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Schlein è la segretaria, nomi e linea politica: cosa cambia adesso nel Pd siciliano

Accursio Sabella

Schlein è la segretaria, nomi e linea politica: cosa cambia adesso nel Pd siciliano

Redazione  |
martedì 28 Febbraio 2023

La sinistra, l'ambiente, le disuguaglianze. Verso la riapertura del dialogo con i Cinquestelle anche in vista delle prossime amministrative.

È andata giù dritta. Subito dopo la vittoria, Elly Schlein non ha girato attorno al concetto: ora bisogna cambiare. E per fugare ogni dubbio, ha precisato che a cambiare dovranno essere anche i nomi, i volti. Il Pd, insomma, si prepara a un rimescolamento che non potrà non avere effetti anche in Sicilia e fin da subito. Le amministrative si terranno tra novanta giorni (se la Regione non si allineerà alle date nazionali, in quel caso i giorni saranno ancora di meno) ed è già dietro l’angolo il momento delle scelte.

Chi sosteneva Schlein

Resta l’impressione di una vittoria a sorpresa. Anche perché la compagine a sostegno della Schlein sembrava meno “attrezzata” in termini di consenso elettorale. Non è un segreto, ad esempio, che i deputati regionali dell’Ars sostenessero in modo quasi compatto (con le eccezioni di Severino e Safina) il governatore Stefano Bonaccini. E in Sicilia, non è un sostegno solo formale: qui i deputati regionali vengono eletti con le preferenze, hanno un loro bacino elettorale “reale” che si è dimostrato ricettivo pochi mesi fa, quando col voto ha portato quegli undici deputati a Sala d’Ercole.

Persino l’appoggio del segretario regionale siciliano sembrava meno decisivo di quanto la carica stessa indicasse. Non sono mancati, per Anthony Barbagallo grane interne e polemiche, anche in occasione della formazione delle liste per le Politiche. Restavano poi un paio di parlamentari nazionali (Marino, Diacono) e l’endorsement al ballottaggio di un big come Antonello Cracolici.

Vince la sinistra?

Sarebbe quindi facile raccontare la storia di una vittoria giunta dal basso, scaturita da una “sete di sinistra” che covava dentro l’elettorato Pd. E probabilmente, in parte è anche così. Ma qualche elemento invita a una maggiore cautela. Il primo va ricercato ancora una volta all’Ars, dove molti deputati regionali eletti (quindi scelti) dall’elettorato Pd non hanno certamente una storia “di sinistra”, a cominciare dal capogruppo Michele Catanzaro. Insomma, cinque mesi fa, l’elettorato Pd sembrava preferire volti più moderati. E non va ignorato ovviamente l’appoggio, a livello nazionale di politici di lunghissimo corso come Dario Franceschini, anche lui di tradizione centrista.

Eppure, nelle parole di Elly Schlein, emerge l’abbozzo di una linea politica certamente più “di sinistra” e lontana dalle suggestioni renziane: lotta alle diseguaglianze e ambiente sono due pilastri di una narrazione politica che pesca pienamente in una visione che si distanzia quanto più possibile dalla destra.

Se sarà davvero sinistra, cosa succede in Sicilia?

Adesso, però, dalle parole bisognerà passare ai progetti politici. E c’è già una data vicina: le prossime elezioni amministrative, se non potranno fornire un dato “nazionale” troppo fedele (mai confondere le consultazioni locali con quelle in cui è maggiore la componente del voto “di opinione”), certamente darà una indicazione sulla strada che il “nuovo” Pd vorrà intraprendere. A cominciare dall’aspetto che finora era apparso come un bivio: sguardo puntato verso il centro di Renzi e Calenda o verso l’ala più movimentista dei Cinquestelle?

“Al momento – commenta Sergio Lima, portavoce siciliano della mozione Schlein – si può solo dire che certi temi per noi centrali, sono anche nel Dna del Movimento cinque stelle. Saranno i temi a rappresentare il baricentro di ogni tipo di alleanza. Ci sono certamente i presupposti per un dialogo più semplice e il tweet ieri a caldo di Giuseppe Conte nei confronti di Elly può essere un ulteriore segnale in questo senso. Ma la questione alleanze viene solo a valle: in queste ore ho registrato la voglia di tante persone di contribuire, gente che non si sarebbe mai sognata di votare Pd. Le alleanze quindi funzioneranno solo se ci sarà un Pd forte. E ovviamente sarà fondamentale l’apporto di tutti quei mondi, dell’associazionismo, delle forze civili che hanno sostenuto con convinzione la candidatura di Elly. E che mi auguro adesso vogliano dare una mano al nuovo Pd”.

L’ombra della scissione

Ma a quel punto, bisognerà fare i conti con chi, all’interno del Pd, ad esempio, non vede favorevolmente il riavvicinamento ai Cinquestelle. E non a caso, da ieri rimbalza la parola “scissione”, un sentimento di “rottura” rinfocolato da alcune dichiarazioni proprio dei centristi che stanno mettendo in guardia i moderati all’interno del partito. “Lo strappo? – rispondono però dalle parti della Schlein – non ci sarà”.

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