Regione: crisi idrica scongiurata in Sicilia ma aree centro orientali restano sotto stress - QdS

Regione: crisi idrica scongiurata in Sicilia ma aree centro orientali restano sotto stress

redazione

Regione: crisi idrica scongiurata in Sicilia ma aree centro orientali restano sotto stress

Giuseppe Bonaccorsi e Antonio Leo  |
giovedì 29 Giugno 2023

Volumi in lieve calo rispetto allo scorso anno. Ecco i lavori annunciati su reti e dighe

Sarà una estate in chiaroscuro nelle campagne di mezza Sicilia. Nonostante le precipitazioni di maggio, al primo giugno la Sicilia non riesce a recuperare lo scarto rispetto allo scorso anno, pari – facendo la media tra le 29 dighe siciliane – al -11%. Sono i dati che l’Autorità di bacino della Regione ha rilasciato in anteprima al Quotidiano di Sicilia e che diffonderà oggi. In valore assoluto negli invasi dell’Isola si contano circa 520 milioni di metri cubi al primo giugno 2023 contro i 582 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente.

Una situazione che, stando a quanto affermano dalla Regione, dovrebbe permettere di passare un’estate tutto sommato tranquilla. “Si è recuperato ampiamente il disavanzo che avevamo fino al mese scorso – commenta al QdS Leonardo Santoro, segretario generale dell’Autorità di Bacino del Distretto Idrografico della Sicilia – . C’è stato un grande recupero e siamo soddisfatti. Rimane soltanto, in alcuni casi, una lieve differenza in meno”. In particolare, a patire maggiori difficoltà potrebbe essere “la Sicilia centro orientale”, come conferma il segretario Santoro. Per esempio, quella del Calatino, dove la diga Sturzo al primo giugno risulta con 26 milioni di m3 contro i 38 dello scorso anno.

Ma restsa il nodo delle infratrutture

Nonostante le piogge degli ultimi due mesi, si può dire che la capacità delle infrastrutture, di invasi e reti, di trattenere e immagazzinare l’acqua resta drammatica e infatti i volumi restano comunque al di sotto della capacità totale degli invasi. Non si è riusciti a imitare quello che avviene in molti altri Paesi del mondo. In Israele enormi estensioni di terreni siccitosi oggi sono stati trasformati in ridenti vallate verdi e lussureggianti, dove si coltiva qualsiasi ben di Dio, grazie all’invenzione dell’irrigazione “a goccia” che permettere di centellinare le risorse idriche ed evitare lo sperpero dell’irrigazione a pioggia. Si tratta di un sistema che riesce con sole poche gocce a tenere in vita la pianta nonostante le forti calure.

In un deserto della Cina, addirittura, si è studiato un sistema che sta permettendo di togliere grandi porzioni di territorio a un deserto. Tutto ciò ha già permesso agli abitanti dei luoghi di avere oggi grandi fette di terreno diventato lussureggiante dove ci pascola il bestiame.
In Sicilia, ma anche in altre parti del meridione, invece assistiamo ad enormi sprechi di acqua, a partire da quelle che si perdono in condotte vecchie e vetuste dei consorzi di bonifica che a causa della carenza di acqua hanno diminuito anche i turni di irrigazione. Se non si interverrà tempestivamente con sistemi irrigui all’avanguardia molto presto intere fette della Sicilia saranno lasciate alla desertificazione, cui seguirà quella della nostra economia.

La Regione prova a recuperare un atavico ritardo

La Regione sta comunque correndo per rimediare a una situazione che si è incancrenita nel tempo. Proprio ieri è stato approvato il disegno di legge “Collegato bis” alla Finanziaria, che contiene alcune misure proposte dall’assessorato regionale dell’Agricoltura. “Grazie allo stanziamento di 1,5 milioni di euro – si legge in una nota – sarà possibile avviare opere urgenti su reti e impianti irrigui, garantendo così i servizi per le produzioni agricole nei territori colpiti dall’alluvione dello scorso febbraio. Le somme stanziate serviranno, tra l’altro, a realizzare la zattera di sollevamento sulla diga Nicoletti, il ripristino della rete irrigua in parte del territorio ragusano e i lavori di efficientamento nei comprensori irrigui di Palermo, Messina, Siracusa, Trapani, Gela e Agrigento”.

