Rapporto Immigrazione 2023 Caritas - Migrantes, il quadro - QdS

Rapporto Migrantes, la tensione internazionale e la necessità di “cambiare narrazione” sui migranti

webms

Rapporto Migrantes, la tensione internazionale e la necessità di “cambiare narrazione” sui migranti

Marianna Strano  |
martedì 17 Ottobre 2023

Presentato il Rapporto Immigrazione 2023 di Migrantes e Caritas: da Lampedusa alla necessità di "cambiare narrazione", ecco i dati.

Un contesto internazionale sempre più teso, povertà dilagante che “agevola” la criminalità e il trionfo delle diseguaglianze, una comunicazione sempre più allarmista e forte preoccupazione del futuro. Un mix quasi “letale” quello che emerge dal Rapporto Immigrazione 2023 di Migrantes e Caritas.

Il report porta alla luce dati, problemi ma anche scenari da non sottovalutare, compresi quelli delle due guerre che attirano maggiormente l’attenzione globale: il conflitto in Ucraina, quarta comunità non-Ue in Italia (con circa 225mila soggiornanti regolari), e la più recente escalation di violenza in Medio Oriente con la guerra in atto tra Israele e Hamas.

Rapporto Immigrazione 2023, il quadro generale

“I flussi internazionali si complicano”, è la prima riflessione nel report Migrantes-Caritas. I motivi non sono difficili da comprendere: la guerra in Ucraina ha aperto un nuovo fronte di migrazioni forzate, con il 60% degli sfollati interni registrati (28,3 milioni) provenienti dal Paese in guerra; la guerra in Israele – soprattutto qualora si allargasse, come si teme, il conflitto ai Paesi limitrofi -, dal canto suo, rischia di innescare una nuova emergenza globale.

Le migrazioni cambiano anche in Italia. Secondo le stime dell’Istat, al primo gennaio 2023 erano presenti 5.050.257 cittadini stranieri. Sono per lo più residenti al Nord Italia (59,1%), meno al Centro (24,5%) e al Sud (11,7% a cui si aggiunge il 4,6% delle Isole). Tra le Regioni più attrattive, la prima risulta la Lombardia, seguita da Lazio, Emilia Romagna, Veneto e Piemonte. Non c’è la Sicilia, che invece è per lo più la terra di primo approdo per i provenienti dal pericoloso e insidioso Mediterraneo. Quanto alle principali nazionalità, la principale nazionalità è quella rumena, seguita da quelle marocchina e albanese. Diminuisce il flusso da Cina e Filippine, mentre crescono e si consolidano in Italia le comunità da Bangladesh e Pakistan.

Diminuiscono i nuovi nati stranieri (-28,7% dal 2012 al 2021, meno di 57mila in totale). Il maggior numero di nuovi nati in Italia – secondo il Rapporto Immigrazione 2023 – è rumeno (19,4%), seguito da marocchini (13,3%) e albanesi (11,8%). Le cittadinanze acquisite sono per lo più di albanesi, marocchini e – a sorpresa – bengalesi.

Lavoro, istruzione, sanità e diseguaglianze

I lavoratori stranieri in Italia sono per il 59,2% provenienti da Paesi non-Ue e sono per lo più impiegati in Agricoltura (39,2%) e Costruzioni (30,1%). Settori dove, tra l’altro, si registra un numero particolarmente elevato di incidenti mortali sul lavoro e le regole di sicurezza sono spesso oggetto di critiche.

Chi migra, soprattutto da Paesi poveri, non ha spesso la possibilità di studiare. I laureati stranieri sono appena il 10,6% del totale. Nel Rapporto Immigrazione 2023, però, si evidenzia come sul dato indica anche “il fenomeno della sovra-qualificazione, ovvero lo scarto esistente fra il titolo posseduto e le mansioni ricoperte” e come i lavoratori stranieri trovino difficoltà quali “la scarsa conoscenza della lingua italiana”, “discriminazioni dovute all’origine straniera”, “mancanza del permesso di soggiorno o della cittadinanza” o il “mancato riconoscimento del titolo di studio conseguito all’estero”. Gli alunni con cittadinanza non italiana nell’anno scolastico 2021-2022 sono stati 872.360 circa e la maggior parte di loro proviene dall’Europa. Altro dato che fa riflettere sull’accesso alla scuola da parte di cittadini non-Ue.

