva è rispettivamente al 10 e al 2% e quindi si nota un’ulteriore diminuzione, con nessuna congestione delle strutture sanitarie”.

Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, indica invece quali sono i primi interventi sui quali sta lavorando in questa fase di post emergenza pandemica. “Stiamo lavorando al lancio, a breve – ha annunciato Schillaci – di una campagna di comunicazione congiunta sull’importanza dei vaccini contro il Covid e l’influenza stagionale con una particolare attenzione al target degli anziani e dei fragili”. Sull’uso delle mascherine in ospedale, invece commenta: “Non c’è mai stata l’intenzione di non prorogare l’ordinanza che scadeva il 31 ottobre. Peraltro in molti reparti le mascherine si usano da prima che arrivasse il Covid”. Sull’allentamento di altre misure, invece, il ministro Schillaci ha spiegato: “Le decisioni saranno adottate in base ai dati sull’andamento della pandemia che, ad oggi, sembrano migliorati ma restiamo prudenti perché la stagione fredda è appena agli inizi”.

Covid, cosa dicono gli esperti

Il Covid “non è finito, ci saranno onde di risalite, tra un mese, per Natale, insieme ad una massiccia dose di influenza e ad infezioni respiratorie”, ha detto a Rai Radio1 il virologo e presidente Anpas Fabrizio Pregliasco. “Le nuove varianti, Cerberus e Centaurus, stanno emergendo sempre di più, schivano le protezioni – ha spiegato – per questo mi aspetto una risalita dei contagi tra qualche settimana”. Riflettori accesi sul ponte dell’Immacolata che, secondo l’esperto “aiuterà certamente la diffusione”. Quanto alla vaccinazione, “in ogni caso dopo sei mesi dall’ultima dose – ha concluso Pregliasco – io farei un richiamo del vaccino”.

In un’intervista al Corriere della Sera, il direttore generale dell’Istituto per le malattie infettive romano, Francesco Vaia sottolinea: “Oggi il punto non è il vaccino, ma la legge. Una persona non deve essere sanzionata perché non si è vaccinata, ma perché non ha rispettato la legge”. Vaia ritiene che “per gli asintomatici l’isolamento possa durare 5 giorni dalla positività, senza bisogno di ulteriore test negativo. Chi ha sintomi lievi, riteniamo che possa interromperlo a 5 giorni dalla comparsa dei sintomi, se senza febbre da 24 ore. In questa fase, dove ci sarà anche l’influenza stagionale, sarebbe prudente nei 5 giorni successivi, se non si ha un test negativo, usare una mascherina, in caso di contatto con persone fragili”.

Il virologo Matteo Bassetti, Ordinario di Malattie infettive all’Università di Genova ha invece lanciato due proposte al ministro della Salute Orazio Schillaci. “Ascoltare gli esperti di questo settore e cambiare norme non più idonee, come l’isolamento dei positivi”. L’esperto condivide la scelta del ministero di pubblicare i dati dei contagi Covid a cadenza settimanale: “Fare report differenziati. Farli ogni settimana invece che ogni giorno va molto meglio – dice – ma andrebbe meglio articolata la statistica, per distinguere la tipologia dei vari decessi e delle loro cause. Abbiamo vinto la battaglia contro il Covid, ma non ancora la guerra” – spiega – La guerra contro i virus è in corso da tanti anni. Ma la scienza e la ricerca hanno consentito di ottenere grandi risultati. Nel 1970 la mortalità infantile era elevata, per poliomelite, morbillo”… e sulla ‘fine’ della pandemia precisa:”, ha spiegato.

Per quanto riguarda la possibilità di nuova futura ondata di Covid, Bassetti la ritiene “improbabile. Nelle proporzioni in cui l’abbiamo conosciuta, non succederà più”. Sulle vaccinazioni, inoltre, ha ribadito che senza “avremmo avuto almeno il doppio se non il triplo di morti”.

Anche Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, parla dell’abolizione del bollettino quotidiano. “La pubblicazione dei dati a cadenza settimanale rappresenta un ulteriore tassello della strategia oscurantista del Governo nella gestione della pandemia”. L’esperto contesta il reintegro anticipato dei sanitari non vaccinati e il “ritiro” della circolare del Ministero della Salute sul piano di preparazione per la stagione autunno-inverno. E parla di” al “silenzio assordante sulla campagna vaccinale, in particolare sulla somministrazione dei richiami per i più fragili”.

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