Lo ha dichiarato l’assessore comunale alla Cultura di Siracusa, Fabio Granata. “Dovrà essere percepito come una svolta per le nostre città oltre che una poderosa offerta culturale”
SIRACUSA – “Il Grande Parco del Sudest può essere una occasione di sviluppo per tutta la Sicilia”. Lo afferma l’assessore comunale alla Cultura di Siracusa nonché Direttore del Distretto Sudest, Fabio Granata.
Il Grande Parco del Sudest (istituito come Parco Archeologico di Siracusa, Eloro e Villa del Tellaro) comprende il Parco della Neapolis con il Teatro Greco, l’Anfiteatro Romano, l’Ara di Ierone, la Latomia del Paradiso con l’orecchio di Dionisio, la grotta dei Cordari; il Museo archeologico regionale Paolo Orsi, il Castello Eurialo, il Ginnasio Romano, il Tempio di Zeus, l’intera perimetrazione cittadina delle Mura Dionigiane; il Museo Archeologico Judica di Palazzolo e il suo Parco archeologico con il Teatro, i Santoni, Santa Lucia di Mendola; la Necropoli di Castelluccio, in territorio di Noto, la Villa Romana del Tellaro, la colonna Pizzuta, e il sito archeologico di Eloro; la Villa romana di Borgellusa ad Avola; la Necropoli di Pantalica Ferla, Sortino e Cassaro, il sito archeologico di Monte Casale-Kasmene a Buscemi, ed il sito archeologico di Thapsos Priolo. Per estensione si tratta del più grande Parco Archeologico al Mondo.
Granata dichiara: “Dopo anni Sebastiano Tusa chiuse il cerchio da me aperto con la legge 20 del 2000, riuscendo a sancirne l’istituzione e quindi la piena autonomia. Questo enorme spazio già oggi ha quasi 1 milione di visitatori annui per un incasso che sfiora i 7 milioni di euro senza ancora aver sviluppato una politica univoca e coordinata di valorizzazione e gestione”.
“Il primo passo da fare – prosegue Granata – dovrà essere quello di dotare il Parco della prevista autonomia gestionale e di bilancio: questo è un passaggio fondamentale ma non sufficiente. Serve una Governance all’altezza dell’impresa e per concretizzarla occorre il coinvolgimento di tutti gli attori del grande territorio”. Granata suggerisce al neo assessore regionale ai Beni Culturali, Alberto Samonà, di affrontare la gestione del Grande Parco con una logica diversa dagli altri 15 Parchi istituiti. “Per questo nostro Parco – spiega Granata – è essenziale che insieme alla Autonomia finanziaria e gestionale, con tutti gli enormi vantaggi che questa porterà al Parco, si pensi a un’applicazione ampia dello spirito del legislatore, anche attraverso un apposito decreto assessoriale, e quindi alla individuazione di una Governance plurale: oltre a un ottimo Direttore essa dovrà coinvolgere i Sindaci delle tante città che il Parco comprende. Sarà poi fondamentale il coinvolgimento, in una logica di sussidiarietà, dell’associazionismo culturale, turistico e imprenditoriale: solo questo organismo plurale potrà “gestire” il Parco come un enorme Distretto Culturale affine e sovrapponibile al nostro “Sudest”, e determinare la nascita di una vera industria del “viaggio culturale” dotata di grandi risorse e lungimirante visione”.
“Il Parco – conclude Granata – dovrà essere percepito come una svolta per le nostre città oltreché come una poderosa offerta culturale. Potranno essere coinvolte tante imprese culturali e turistiche di tutto il nostro Sudest. Diventerà una grande realtà culturale, sociale ed economica. La stessa che con Sebastiano Tusa e Calogero Rizzuto è sempre stata al centro delle nostre visioni e delle nostre speranze”