Sanità, le proposte per arginare la carenza di medici: il governo Schifani penserebbe a unire più ospedali

Sanità, le proposte per arginare la carenza di medici: il governo Schifani penserebbe a unire più ospedali

Daniele D'Alessandro

Sanità, le proposte per arginare la carenza di medici: il governo Schifani penserebbe a unire più ospedali

Salvo Catalano  |
mercoledì 28 Giugno 2023

La proposta di legge del PD mira a creare dipartimenti interaziendali sia in Anestesia e Rianimazione, sia nell’Emergenza e Urgenza

Come colmare le enormi carenze di medici negli ospedali periferici? La politica regionale si interroga davanti a un sistema sanitario che si sta sgretolando, pezzo dopo pezzo, con poche isole che reggono e tutto il resto che arranca, affidandosi spesso a cooperative private o convenzioni onerosissime tra le aziende sanitarie di periferia e quelle delle grandi città. La prossima settimana il tema sarà sul tavolo della commissione regionale alla Sanità. In particolare la discussione si animerà attorno a una proposta di legge del Partito democratico che mira a creare dipartimenti interaziendali sia in Anestesia e Rianimazione, sia nell’Emergenza e Urgenza, cioè due dei settori dove la situazione è più grave. Basta considerare che l’Asp di Catania già da tempo, per non chiudere i suoi sette pronto soccorso, ha stipulato un ricco contratto con cooperative private.

Cosa propone il ddl del partito democratico

Il disegno di legge incardinato in commissione Sanità propone quindi di superare la logica e i confini attuali delle singole aziende sanitarie, e di creare dei dipartimenti interaziendali restando sempre all’interno della stessa provincia. Questo permetterebbe di unire nello stesso dipartimento aziende sanitarie delle grandi città, che dispongono di maggiori risorse umane, a ospedali di periferia. Di conseguenza anche i medici Anestesisti e dell’Emergenza delle varie realtà sanitarie confluite nel nuovo interdipartimento, risponderebbero a un unico coordinamento e verrebbero divisi, per determinati periodi di tempo, su più ospedali.

“È sotto gli occhi di tutti – si legge nella proposta di legge targata Pd – la circostanza che la carenza numerica di dirigenti medici anestesisti ha innescato fenomeni distorsivi del mercato del lavoro, poiché tale personale, potendo scegliere liberamente la sede di lavoro più comoda, preferisce concentrarsi nelle aziende ospedaliere delle città metropolitane atteso che il numero dei posti disponibili in pianta organica è superiore al numero di soggetti in possesso dei requisiti per l’assunzione”. Il ddl propone quindi di affidare la direzione del Dipartimento al Direttore della Unità complessa di Emergenza-Urgenza dell’Azienda sanitaria provinciale di riferimento. “È chiaro – spiega il primo firmatario della proposta, Giovanni Burtone che è anche sindaco di Militello – che il nodo centrale della carenza di medici resta il numero chiuso ed è assurdo che di fronte a questa situazione non venga tolto. Se non ora, quando? Ma con questo disegno di legge abbiamo già centrato il primo obiettivo: si discute concretamente di come arginare il problema”.

L’idea di Schifani

Nei prossimi giorni si attendono le mosse del governo Schifani, la cui volontà – secondo quanto filtra dai palazzi regionali – sarebbe quella di andare oltre la proposta dell’opposizione e di ridisegnare totalmente i confini delle aziende sanitarie, quantomeno nella parte che riguarda la medicina ospedaliera. L’obiettivo sarebbe lo stesso: accorpare a una grande azienda sanitaria ospedali periferici e in difficoltà. Un lavoro lungo, complicato e che incontrerebbe sicuramente molte resistenze. D’altronde i numeri sono impietosi. Se si guarda alla provincia di Catania e rimanendo nel settore dell’Anestesia e Rianimazione, gli ospedali di Caltagirone, Biancavilla, Militello, Giarre hanno meno della metà dei medici in pianta organica. Mentre dall’altra parte le aziende Cannizzaro e Policlinico-San Marco superano l’80 e il 90 per cento di copertura.

Le grandi aziende sanitarie delle città devono fermare per un paio di anno i concorsi”, denuncia Gigi Morello, primario anestesista all’ospedale di Caltagirone e presidente regionale del sindacato Aaroi Emac. Cosa che aveva provato a fare il governo regionale precedente: con una direttiva l’ex assessore Ruggero Razza aveva imposto  lo stop a nuove procedure concorsuali per le aziende sanitarie che avessero almeno l’80 per cento della pianta organica coperta. Un vincolo che invece è stato tolto dal nuovo esecutivo.

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