Nuove regole per i rapporti intimi in carcere, ecco quali sono - QdS
22 Aprile 2025

Nuove regole per i rapporti intimi in carcere, ecco quali sono

Nuove regole per i rapporti intimi in carcere, ecco quali sono

Redazione  |
domenica 13 Aprile 2025

A beneficiarne potranno essere esclusivamente il coniuge o la persona stabilmente convivente del detenuto.

Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (Dap) ha diffuso una nuova circolare che regolamenta i colloqui intimi tra detenuti e partner. Il provvedimento, firmato da Lina Di Domenico, nasce per dare piena attuazione al diritto all’affettività previsto dalla sentenza n. 10/2024 della Corte Costituzionale.

Due ore al mese per coniugi e conviventi

I rapporti intimi saranno consentiti nella stessa quantità dei colloqui visivi mensili e dureranno al massimo due ore. A beneficiarne potranno essere esclusivamente il coniuge o la persona stabilmente convivente del detenuto, e non amici o altri familiari.

Le visite si svolgeranno in camere apposite, arredate con letto e servizi igienici, che non potranno essere chiuse dall’interno. La sorveglianza sarà esterna, affidata alla polizia penitenziaria, che controllerà anche le persone ammesse e ispezionerà i locali prima e dopo l’incontro.

Non per tutti: i detenuti esclusi

Potranno accedere al nuovo diritto quasi 17mila detenuti, stando ai dati di fine 2024. Esclusi invece coloro:

  • sottoposti a regimi speciali (41-bis e 14-bis)
  • che hanno già fruito di un permesso nell’anno
  • con infrazioni disciplinari nei sei mesi precedenti
  • trovati in possesso di droga, telefoni o oggetti pericolosi

Dove sarà possibile

Saranno i provveditori regionali a indicare gli istituti dotati di locali idonei o a predisporre il trasferimento temporaneo dei detenuti. La biancheria dovrà essere portata dalle persone autorizzate al colloquio e sarà sottoposta a controllo.

Con queste nuove linee guida, il Dap intende conciliare il diritto alla vita affettiva con le esigenze di sicurezza interna, in un contesto ancora segnato da episodi di violenza e da una forte pressione carceraria.

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