Ma già nei giorni scorsi, nell’ambito di un incontro con alcuni sindaci della piana di Catania, l’assessore all’Agricoltura e vicepresidente della Regione, Luca Sammartino, aveva fatto un punto più ampio della situazione sugli interventi immediati e futuri: “Siamo al lavoro per garantire la migliore distribuzione possibile delle acque irrigue nei mesi estivi – aveva dichiarato Sammartino -, per rendere più efficiente la rete di distribuzione gestita dai Consorzi di bonifica e ottenere da Roma ristori per gli imprenditori che hanno subito danni alle strutture aziendali e alle coltivazioni a causa del maltempo dello scorso febbraio e delle piogge di maggio. Siamo al fianco degli enti locali e dei territori, con i quali teniamo attivo un confronto costante e nella massima trasparenza per risolvere le criticità e sostenere imprese e coltivatori”.

L’assessore aveva spiegato come, intanto, per quest’estate, l’obiettivo sia “garantire al meglio il servizio irriguo questa estate, supportati dal miglioramento della capacità degli invasi registrato nell’ultimo mese e dalla presenza dei laghetti aziendali, di cui è dotato il 70% del territorio”.

Per quanto riguarda l’efficientamento e una maggiore infrastrutturazione delle reti di distribuzione, inoltre, Sammartino aveva inoltre specificato come, grazie alle risorse del Psr 2014-2022, “abbiamo messo in campo alcuni interventi straordinari che potranno prendere il via dal primo luglio, con l’entrata in vigore del nuovo Codice degli appalti. Il Consorzio di bonifica 9 Catania, inoltre, ha ottenuto un finanziamento di oltre 15,6 milioni con i fondi di ‘Casa Italia’ (Dpcm 18 giugno 2021) per gli interventi di ripristino e adeguamento funzionale del canale Cavazzini a valle del torrente Monaci, nel territorio di Palagonia. Nel Calatino, grazie a un finanziamento di 10,6 milioni a valere sui fondi della legge 178/2020, potremo mandare in gara entro il 2023 un importante intervento di ristrutturazione e riduzione delle perdite della rete irrigua dipendente dal Dittaino-Ogliastro, nel territorio di Castelluccio-Favarotta. Nell’ambito dello stesso complesso irriguo sono già in gara anche altri lavori per un importo di 8,3 milioni, finanziati dal ministero. Inoltre, abbiamo recuperato sul Fondo di sviluppo e coesione quasi tutti i progetti legati alle reti distributive in tutta la Regione, che in un primo momento non erano stati ammessi al Pnrr”.

Per quanto riguarda i Consorzi di bonifica, aveva concluso Sammartino, “la riforma a cui sto lavorando e che il governo varerà nelle prossime settimane prevederà anche un canone irriguo commisurato al beneficio che l’agricoltore riceve. Spero che l’Ars la possa approvare in breve tempo”.

Intervista a Gaetano Punzi, vice direttore dei sei Consorzi di bonifica della Sicilia orientale

Acqua col contagocce nella diga Sturzo di Caltagirone, condotte che in alcune zone perdono molta acqua prima di arrivare a destinazione, cambiamenti climatici che costringono gli agricoltori a fare i conti con periodi di lunga siccità e poi con vere e proprie bombe d’acqua che allagano e distruggono tutti i raccolti. Sono questi alcuni dei temi che abbiamo affrontato con il vice direttore dei sei Consorzi di Bonifica della Sicilia orientale, Gaetano Punzi.

