Catania, riunione per definire la nuova era del servizio idrico

Servizio idrico a Catania tra caro energia e subentri: da Sie ok alle proroghe per i gestori uscenti

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Servizio idrico a Catania tra caro energia e subentri: da Sie ok alle proroghe per i gestori uscenti

Simone Olivelli  |
mercoledì 24 Aprile 2024

Riunione con i vertici Sidra, Acoset, Ama, Acque Carcaci del Fasano e Acque di Casalotto per definire la "nuova era" del servizio nella provincia etnea.

Una riunione nella sala convegni dell’hotel Parco degli Aragonesi: è così che lunedì è iniziata ufficialmente la nuova era del servizio idrico in provincia di Catania. All’incontro – costato all’Assemblea territoriale etnea 450 euro, comprese le consumazioni al bar – hanno preso parte i vertici di Sie, la società pubblico-privata che rileverà gli impianti per quasi tre decenni, e i soci di Hydro Catania – socio di minoranza di Sie al 49% – che in questi anni hanno avuto in mano la gestione del servizio in parte del territorio etneo.

Si tratta di Sidra, Acoset, Ama, Acque Carcaci del Fasano e Acque di Casalotto.

Servizio idrico a Catania, il punto in riunione

“È necessario pianificare e avviare il subentro della Sie nelle gestioni pubbliche e private attualmente operanti nel territorio, affrontare tutte le tematiche sottese all’avvio concreto della gestione unica d’ambito garantendo la continuità del servizio pubblico di gestione del servizio idrico”, si legge nella determina con cui gli uffici dell’Ati hanno impegnato i fondi per l’affitto della sala.

Il confronto, stando a quanto appreso dal “Quotidiano di Sicilia”, si è tenuto in piena serenità, dopo le tensioni dei mesi scorsi quando ad alzare le barricate erano stati alcuni tra i sindaci che siedono nell’Ati, convinti che la convenzione stipulata con Sie soltanto dopo l’intervento della commissaria inviata dalla Regione prevede clausole eccessivamente a favore dei privati che guidano Sie e hanno le quote di maggioranza di Hydro: le famiglie Cassar, Virlinzi e Zappalà.

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Le proroghe all’orizzonte

Tenendo bene a mente che nella lunghissima querelle, passata a più riprese dai tribunali amministrativi, i colpi di scena sono stati ripetuti e per questo è difficile garantire che non ce ne saranno altri da qui in avanti, ciò che si può fare è fotografare il momento attuale. Che dice che sia Sie che l’Ati hanno messo le basi per garantire un periodo di proroghe nelle attuali gestioni – sia pubbliche che private – del servizio idrico per periodi massimi che, a seconda dei casi, andranno dai due a quattro anni.

All’origine di questa decisione ci sono i tempi che inevitabilmente dovranno trascorrere prima che Sie entri realmente in possesso dei singoli impianti che servono la provincia. Un subentro che, una volta cristallizzato nella firma della convenzione, necessita di passaggi tecnici non di poco conto. Nel frattempo, case e uffici non potranno rimanere senza acqua. “L’Ati, quale ente di regolazione, deve tutelare prioritariamente lo svolgimento del servizio pubblico evitando sia la paralisi del sistema che il trasferimento di gestioni dissestate per le quali sussistono possibili rischi di ulteriori contenziosi e disservizi nella gestione operativa e deve, altresì, dare continuità, nell’interesse pubblico, all’attività dei gestori per l’attuazione degli interventi finanziati”, si legge nelle premesse della delibera firmata dal presidente dell’Assemblea Fabio Mancuso.

Il rientro dai costi

Far sì che gli attuali gestori possano andare avanti nel servizio idrico è legato anche a un’altra questione: la necessità per le società di provare a rientrare dalle spese sostenute negli ultimi due anni a causa dell’aumento dei costi dell’energia. “Considerato che il sistema tariffario riconosce i costi con due anni di ritardo, l’Ati soltanto per l’anno 2022 ha quantificato una differenza tra costi energetici riconosciuti in tariffa e costi effettivi pari in media al 34 per cento del fatturato 2022. Tale gap ha creato una profonda crisi finanziaria nei gestori esistenti e, parallelamente, la necessità di garantire nel prossimo periodo regolatorio Arera (2024-2029) il progressivo recupero dei maggiori costi sostenuti e l’adeguamento degli aggiornamenti inflattivi registrati nel biennio 2022-2023”, specifica la delibera.

Ed è per questo che l’accordo sottoposto agli attuali gestori – quattro società pubbliche che complessivamente coprono per il servizio acquedotto circa il 65-67% del territorio provinciale, sei società private che coprono circa il 7-8%, Sie che copre circa il 5% (nel Calatino) e le gestioni comunali in economia che coprono il rimanente 20% – prevede la possibilità di andare avanti, ma a tempo determinato. “Nelle more del subentro nelle gestioni pubbliche e private – si legge – si rende necessario il rinnovo temporaneo fino al subentro effettivo da parte del gestore unico che verrà stabilita col cronoprogramma da concordarsi tra Ati e gestore unico e comunque non oltre un quadriennio, per le gestioni che hanno presentato istanza di riequilibrio entro il 31 dicembre 2023, e non oltre un biennio per le restanti gestioni”. A far parte del primo gruppo sono soltanto Sidra, Acoset e Sogip. Per gli altri gestori, invece, la proroga potrà andare avanti al massimo fino al 2026.

Immagine di repertorio

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