In Sicilia tornano le Province: cosa prevede la riforma e quando si voterà

In Sicilia tornano le Province: cosa prevede la riforma e quando si voterà

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In Sicilia tornano le Province: cosa prevede la riforma e quando si voterà

Giuseppina Varsalona  |
venerdì 03 Marzo 2023

Dopo nove anni dall'abolizione la parola torna al popolo con il suffragio diretto. Dai consiglieri agli assessori, ecco come saranno composti gli enti

Abolite nel 2014 da Rosario Crocetta, con quella che fu considerata una riforma epocale, le vecchie e care Province non sono più solo un miraggio. Basta con il commissariamento degli enti e l’ipotesi di elezioni di secondo grado. Dopo nove anni, la parola torna al popolo con il suffragio diretto dei liberi consorzi di Comuni (che assumeranno la denominazione di Province) e delle Città metropolitane. Il governo regionale, guidato da Renato Schifani che, a Palazzo d’Orleans, ha presentato alla stampa il disegno di legge approvato in giunta, pensa di tornare alle urne tra il 15 ottobre e il 30 novembre. Ma c’è un dettaglio non di poco conto: l’entrata in vigore della legge, dopo l’approvazione all’Ars, è condizionata dall’abrogazione della legge Delrio da parte del Parlamento nazionale. 

In Sicilia il ritorno delle Province

Ma andiamo con ordine. Nel dettaglio, le Province saranno sei, più le tre Città metropolitane di Palermo, Catania e Messina; il progetto di riforma individua gli organi di governo e la loro composizione, introducendo la figura del consigliere supplente; stabilisce le quote rosa nelle liste, con almeno un quarto delle candidature riservato a donne; prevede la doppia preferenza di genere, come nei Comuni; introduce il collegio unico per l’elezione del presidente della Città metropolitana e della Provincia, la divisione della circoscrizione elettorale in collegi per l’elezione dei consiglieri provinciali, in modo da dare adeguata rappresentanza a tutti i territori. 

Come saranno composte le Province

Per le province con popolazione superiore al milione di abitanti sono previsti 36 consiglieri e massimo 9 assessori; per quelle tra cinquecentomila e un milione di abitanti, 30 consiglieri e fino a 7 assessori, mentre quelle con meno di 500.000 abitanti potranno eleggere 24 consiglieri e le giunte avranno massimo sei assessori. Il ddl fissa le competenze dei nuovi organismi. 

“Oggi abbiamo avviato il percorso per la reintroduzione delle Province in Sicilia, con l’elezione diretta di presidenti e Consigli. L’abolizione degli enti intermedi, nove anni fa, con l’istituzione delle Città metropolitane e dei Liberi consorzi non ha mai funzionato”, ha detto il governatore, alla presenza del vicepresidente Luca Sammartino e dell’assessore alle Autonomie locali, Andrea Messina. “Con questo testo onoriamo un impegno assunto con i siciliani in campagna elettorale, e soprattutto diamo risposta a un’esigenza sentita non soltanto in Sicilia, ma in tutto il Paese”. 

“La cancellazione delle Province, fortemente voluta dal governo dell’epoca – ha spiegato Schifani – partiva dal presupposto della riduzione dei costi della politica, ma ha determinato un vuoto nei processi decisionali e amministrativi che ha penalizzato in maniera evidente l’erogazione di servizi importanti per i cittadini e per la tutela del territorio. Il numero di consiglieri e di assessori sarà inferiore rispetto a quello del passato, secondo una logica di sobrietà che guarda al contenimento dei costi e di snellezza e efficienza dei nuovi enti.  Speriamo ci possa essere una sessione elettorale ad ottobre, ma l’Aula sarà sovrana – aggiunge -. Ci auguriamo si possa avvicinare a quella data. Attendere un anno sarebbe un nonsenso. 

Le materie saranno identiche a quelle delle ex Province, come la manutenzione strade e degli edifici scolastici. “In una fase di rodaggio – ha spiegato Schifani – non abbiamo voluto appesantire gli enti di altre funzioni”.   

Alla conferenza stampa di presentazione del ddl governativo erano presenti anche il vicepresidente della Regione, Luca Sammartino, e l’assessore alle Autonomie locali Andrea Messina. 
“L’atto varato oggi dalla giunta – ha detto Sammartino – è il primo grande passo di un processo di riorganizzazione del sistema degli enti locali in Sicilia. Una tappa importante all’insegna della grande collegialità politica con cui opera questo governo, per garantire risposte concrete e servizi efficienti ai siciliani”.
 “L’obiettivo del disegno di legge del governo è quello di riorganizzare e di ricostruire tutti quei servizi e le funzioni che in questi anni sono stati abbandonati, dalla viabilità all’edilizia scolastica degli istituti superiori – ha detto Messina -. L’auspicio è che si vada al voto già nel prossimo autunno o nella prossima primavera, considerato che ci sono delle condizioni che non dipendono soltanto dalla Regione”. 

Province, elezione diretta del presidente 

Per l’elezione diretta del presidente della Provincia, contestualmente al consiglio provinciale (unica scheda), è previsto il 40% dei voti validi quale soglia per l’elezione al primo turno. In caso di mancanza del quorum, si andrà al ballottaggio. Previsto anche il voto disgiunto. Il sistema elettorale sarà il proporzionale con metodo D’Hondt per l’assegnazione dei seggi alle liste. Sono previsti due o più collegi interni all’unica circoscrizione provinciale, determinati secondo i meccanismi della preesistente normativa regionale, la doppia preferenza di genere e l’elezione a consigliere provinciale del candidato presidente della Provincia miglior perdente, purché abbia ottenuto almeno il 20%. dei voti validi. 

Il sistema elettorale adottato sarà il proporzionale con metodo D’Hondt per l’assegnazione dei seggi alle liste. 

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