Vicedirettore Punzi, qual è lo stato dell’arte?
“In Sicilia orientale i consorzi di bonifica di nostra competenza sono quelli di Enna, Caltagirone, Ragusa, Catania, Siracusa e Messina. Insomma tutta la Sicilia orientale e parte di quella centrale è sotto la nostra competenza. La situazione attuale è in chiaroscuro. La vetustà di tutti gli impianti, cosa ormai risaputa, sta per essere superata da alcuni interventi di rinnovamento e quattro progetti rientrano anche nei fondi del Pnrr. Inoltre altri progetti stanno per essere cantierati”.

Qual è la situazione negli invasi al quale siete collegati?
“Abbiamo grossi problemi nel Calatino. La diga di Caltagirone, la Don Sturzo, non è messa bene. Anche se è piovuto recentemente siamo intorno ai 4 milioni di mc di consistenza e sono molto, ma molto pochi. L’invaso dovrebbe contenerne almeno 40 milioni per soddisfare tutte le esigenze sia della popolazione che delle campagne. Vorrei però premettere che sino ad Aprile quasi tutti gli invasi erano semivuoti e questo lasciava presagire un’estate disastrosa…”

Adesso invece come siete messi?
“Potremmo dire in chiaroscuro. Alla diga Pozzillo abbiamo registrato un consistente aumento dei mc di acqua grazie alle piogge degli ultimi due mesi. L’invaso si è riempito passando dai 12 milioni di aprile ai 40 e oltre di oggi. All’inizio di maggio pensavano di poter garantire soltanto 5 giorni di rifornimenti per la piana di Catania per tutta la stagione, invece oggi siamo nelle condizioni di poter garantire per tutta l’estate 50 giorni di acqua per tuta la piana catanese. Nelle altre province di nostra competenza la situazione non è messa poi così male Nel frattempo in questi mesi non siamo stati con le mani in mano. Vista la situazione abbiamo installato dei canali che hanno captato l’acqua dai fiumi trasportandola sino alle aree agricole e così abbiamo permesso a molti proprietari di invasi privati di poterli riempire per tempo. Queste acque sono state captate dal Simeto e dai suoi affluenti e dalla diga Ancipa di Troina che ha una buona consistenza, come lo stesso può dirsi per la diga Nicoletti. Per quanto riguarda gli altri invasi ad esempio quello di Lentini contiene attualmente circa 60 milioni di mc”.

Cosa può dirci della diga di Pietrarossa, in territorio ennese. A distanza di oltre 30 anni dall’avvio dei lavori nessuno ancora sa dire quando la diga sarà ultimata.
“La diga è stata presa in carico dalla Regione solo qualche anno fa. Attualmente ha avuto un finanziamento di circa 80 milioni. Un mese fa abbiamo fatto col commissario Spartà lo stato di consistenza che è stato consegnato all’attuale commissario che gestisce i fondi per la realizzazione dell’opera e abbiamo sbloccato questi lavori fermi da anni”.

Allora quando pensa che possa entrare in funzione?
“Quando verranno fatti questi lavori. Non so dirle. Non dipende da noi”.

Rispetto all’anno scorso la situazione negli invasi com’è, peggiore o migliore?
“Direi un po’ peggiore. L’anno scorso avevamo più acqua. Ma devo dire che sino a pochi mesi fa la situazione era a dir poco disperata. Invece adesso, con le ultime piogge la stagione irrigua in qualche modo sarà salva. Certo però non ci sono più stagioni piovose e non sappiamo come andrà in futuro”.

Le condotte dei Consorzi sono uno dei punti negativi di tutto il sistema…
“Abbiamo diversi progetti già finanziati. Uno riguarda l’area di Palagonia per oltre 15 milioni. Un altro riguarda Caltagirone e un altro ancora si occuperà di una condotta vicino alla diga Pozzillo. Nel Ragusano, nella piana di Acate, stiamo provvedendo a risolvere il problema delle condotte danneggiate dall’ultima alluvione. Abbiamo presentato un piano di interventi, voluto fortemente dall’assessore Luca Samartino che si sta occupando personalmente di farcelo finanziare. Ci sono anche tanti altri progetti”.

