Corpi idrici sotterranei in Sicilia, il 73% è in cattive condizioni - QdS

Corpi idrici sotterranei in Sicilia, il 73% è in cattive condizioni

Marco Cavallaro

Corpi idrici sotterranei in Sicilia, il 73% è in cattive condizioni

Michele Giuliano  |
domenica 31 Marzo 2024

Il 18% delle stazioni monitorate utilizzato per il consumo umano: la relazione dell'Arpa aggiornata al 2022

Le acque siciliane sotterranee versano in cattive condizioni. Purtroppo si tratta di una conferma, l’ennesima per l’Isola. I dati sono stati forniti dall’Arpa Sicilia, che ha reso noti in questi giorni risultati delle analisi sullo stato qualitativo delle acque sotterranee isolane nel 2022: lo stato chimico dei corpi idrici siciliani è scarso addirittura nel 73% delle stazioni di prelievo classificate. Il dato diventa ancora più interessante se si fa riferimento nello specifico alle aree designate per l’estrazione di acque destinate al consumo umano: in queste stazioni, lo stato chimico è scarso nel 58% dei casi. Il monitoraggio 2022 è stato effettuato con prelievi di acqua in corrispondenza di 63 stazioni di monitoraggio. Di queste, il 49% pari a 31 stazioni, è costituito da risorse idriche sotterranee ricadenti in aree designate per l’estrazione di acque destinate al consumo umano.

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Sicilia, corpi idrici: lo stato chimico scarso

In particolare, i risultati della valutazione effettuata hanno messo in evidenza come il 73%, per un totale di 46 stazioni classificate nel 2022, è in stato chimico scarso, mentre le restanti 17 sono in stato chimico buono. Delle 46 con cattivi risultati, 18 sono le stazioni di acqua utilizzata per uso umano. La presenza di stazioni in stato chimico scarso interessa 29 corpi idrici sotterranei, pari al 66% dei corpi idrici monitorati nel 2022, di cui 2, denominate Piana di Vittoria e Ragusano, con un numero di stazioni in stato scarso superiore a 4; Piazza Armerina, invece, segnala un corpo idrico con 2 stazioni in stato chimico scarso; mentre per i restanti 26 corpi idrici è stato individuata una stazione in stato chimico scarso. Le più alte percentuali di superamenti dei parametri rilevati per definire lo stato qualitativo e dei valori soglia e valori di fondo naturale, sono state riscontrate per i parametri appartenenti alla categoria dei pesticidi, sia come singoli principi attivi o come sommatoria totale, (35%) e per il parametro relativo ai nitrati (22%), secondo quanto stabilito dal decreto ministeriale Ambiente del 6 luglio 2016. Questi due valori sono i principali responsabili della classificazione in stato chimico scarso.

I nitrati

Per quanto riguarda la presenza di nitrati nelle acque sotterranee, il monitoraggio, ha evidenziato concentrazioni medie annue di nitrati superiori al valore indicato come soglia (50 mg/l, milligrammi al litro) nel 40% delle stazioni monitorate, per un totale di 27 stazioni. Ancora, la distribuzione percentuale delle stazioni monitorate per classe di concentrazione media annua di nitrati ha messo in evidenza un valore superiore alla soglia del parametro per 5 stazioni dedicate alle acque per uso umano monitorate nell’anno. Sono due i corpi idrici, Piana di Vittoria e Ragusano, che presentano 3 o più stazioni affette da superamenti della soglia e 10 corpi idrici, Piana di Castelvetrano-Campobello di Mazara, Piana di Marsala-Mazara del Vallo, Pizzo Vuturo-Monte Pellegrino, Montevago, Piana di Licata, Monte Bonifato, Piana di Augusta-Priolo, Piana di Catania, Monte Gallo e Piana e Monti di Bagheria, che presentano una stazione affetta da superamenti della soglia fissata per legge.

Gli altri composti

Oltre i nitrati, superano i parametri soglia le categorie dei composti e ioni inorganici (14%), dei composti alifatici clorurati (11%), degli elementi in traccia (8%); è stato superato anche il parametro della conducibilità elettrica (5%), i parametri appartenenti alla categoria dei composti alifatici alogenati cancerogeni (4%) e dei composti organici aromatici (1%). Il monitoraggio delle acque viene fatto ogni anno ed è regolamentato dalla direttiva europea 2000/60 Ce, che stabilisce un quadro per l’azione comunitaria in materia di acque, al fine di proteggere le acque superficiali interne, le acque sotterranee e marino-costiere.

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