Ragusa, presentato il laboratorio "Co-Governance"

Ragusa, presentato il laboratorio “Co-Governance” per la sussidiarietà politica

Ragusa, presentato il laboratorio “Co-Governance” per la sussidiarietà politica

Redazione  |
lunedì 08 Aprile 2024

L’obiettivo – reso noto dai promotori – è “stabilire con le istituzioni locali, con gli organi di rappresentanza, elettivi, di governo e di amministrazione attiva, nonché con il mondo politico nella sua pluralità"

L’aula del consiglio comunale di Ragusa ha ospitato sabato scorso la presentazione ufficiale del laboratorio civico di sussidiarietà politica Co – Governance. L’iniziativa, partita da un gruppo di cittadini che hanno costituito un’associazione, punta a costituire spazi di dialogo tra cittadini e istituzioni. 

L’obiettivo – reso noto dai promotori – è “stabilire con le istituzioni locali, con gli organi di rappresentanza, elettivi, di governo e di amministrazione attiva, nonché con il mondo politico nella sua pluralità, un rapporto di collaborazione, attiva e responsabile, che manifesti e certifichi la possibilità nella vita pubblica della città di fare “sistema” e di farne un luogo generativo di comunità, di coesione e di sviluppo, di futuro”.

L’incontro di sabato scorso, promosso in collaborazione con l’amministrazione comunale di Ragusa (giunta e consiglio comunale) è stato introdotto dal presidente del consiglio comunale, Fabrizio Ilardo, dal sindaco Giuseppe Cassì e dal presidente dell’associazione Co Governance di Ragusa, Alfio Di Pietro.
Al tavolo dei relatori c’erano il politologo Antonio Maria Baggio e l’economista Gianpietro Parolin, entrambi docenti dell’Istituto Universitario Sophia di Loppiano.

Ragusa, Baggio: “Realtà diverse dal pregiudizio”

L’intervento di Antonio Maria Baggio su “Coscienza politica erronea nei cittadini e negli operatori, sviluppo di processi valutativi veritieri ed efficaci” ha messo l’accento sulle difficoltà dei cittadini di valutare nella maniera opportuna le scelte degli amministratori, i metodi e i fini, ciò che crea un gap nel rapporto di vero dialogo e di collaborazione attiva tra cittadini e istituzioni. “Nell’ambito della politica – ha detto Baggio – in maniera simile a quanto avviene nella morale, può formarsi nelle persone che vi sono impegnate una ‘coscienza erronea’, che produce abitualmente giudizi errati, basati su convinzioni acritiche o in processi di pensiero viziati. Una vera apertura agli altri aiuta ad incontrare la realtà, spesso diversa da quella dettata dal pregiudizio”.

Ragusa, Parolin: “Dovere dei decisori rispondere delle azioni politiche”

Gianpietro Parolin ha puntato l’attenzione sulla relazione virtuosa fra partecipazione e rendicontazione. Sono due elementi necessari per stabilire un giusto rapporto tra cittadini e istituzioni, rilevando come sia necessario che i primi abbiano accesso alle informazioni reali. E ha parlato del “dovere dei decisori di rendere conto delle loro scelte, delle azioni politiche e di rispondere delle conseguenze di esse”, “riconoscendo alla collettività il diritto di essere informata di tali decisioni, di criticarle e di avere risposte”.

Oggi c’è spesso “informazione” (pubblicazione dei dati e dei documenti sui siti dell’amministrazione pubblica), ma ciò non mette automaticamente i cittadini nella possibilità di poter verificare e valutare. Per creare una relazione virtuosa – afferma Parolin – “la partecipazione si nutre di informazione verificabile, affidabile, comprensibile. Sono due beni comuni che si alimentano reciprocamente. A partire dai dati di realtà possiamo costruire rappresentazioni condivise sulla nostra vita civile”.

Ragusa, l’incapacità di usufruire dei finanziamenti

Giancarlo Bellina, co-presidente del Movimento politico per l’unità (MppU) della Sicilia, ha preso parte al seminario con un intervento programmato. Bellina ha portato la testimonianza di una esperienza di partecipazione propositiva, un laboratorio di Co-Governance promosso dal MppU a livello regionale, attraverso la costituzione di un gruppo di lavoro di giovani, imprenditori, funzionari e amministratori pubblici, docenti, terzo settore e cittadini, per analizzare la questione atavica della incapacità della Sicilia di usufruire adeguatamente dei finanziamenti comunitari per lo sviluppo e la realizzazione di investimenti infrastrutturali, di cui la nostra isola avrebbe avuto bisogno.

Ha snocciolato i dati dell’emigrazione giovanile negli ultimi anni ed evidenziato che “tutto questo si sarebbe potuto evitare se la Sicilia avesse valorizzato e speso i fondi comunitari in investimenti e opere infrastrutturali, che avrebbero svolto funzione di volano per rilanciare l’economia e l’occupazione in Sicilia”. I risultati che di questo “laboratorio” sono stati presentati al Governo regionale e ai deputati regionali il 6 luglio scorso, presso la Sala PierSanti Mattarella dell’ARS.

Ragusa, necessità di una collaborazione per l’interesse generale

Nel dibattito che è seguito sono intervenuti Liboria Di Baudo, del movimento “Idea e Azione” di Palermo, l’assessore Giorgio Massari, i consiglieri comunali Marco Antoci, Mario Chiavola e Gianni Iurato, l’avvocato Giuseppe Gambuzza.  Il sindaco Giuseppe Cassì, che ha introdotto e concluso i lavori, nel complimentarsi per l’iniziativa dell’evento e per il suo alto livello, ha rilevato l’importanza della sfida della partecipazione attiva dei cittadini che “Co-Governance”, il “Laboratorio civico di sussidiarietà politica” sorto a Ragusa, può offrire, sottolineando la necessità di una collaborazione per “un nuovo modo di perseguire l’interesse generale”.

Alfio Di Pietro, presidente di Co Governance Ragusa, ha sottolineato il giudizio positivo e l’apprezzamento che l’iniziativa dell’evento ha riscosso. A partire da questo evento – ha detto – si apre una fase impegnativa nella quale l’Associazione è chiamata ad offrire ai cittadini e alle Istituzioni una prova di coerenza e di concretezza  sul terreno della pratica attuazione del principio costituzionale di “sussidiarietà” che, nel suo significato sostanziale e nella sua traduzione pratica, intende essere espressione di una cittadinanza nuova nel perseguimento dell’interesse generale, ovvero di una “cittadinanza amministrativa”.

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