Il presidente di Coldiretti Catania continua a lamentarsi per la mancanza di progettazione…
“Purtroppo le nostre condotte sono troppo vecchie e spesso si forano in più punti. E quando bisogna intervenire bisogna scaricare tutte le condotte, attendere che l’acqua defluisca e poi procedere con i lavori. Ed è chiaro che la funzionalità venga persa per tanto tempo…”.

Parla Andrea Passanisi, presidente di Coldiretti Catania

CATANIA – Per meglio conoscere la situazione della Piana di Catania abbiamo intervistato il presidente provinciale di Coldiretti Andrea Passanisi.

Che estate prevede per il rifornimento idrico delle campagne?
“Un stagione di difficoltà e disagi. Insomma siamo alle solite”.

La Regione e l’assessore Sammartino sostengono di stare facendo l’impossibile.
“Non posso non evidenziare l’attivismo del nuovo assessore e vicepresidente del governo. In tanti anni non avevamo mai visto un responsabile dell’Agricoltura fare così tanti sopralluoghi. Il problema è che per questa estate ci vorrebbe la bacchetta magica e invece siamo sempre davanti alla mancanza di programmazione”.

Insomma bisogna che tutto cambi perché nulla cambi come diceva il ‘Gattopardo’ di Tomasi di Lampedusa?
“Come associazione di Categoria cerchiamo sempre il confronto con il Consorzio per comprendere i passaggi fondamentali. In primo luogo cerchiamo di capire a che punto è lo stato dell’arte della cubatura negli invasi. Inoltre ogni anno chiediamo a che punto sono gli interventi nelle reti colabrodo e quali sono gli interventi che si stanno effettuando. Si parte dal presupposto che la situazione strutturale è quella che è, ma quello che noi chiediamo è conoscere quali sono gli interventi di manutenzione per capire quantomeno se e quando quel poco di acqua verrà distrituito e bene. Certo ci sono momenti in cui riceviamo risposte e momenti in cui è negata anche conoscere qual è la dotazione degli invasi. Devo dire che sino allo scorso mese di maggio venivamo da un periodo di siccità incredibile, con scarsissime precipitazioni da settembre sino a marzo. Poi verso fine marzo e poi da aprile sino a metà giugno è piovuto. Quindi avremmo voluto sapere quando cominceranno i Consorzi con la distribuzione dell’acqua”.

La direzione dei consorzi orientali sostiene che gli invasi riusciranno a far fronte ai bisogni di questa estate, ma gli invasi hanno meno acqua rispetto all’anno scorso.
“Dopo un periodo di siccità lungo sette mesi non potevamo aspettarci altrimenti. La mia preoccupazione è soprattutto legata alle occasioni sprecate, quando in un determinato periodo ci sono magari gli invasi pieni e l’acqua o non viene distribuita, o è distribuita male per problemi strutturali e poi va perduta. Ovviamente attendiamo la riforma dei consorzi almeno per comprendere che seguito concreto dare nei prossimi anni a questi apparati”.

Lei oltre a essere presidente della Coldiretti è anche imprenditore agricolo. Cosa chiede alla Regione?
“Da tempo chiedo una programmazione. Bisogna gettare le basi per avere un piano che trovi un anello di congiunzione e un dialogo concreto tra comuni, imprenditori, Regione e gli enti che si occupano di gestione, manutenzione e distribuzione. A questo punto bisogna che si mettano d’accordo tutti gli enti che gestiscono i consorzi, i gestori degli invasi…e tutti remino nella stessa direzione”.

Insomma dale notizie che lei ha come sarà questa estate?
“Siccitosa. Quindi senza allarmare nessuno, dobbiamo fare buona comunicazione ai nostri iscritti, perché le dotazioni sono al minimo e ognuno deve comportarsi come meglio crede”.

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