Rincari in ristoranti e alberghi, in Sicilia aumenti del 18% - QdS

Ristoranti e alberghi sempre più cari. In Sicilia aumenti fino al 18%

Michele Giuliano

Ristoranti e alberghi sempre più cari. In Sicilia aumenti fino al 18%

giovedì 21 Settembre 2023

I dati Istat e Unc segnalano forti rincari nel mese di agosto rispetto all’anno precedente. A Palermo il picco per gli alloggi, seguono Siracusa (+9,9%) e Messina (+9,1%)

PALERMO – Venire in vacanza in Sicilia è diventato sempre più costoso. E anche il turismo di prossimità ha subito i forti rincari dovuti agli aumenti dei prezzi della ristorazione e degli alloggi. Soggiornare a Palermo, lo scorso mese di agosto, è costato il 18,4% in più rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, contro una media nazionale dell’11,2%. Solo un esempio, questo, del più ampio quadro, molto preoccupante, che è emerso dall’analisi dei dati Istat rielaborata dall’Unc, l’Unione nazionale consumatori.

I rincari in Sicilia

Se da una parte al momento il flusso turistico è tale che il prezzo non sembra incidere nelle scelte di chi decide di venire a visitare le bellezze dell’Isola, dall’altra gli aumenti si impongono anche nella vita di chi le città le vive ogni giorno, con non poche difficoltà. Non solo Palermo: a Siracusa gli aumenti per gli alloggi sono stati del 9,9%, a Messina del 9,1%. Anche stare a Catania per qualche giorno è costato di più, con una inflazione annua ad agosto del 6%. Meno rilevante, tanto da essere considerato un dato positivo, l’aumento relativo agli alloggi della città trapanese, di appena l’1%, mentre Caltanissetta vede i prezzi scendere del 9,7%.

Messina sale alla ribalta, invece, per quanto riguarda gli aumenti dei servizi di ristorazione, con un rincaro dell’8,6%, quasi 3 punti percentuali rispetto alla media italiana, che si ferma al 5,8%. Poco sotto, Siracusa al 5,4%, Palermo e Caltanissetta rispettivamente al 4,9% e al 4,8% di aumenti. Sempre Trapani, invece, si segnala “in positivo”, con un rincaro nei servizi di ristorazione del 2,7%.

La città con i maggiori rincari è Olbia-Tempio

A livello nazionale, per i prezzi dei servizi di alloggio, ossia alberghi, motel, pensioni, bed and breakfast, agriturismi, villaggi vacanze, campeggi e ostelli della gioventù, a guidare la classifica delle città più salate è Olbia-Tempio, con un balzo del 22,5% rispetto allo scorso anno. Al secondo posto Roma, con un incremento annuo del 22%.

Medaglia di bronzo a Brescia con +20,3% su agosto 2022. Tutte le città che si trovano nelle prime dieci posizioni si segnalano per percentuali molto alte di aumento dei prezzi: oltre a Palermo, troviamo Firenze, con +19,2%, poi Belluno (+18,8%), Varese (+17,4%). E ancora, Napoli ex aequo con Brindisi (+17,3%), e in chiusura della top ten Milano (+17,2%). Sull’altro versante della graduatoria, sette città sono in deflazione.

Pescara il capoluogo più virtuoso

Subito prima di Caltanissetta, il capoluogo più virtuoso è Pescara, al -13,3%, mentre al terzo posto c’è Massa – Carrara, al -5,2%. Per i servizi di ristorazione, ossia ristoranti, pizzerie, bar, pasticcerie, gelaterie, prodotti di gastronomia e rosticceria, nella penisola il conto più salato lo pagano quelli di Brindisi, +14,4% rispetto alla scorsa estate. Al secondo posto Viterbo (+14,1%), al terzo Benevento (+11,4%). La città più economica è Caserta, al +1,9%, seguita da Trapani, Pescara, Terni e Cremona tutte con +2,7%.

Rincari anche nei trasporti

Anche i trasporti subiscono rincari importanti: i prezzi dei voli nazionali, in un anno, decollano del 22%. Anche i pacchetti vacanza nazionali aumentano di prezzo, in media del 17%. In testa alla classifica degli aumenti mensili, tra agosto e luglio, il trasporto marittimo, che aumenta del 27,1% sul mese precedente.

Medaglia d’argento per i voli europei, che salgono del 9,6%. Incidono direttamente e indirettamente sul costo delle vacanze anche i rincari relativi ai combustibili, con il gasolio per mezzi di trasporto, che in un mese aumenta del 7%, e la benzina, il cui prezzo sale del 4,3%.

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