Salute e soldi, le famiglie siciliane non stanno bene - QdS

Salute e soldi, le famiglie siciliane non stanno bene

Salute e soldi, le famiglie siciliane non stanno bene

sabato 11 Maggio 2024

I dati Istat: quasi un cittadino su quattro segnala problemi a pagare le cure, il 40% ha risorse economiche inadeguate. Sopra la media nazionale l’insoddisfazione per le proprie condizioni sanitarie, in termini di servizi e assistenza

PALERMO – Passata la pandemia, superata l’impennata continua dell’inflazione, per i siciliani non sembra ancora arrivato il momento per tirare un sospiro di sollievo e guardare al futuro con serenità e ottimismo. Secondo i dati raccolti dall’Istat nel report annuale del Bes, che misura il “Benessere equo e sostenibile” attraverso una serie di indicatori che vanno ad analizzare molteplici aspetti della vita quotidiana, nel 2023 il 29,3% delle famiglie isolane ha dichiarato che la propria situazione economica è un po’ peggiorata, mentre si è molto aggravata per l’8%.

Per quasi il 30% delle famiglie siciliane situazione economica peggiorata

Una condizione che trova un riscontro negativo con quanto detto dal resto della penisola, che vede tali percentuali fermarsi rispettivamente al 26,9% e al 7%. Ancora, le famiglie siciliane che dichiarano che invece la propria condizione è migliorata sono soltanto l’8,2%, contro il 10,4% nazionale. Un ulteriore dato che conferma tale andamento negativo riguarda le risorse economiche disponibili. Il 35,2% delle famiglie dichiarano che esse sono scarse, contro il 29,3% italiano, e sono insufficienti per il 4,6%, contro il 3,5% della media nazionale.

Oltre 800 mila famiglie siciliane non arrivano a fine mese

In termini assoluti, le percentuali si traducono in oltre 800 mila famiglie siciliane che non hanno abbastanza per sbarcare il lunario e arrivare a fine mese.

Altro tasto dolente il campo della salute

Altro tasto dolente, che si affianca e si intreccia con le difficoltà economiche, è il campo della salute. L’Istat ha rilevato come i siciliani dai 14 anni in su siano poco o per niente soddisfatti dell’ambito definito “salute” nel 22,6% dei casi, contro il 18,7% nazionale.

All’interno della categoria salute sono tanti gli elementi che vanno ad essere compresi, a partire dalla speranza di vita alla nascita in buona salute, e senza limitazioni nelle attività a 65 anni, fino all’indice di stato fisico e psicologico; si ricomprende il tasso di mortalità infantile, per incidenti di trasporto, per tumore o per demenza e malattie del sistema nervoso. Ancora, si analizzano i dati relativamente all’eccesso di peso, fumo, alcool, sedentarietà, alimentazione. Una condizione che si lega a doppio filo con le difficoltà economiche, considerato come ormai l’accesso alla sanità pubblica non sia spesso agevole o richieda tempi piuttosto lunghi, e la sanità privata ha spesso costi inaccessibili per molti.

Situazione siciliana allineata a quella nazionale

La situazione siciliana si allinea a quella nazionale, inasprendone però l’andamento. La povertà assoluta dal 2019 al 2023 presenta una crescita dell’incidenza individuale. Nel 2019 era scesa al 7,6% in concomitanza dell’introduzione del Reddito di cittadinanza; nel 2020, l’incidenza riprende a crescere, arrivando al 9,1% e rimanendo stabile nel 2021. Nel 2022, l’incidenza torna ad aumentare al 9,7%, in larga misura a causa della forte accelerazione dell’inflazione, che ha colpito in particolar modo le famiglie meno abbienti e rimane sostanzialmente stabile con 9,8% nel 2023. Rimane sostanzialmente stabile rispetto ai tre anni precedenti la popolazione a rischio di povertà, pari al 20,1% nel 2022.

Al contrario di quanto successo in Sicilia, invece, nel 2023, la ripresa economica nella penisola ha impattato in modo significativo anche sul modo in cui le famiglie percepiscono la propria condizione, invertendo il trend negativo registrato a partire dall’inizio della pandemia: la quota di coloro che dichiarano di aver visto peggiorare la propria situazione economica rispetto all’anno precedente, si riduce finalmente nel 2023, dopo una crescita nei due anni di pandemia. Si inverte anche il trend negativo per la quota di persone che dichiarano di arrivare a fine mese con grande difficoltà: si contrae nel 2022 attestandosi al 6,9% dopo l’aumento dall’8,2% nel 2019 al 9,1% nel 2021; nel 2023 arriva addirittura al 3,5%.

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