Raffica di scadenze fiscali, luglio nero per i contribuenti - QdS

Raffica di scadenze fiscali, luglio nero per i contribuenti

Michele Giuliano

Raffica di scadenze fiscali, luglio nero per i contribuenti

venerdì 21 Luglio 2023

Tributaristi lanciano l’allarme, Cirabisi (Ancot Palermo): “Calendario fittissimo che mette in difficoltà gli studi professionali”. Se ne contano ben 242 fino a fine mese

ROMA – L’estate si fa sempre più calda per i professionisti contabili, e di conseguenza per le imprese e i contribuenti, che devono sborsare tanti quattrini tra saldi e acconti per l’anno successivo.

È ormai risaputo da anni, eppure nulla viene fatto: il mese di luglio è il mese “nero” per la enorme quantità di scadenze che si concentrano in meno di 15 giorni, dal 17 al 31 luglio, senza contare la gestione dei modelli 730 per la dichiarazione dei redditi, con la chiusura al 23 luglio della terza finestra temporale per le trasmissioni dei modelli. Senza dimenticare, tra gli altri, gli obblighi, per alcune categorie di professionisti come ad esempio i medici e gli agronomi, di comunicare entro il 31 luglio le informazioni alle rispettive casse previdenziali.

Ad essi si aggiungono altri adempimenti non fiscali sempre a carico dei contribuenti. “Il calendario fiscale – dichiara Antonio Cirabisi, presidente provinciale dell’Ancot di Palermo, l’associazione nazionale consulenti tributari – necessita di una revisione. Inoltre sarebbe necessaria la semplificazione degli adempimenti”.

Si tratta di 242 appuntamenti fiscali concentrati in due settimane, tra documenti da presentare e importanti imposte da pagare. A complicare il tutto, le copiose comunicazioni di irregolarità trasmesse in questo periodo dall’Agenzia delle entrate, in buona parte relative al 2019, dalla liquidazione dei trattamenti di fine rapporto alle richieste documentali ex articolo 36-ter del dpr 600/73 e le segnalazioni di redditi non dichiarati.
Distribuire su un arco temporale più ampio tutte queste scadenze sarebbe non solo necessario ma utile a tutte le categorie coinvolte.
Si tratta, infatti, di una strategia che permetterebbe di spalmare la spesa sulle spalle dei contribuenti su un arco temporale più ampio, oltre che dare spazio ai contabili di lavorare con maggiore calma e quindi perizia, senza la fretta dettata dai tempi troppo stretti della attuale normativa. Le richieste dell’Ancot sono improntate alla totale collaborazione con i legislatori, che stanno lavorando nella direzione della semplificazione. “Siamo fiduciosi nel lavoro che sta portando avanti questo governo – continua Cirabisi – che con il vice ministro Maurizio Leo ha presentato la proposta di legge sulla ‘Riforma Fiscale’ già approvata alla Camera dei deputati”.

Lo stesso Maurizio Leo ha dichiarato più volte della necessità di rivedere in maniera strutturale l’attuale fisco anche sul versante delle sanzioni e della certezza delle norme. Attualmente sono diverse centinaia le pagine con le istruzioni per la compilazione dei redditi, e le procedure sono tali e tante che è molto facile cadere in errore. “Abbassare le tasse è fondamentale – ha sempre evidenziato Leo in questi giorni – ma, di pari passo, bisogna lavorare per un sistema fiscale più semplice, veloce e certo”. I primi testi unici dovrebbero essere pronti all’inizio del 2024 e, grazie al lavoro di riordino e ripulitura dei testi normativi, saranno la base per la scrittura della riforma fiscale.

La riforma prevede la detassazione degli straordinari, delle tredicesime e dei premi produttività. Si potrà richiedere, ancora, la rateizzazione dell’acconto delle tasse e verranno riordinate le tasse automobilistiche. Resta in stand by la flat tax incrementale per i dipendenti. L’obiettivo del governo è quello di chiudere l’iter entro la pausa estiva, così da poter approvare in autunno alcuni dei decreti delegati e rendere le nuove misure operative già a partire dal primo gennaio.

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