Rifiuti, è l’ora di concentrarsi sul “residuale” - QdS

Rifiuti, è l’ora di concentrarsi sul “residuale”

redazione

Rifiuti, è l’ora di concentrarsi sul “residuale”

martedì 04 Maggio 2021

Il punto di vista di Aiat

Questo breve contributo da parte di Aiat rappresenta l’inizio di una serie di note atte a rappresentare alcuni possibili scenari e trarre delle considerazioni funzionali sulla futura gestione dei rifiuti nella regione Sicilia. Il ragionamento si concentrerà molto sulla valutazione e gestione del rifiuto residuale a valle della raccolta differenziata, costituito dalla somma della frazione indifferenziata e dei non trascurabili scarti derivanti dai necessari processi di selezione e trattamento della RD. Il motivo non è tanto legato alla pur ridondante ed ennesima emergenza degli ultimi giorni, esito delle recenti limitazioni in ingresso per alcune discariche che ha fatto prospettare, ancora una volta, un onerosissimo e insostenibile trasporto fuori regione; ma alla storica evidenza della necessità – in questa come in tutte le regioni del mondo – di definire una gestione chiara, sostenibile e ben programmata per tutte le componenti del rifiuto, se si vuole veramente, e non solo a parole, chiudere il ciclo dei rifiuti nell’isola.

La regione Sicilia ha compiuto indubbi passi avanti “allontanandosi” finalmente da una gestione totalmente “ripiegata” sull’indifferenziato grazie al potenziamento della RD; potenziamento, inutile negarlo, ottenuto mettendo finalmente chiari obiettivi e correlate penali ai sindaci di tutti i comuni. Dopo molte difficoltà pare stia finalmente trovando una giusta programmazione impiantistica anche la gestione della frazione più complessa -quella organica- che ha messo (e ancora mette) in enorme difficoltà i comuni; comuni che fanno grandi sforzi per raccoglierla in maniera separata ma che purtroppo ancora oggi sono soggetti a pagare cifre esorbitanti in un mercato che è stato fortemente “drogato” proprio per l’assenza di impianti dedicati.

Sono infatti finalmente in programmazione molti impianti di gestione di tale frazione; impianti che, finalmente concepiti allo stato dell’arte nell’accoppiare digestione anaerobica e post-compostaggio – quest’ultimo con solo, e più sostenibile, ruolo di maturazione finale – consentiranno una gestione regionale moderna e ben ripartita rispetto ai centri di produzione del rifiuto organico. Lo stesso ritardo nel programmare i necessari impianti va però impedito – traendo finalmente lezione dal passato – per l’ingente (oggi oltre il 65%) frazione residuale: e questo proprio per le evidenti similitudini “economiche” con la frazione organica. A differenza infatti di frazioni più nobili come plastica e metalli e un po’ meno nobili come carta cartone e (ancora meno) il vetro, sia l’organico che il residuale hanno “valore negativo di mercato”, ovvero richiedono, per la loro gestione integrale, ingenti risorse economiche che vanno lasciate sull’isola.

Mentre le materie prime seconde (plastica, metalli, in parte carta) potrebbero – al limite – trovare uno sbocco di mercato anche fuori regione con un bilancio economico positivo (questionabile sul vetro) la gestione fuori regione del residuale comporterebbe un palese e ingiustificabile esborso economico che aggraverebbe enormemente i costi, aumenterebbe gli impatti sull’ambiente e potrebbe mettere in moto anche notevoli interessi illeciti nelle fasi di intermediazione, trasporto e smaltimento. Cosa che sta proprio oggi avvenendo in diverse regioni, del centro e del Sud che non hanno pianificato e programmato per tempo (o per scelta infausta) una gestione rifiuti con il necessario approccio olistico. Pertanto proprio su questa frazione è necessario concentrarsi per garantire l’autonomia gestionale (e il conseguente contenimento dei costi) in regione; e presto.

Giuseppe Mancini
Presidente nazionale Aiat
Associazione Ingegneria per l’ambiente e il territorio

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