Regione, finta targa "Assessorato alla Difesa della Razza" - QdS

Regione, finta targa “Assessorato alla Difesa della Razza”

redazione web

Regione, finta targa “Assessorato alla Difesa della Razza”

giovedì 25 Giugno 2020

Apposta sotto quella autentica della sede dei Beni culturali. Dopo la bufera per le poesie giovanili inneggianti al nazismo nuova polemica con al centro l'assessore Samonà, che parla di "intento intimidatorio". Lega Nord e FdI lo difendono

“Assessorato alla difesa della razza”.
La finta targa, affissa a Palermo sotto quella dell’assessorato regionale ai Beni culturali, in via delle Croci, ha una variopinta grafica che ricorda, guarda caso, quella del nuovo logo della Regione Siciliana fatto realizzare dall’Assessorato al Turismo e anche questo al centro di aspre polemiche perché, secondo molti, sarebbe stato scopiazzato (tanto che il Pd ha chiesto di non pagarlo).

Ma l’obiettivo della finta targa è l’Assessore dei Beni culturali e dell’Identità Siciliana, il giornalista Alberto Samonà, che, in quota Lega Nord, ha avuta affidata la poltrona dal presidente della Regione Nello Musumeci.
E la designazione a un esponente leghista a occuparsi dell’Identità dell’Isola non è andata giù ai tantissimi siciliani, anche di destra, i quali ricordano il Matteo Salvini che cantava “senti che puzza, scappano anche i cani, stanno arrivando i napoletani” e che gridava, con Umberto Bossi, “Forza Etna”.

Un primo cartello a fine maggio a Palermo

Prima dell’investitura, a fine maggio, un cartello era apparso a Palermo: “No Beni culturali alla Lega Nord, Musumeci dimettiti”. Ma il Presidente della Regione era andato avanti. E il due giugno persone provenienti da tutta l’Isola avevano contestato la “svendita” dei Beni culturali siciliani al Carroccio con una manifestazione davanti al Palazzo dei Normanni.

L’attenzione, però, dalla Lega Nord si era poi spostata proprio su Samonà, da sempre uomo di destra e che aveva ammesso di essere stato massone iscritto al Grande oriente d’Italia. A renderlo inviso a molti, però, era stato soprattutto il fatto che in diversi post pubblicati su diversi profili e pagine Facebook a lui riconducibili – e poi oscurati -, il neo assessore avesse scritto di non voler celebrare il 25 aprile “festa che non unisce ma divide” e avesse portato avanti una battaglia per abrogare il reato di apologia del fascismo.

Non è un caso, insomma, se la variopinta finta targa sia firmata, “Your happy fascists”, i vostri fascisti felici.

La vicenda della poesia inneggiante al nazismo

Ma il dissenso nei confronti di Samonà doveva ancora montare: “Il nazismo è stato un orrore della storia e va condannato senza appello” aveva scritto l’Assessore il 12 giugno, in un lungo post su Facebook, per rispondere alle accuse del “Fatto quotidiano” su una sua poesia del 2001 letta come un’elegia del movimento hitleriano.

L’Assessore, contestualmente, aveva chiesto scusa alla comunità ebraica, che, con una nota, aveva risposto seccamente: “Sul fatto che i versi che vent’anni fa scrisse in onore delle squadre della morte naziste appartengono a un passato che più non gli appartiene, qualche dubbio ci permettiamo di nutrirlo, anche in considerazione di più recenti frequentazioni e iniziative”.

“Non è alla Comunità ebraica soltanto che deve delle scuse – concludeva la nota -, ma all’Italia intera. Perché fascismo e nazismo sono offese all’Umanità tutta, senza distinzione di etnia, identità, religione”.

Leopardi assessore ai Beni culturali

E persino Matteo Salvini sembrava imbarazzato quando, durante l’ultimo tour elettorale in Sicilia, rispondendo alle domande dei giornalisti sulla querelle aveva affermato prima “Non mi occupo di poesia” e poi “Preferisco Leopardi”, facendosi bruciare dalla battuta del presidente dell’Antimafia regionale Claudio Fava, “Peccato non potere avere Leopardi come assessore…”.

La Trinacria diventa svastica

C’è da aggiungere che sulla finta targa, sopra la scritta “Assessorato alla difesa della razza”, il simbolo della Sicilia ha una gamba in più. E in un finto comunicato inviato ai giornali è scritto: “L’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, adeguandosi alle idee del governo regionale e dell’assessore Alberto Samonà stabilisce un’iniziativa innovativa: quella di assumere un nuovo nome che però strizza l’occhio al passato. Si propone nella nuova grafica una rivisitazione della Trinacria con l’aggiunta di una quarta gamba che richiama la svastica nazista”.

Sul web la nuova polemica ha avuto le consuete ricadute: su Facebook sono saliti a 50.153 i membri della pagina “No Beni Culturali alla Lega Nord – Musumeci dimettiti!” – che sta organizzando peraltro una manifestazione contro la Lega Nord per sabato prossimo in piazza Università a Catania – e a 74.223 quelli del gruppo “Sleghiamo la Sicilia”. E su change. org, dopo la sistemazione del cartello, hanno ripreso a raccogliere firme due petizioni: “Fuori la Lega dai beni culturali della Regione Siciliana” è a quasi quarantamila firme e “La Cultura siciliana non si lega!” a quasi ventiquattromila. Insieme, insomma, siamo vicini alle sessantacinquemila firme.

La denuncia e la difesa di Samonà

Intanto la finta targa è stata rimossa e sulla vicenda è stata presentata persino una formale denuncia, con l’annuncio che le telecamere di sorveglianza avranno certamente ripreso gli autori del gesto.

Perché per Samonà “chi agisce nell’ombra, affiggendo cartelli fintamente goliardici, persegue un intento intimidatorio: derubricare simili gesti come ‘scherzi’ è un grave errore di lettura e le cui conseguenze potrebbero diventare imprevedibili: evidentemente, c’è qualcuno interessato a diffondere un clima d’odio”.

Attorno a Samonà si sono stretti il capogruppo della Lega all’Ars, Antonio Catalfamo, che ha parlato di “ennesimo attacco cafone nei confronti di Samonà, persona perbene e giornalista di grande cultura oggetto di polemiche sterili e strumentali”, e quella di Fratelli d’Italia, Elvira Amata, secondso la quale “non c’è sarcasmo, non c’è ironia, non c’è alcunissima attenuante per azioni di tale bassezza”.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017