C’è poco lavoro sicuro e di conseguenza c’è molta povertà. Tra i migranti stranieri, purtroppo, è perfino più evidente che tra le famiglie italiane, già in difficoltà tra aumento dell’inflazione e altre emergenze (come quella abitativa). In Italia, secondo l’Istat, vivono in povertà assoluta un milione 600mila stranieri e “La percentuale di chi non ha accesso a un livello di vita dignitoso risulta essere tra gli stranieri cinque volte superiore di quella registrata tra i nuclei di italiani”. Uno svantaggio da sempre esistente, ma rafforzatosi di anno in anno già dal 2008 e ancor di più durante e dopo la pandemia da Covid.

Nel report Migrantes – Caritas, si sottolinea che il dato allarmante sui disoccupati: “tra loro, risulta povera quasi una persona su due”. E bisogna aggiungere a questi poveri anche quelli – stranieri e non – che lavorano ma non hanno comunque una vita dignitosa, le vittime del cosiddetto fenomeno della in-work poverty.

Sul fronte della sanità, una delle difficoltà principali per le donne straniere è la gestione delle complicazioni della gravidanza e del parto. Si registra, nel complesso, una “disuguaglianza nella tutela, soprattutto delle nuove madri”.

Rapporto Immigrazione 2023, cresce l’allarme criminalità…

Nel report Migrantes – Caritas si legge che “nel dibattito pubblico il binomio immigrazione-sicurezza rimane di stringente attualità, generando un diffuso clima di paura e di intolleranza”. Il caso Lampedusa che da diverse settimane è tornato al centro dell’attenzione nazionale ne è la palese dimostrazione. I numeri sui detenuti stranieri sono rimasti pressoché in linea nel 2022, ma il continente africano rimane il più rappresentato (53% dei detenuti stranieri) e anche quello al centro di numerosi blitz anti-droga e anti-mafia (si pensi, per esempio, alle azioni contro la mafia nigeriana).

Il rapporto Immigrazione 2023, però, mette in luce anche un fenomeno particolare, in cui lo straniero risulta per lo più vittima. “Nel discorso pubblico è quasi del tutto assente la dimensione di vittima di chi alle condizioni di fragilità e di precarietà, proprie del migrante, aggiunge quella di persona offesa da un reato”. I dati: nel 2021 gli stranieri avrebbero denunciato oltre 60mila furti, più di 16mila truffe e frodi informatiche e oltre 11mila casi di danneggiamento. Senza tralasciare, poi, le vittime di violenza sessuale (967 denunce) e le tante vittime della prostituzione forzata e del lavoro nero.

…ma anche l’allarmismo

Da qui si giunge alla principale considerazione emersa nel Rapporto Immigrazione 2023. “Bisogna cambiare la narrazione“, è l’appello di Caritas e Migrantes.

“A 10 anni dalla tragedia di Lampedusa molto è cambiato nel racconto della mobilità in Italia. Sulla spiaggia di Steccato di Cutro, alla sabbia e ai relitti si mescolano una minore empatia e una maggiore indifferenza. L’informazione italiana dà rilevanza ad entrambi i casi, ma in modo differente per intensità e durata: 61 notizie il 3 ottobre 2013, con una trattazione che si protrae per almeno 3 mesi; 37 notizie il 27 febbraio 2023, con una copertura di poco più di 2 mesi. Le differenze, però, non si limitano al piano quantitativo, ma coinvolgono in profondità anche i contenuti della comunicazione. Se a Lampedusa prevale una cornice umana e umanitaria, la cornice sui fatti di Cutro si può definire in prevalenza securitaria, per giunta inserita nella più ampia dialettica sugli arrivi via mare, sui rischi della traversata e sulle addotte responsabilità politiche e nei soccorsi”.

Non è cambiato nulla dopo 10 anni, se non in peggio. Questa è la sintesi di quanto emerso dal report. La retorica emergenziale continua e rende il clima sociale e politico sempre più teso, assieme alle varie tensioni internazionali che tengono sempre più alta l’attenzione. L’appello, nel report, rimane lo stesso: “è necessario un cambiamento della narrazione, per superare quella dell’emergenza”.

Immagine di repertorio

Tag:

Articoli correlati

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017