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Schifani d’accordo col M5S, Cuffaro con Lombardo, i meloniani con Legambiente: è caos fotovoltaico in Sicilia

redazione web

Schifani d’accordo col M5S, Cuffaro con Lombardo, i meloniani con Legambiente: è caos fotovoltaico in Sicilia

Chiara Billitteri  |
lunedì 03 Aprile 2023

Il governatore riceve il plauso dell'opposizione, ma si scontra con gli alleati del governo nazionale. Cosa sta succedendo.

Il Movimento 5 Stelle al fianco del presidente Schifani, Legambiente sulla stessa posizione del ministro delle Imprese e del Made in Italy Urso: l’ombra dello stop agli impianti fotovoltaici in Sicilia, annunciato ieri dal presidente della Regione, sta creando strane ‘intese’ che, al di là delle parole pronunciate a mezzo stampa, potrebbero nascondere altri interessi.

Il Movimento cinque stelle con Schifani

Da un lato Schifani, che insiste nel chiedere una misura compensativa per le Regioni che concedono le autorizzazioni, così come avviene per i Comuni nei quali gli impianti vengono installati, che “in cambio del danno ambientale che ricevono – spiega Schifani – ricevono il 3% dell’energia prodotta”, sostenendo che, in questo momento, “il fotovoltaico alla Sicilia non porta nulla”.

Gli fanno da spalla, incredibilmente, i grillini. Che però ci tengono a precisare: “Noi non siamo contro gli impianti fotovoltaici – spiega Luigi Sunseri, parlamentare all’Assemblea regionale siciliana del Movimento 5 Stelle- anzi, ci battiamo da sempre e quotidianamente per l’economia green. Ma non è possibile che i nostri campi diventino interminabili distese di pannelli fotovoltaici a causa di speculatori che puntano sulla disperazione delle gente per fare incetta di terre a basso costo”.

In quest’ottica “bene la presa di posizione di Schifani per evitare lo stupro del territorio, ma non sia un ‘no’ indiscriminato e generalizzato. Le energie rinnovabili sono il futuro dell’economia green e perciò vanno utilizzate ed incentivate, ma con precise regole che mettano sempre in primo piano il rispetto dell’ambiente e garantiscano un’adeguata contropartita economica. All’Ars sono depositati da tempo nostri ddl sul tema, uno per il fotovoltaico e uno per l’eolico, Si faccia di tutto per portarli al più presto in aula, specie ora che a sala d’Ercole è mancato il materiale su cui lavorare”.

Cuffaro con Lombardo

E dello stesso avviso dei grillini è anche Totò Cuffaro, secondo cui la presa di posizione del di Schifani sul fotovoltaico “vuole essere una pietra lanciata nello stagno per muovere le acque e porre l’attenzione sul tema della produzione energetica e dei profitti dei fondi che stanno investendo in Sicilia”. E che, però, rassicura: “non c’è nessun blocco delle istruttorie, ma solo la richiesta di un confronto produttivo col governo nazionale e con i fondi di investimento”.

E il fotovoltaico riavvicina persino l’ex governatore col suo successore. “Leggiamo del mega parco eolico al largo delle Egadi, il più grande d’Europa. Ma che meraviglia! E perché non al largo di Portofino o di Capalbio o di Porto Rotondo? E no. Lì no. Per i mega parchi c’è la colonia siciliana un po’ più a Nord della colonia africana. Gli indigeni avranno un po’ di lavoro per il montaggio. Ma grazie. E allora stop e il Governo nazionale ci dia una mano”, ha commentato Raffaele Lombardo.

“Trattino i grandi gruppi – aggiunge – Lascino un’ampia quota di energia da donare alle imprese e alle famiglie. Sarebbe un fattore attrattivo irresistibile per investimenti e lavoro e si potrebbe invertire la migrazione dei nostri giovani migliori istruiti al costo di lacrime e sangue dalle famiglie. E la bolletta di casa potrebbe ridursi di molto”. “E poi la terra. Migliaia di ettari in mano ai mega fondi sottratti alle produzioni biologiche e di qualità. Per il fotovoltaico si dia priorità ai terreni degradati, a cave e miniere esaurite, a discariche abbandonate, ad aree industriali – spiega ancora Raffaele Lombardo – Si preferiscano i terreni demaniali abbandonati da sempre. La Regione si doti di uno strumento che, a patti e condizioni, peraltro indicati nei piani energetici 2009 e 2021, e in cambio di tangibili vantaggi per i siciliani, assicuri autorizzazioni rapide. Ottimo lo stop al saccheggio. Si ragioni e si riparta secondo regole definite e nell’interesse della Sicilia!”.

Legambiente col governo Meloni

Dall’altro lato della barricata, invece, c’è ovviamente Legambiente, che ritiene quello di Schifani “un grandissimo errore”. Per gli ambientalisti, “il vero danno ambientale la Regione rischia di determinarlo se continua a non disporre l’individuazione delle aree idonee per gli impianti e se insiste nel rallentare il processo di sviluppo delle energie rinnovabili in Sicilia, unico strumento in grado di contrastare le devastazioni sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici”, dicono Giuseppe Alfieri e Anita Astuto, presidente e responsabile Energia e Clima di Legambiente Sicilia.

“Non è bloccando tutti i progetti di impianti fotovoltaici già presentati – spiegano – che si difendono i cittadini siciliani; la Regione è già in grave e colpevole ritardo nell’applicazione del Piano energetico regionale che dovrebbe garantire l’individuazione delle aree idonee alla presenza degli impianti, e questo ritardo oltre a determinare un’assoluta incertezza sotto ogni punto di vista per gli operatori del settore e per le comunità locali, genera anche la proliferazione indiscriminata e non regolamentata su base territoriale degli stessi impianti”.

La posizione di Legambiente, invece, è in linea con quella del ministro alle Imprese e al Made in Italy Adolfo Urso, che ha risposto a Schifani: “I pannelli solari sono una grande scommessa, soprattutto nelle regioni meridionali dove possono creare energia rinnovabile e occupazione”. E fa l’esempio di Catania, dove Enel sta costruendo “il più grande stabilimento di pannelli solari d’Europa”, facendo diventare l’Etna Valley “un polo tecnologico avanzato in Europa”.

E in effetti l’impianto di Catania potrebbe consentire di impiegare circa 2000 lavoratori, queste le stime, dato che (almeno in questo caso) smonta le affermazioni di Schifani secondo cui gli impianti non porterebbero vantaggi neanche in termini di lavoro.

Angelini: ecco perché dicono di no

Ma secondo alcuni i motivi del “no” sono diversi. Ad esempio, Aurelio Angelini, ex presidente della Commissione Tecnico Specialistica (Cts) spiega che al presidente della Regione “non va giù la disintermediazione rappresentata da una procedura di legge (Paur) in cui a esprimersi sono gli enti locali, i rami tecnici dell’amministrazione regionale e la Cts e non già il potere politico. Il Paur stabilisce un percorso autorizzatorio che non è riformabile dal governo della regione. Ma poi, Schifani non aveva asserito che la Cts bloccava tutto raccontando di incontri con grandi investitori che non venivano in Sicilia a causa di ciò? Quanto al danno ambientale causato dagli impianti fotovoltaici (quelli eolici no?), di questo – dice l’ex responsabile del Cts – è responsabile. Ricordo a Schifani che sta omettendo di applicare il Piano energetico regionale che prescrive l’individuazione da parte del governo delle Regione delle aree idonee in cui non generare interferenze ambientali”.

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