Sostegno a centri antiviolenza: maxi finanziamento dalla Regione

Sostegno a centri antiviolenza: dalla Regione arrivano 1,1 milioni di euro

Daniele D'Alessandro

Sostegno a centri antiviolenza: dalla Regione arrivano 1,1 milioni di euro

Michele Giuliano  |
giovedì 14 Settembre 2023

I fondi elargiti dalla Regione serviranno a sovvenzionare le strutture iscritte nell’apposito albo per le spese di gestione

La Regione si mobilita per i centri antiviolenza, e stanzia oltre un milione di euro a  sostegno della gestione delle strutture di accoglienza ad indirizzo segreto e alle strutture di ospitalità in emergenza già presenti sul territorio regionale. Un tema fortemente sentito dall’opinione pubblica, quello della violenza di genere, che necessita di una risposta certa ed efficace da parte di chi governa, e i centri antiviolenza sono sicuramente una parte fondamentale del processo di protezione e difesa di chi si trova ad essere vittima di violenza domestica e non solo. Lo stanziamento ha proprio lo scopo di attuare le disposizioni normative della legge regionale n. 3 del 03 gennaio 2012 “Norme per il contrasto e la prevenzione della violenza di genere”.

Uno spazio sicuro contro la violenza di genere

In attesa che si sciolgano i nodi burocratici relativi all’attuazione dell’intesa, adottata in sede di Conferenza unificata il 14/09/2022, in cui sono stati approvati i requisiti minimi dei centri antiviolenza e delle case rifugio, il bando é rivolto agli enti autorizzati o iscritti all’albo regionale ex articolo 26 legge regionale 22/86, nella specifica sezione dedicata e per la tipologia di servizio ”Strutture di accoglienza ad indirizzo segreto e/o strutture di ospitalità in emergenza”, allo scopo di offrire ospitalità temporanea alle donne, sole o con figli minori o diversamente abili, vittime di violenza, per poterle sostenere, in tal modo, in un percorso di affrancamento dalla violenza e di progressivo reinserimento sociale.

Fondi per un servizio fondamentale per la comunità

I contributi forniti dalla Regione mirano a coprire i costi non inclusi nelle quote di finanziamento a carico degli enti locali, tenendo anche in considerazione l’aumento del costo della vita che ha investito tutto nel corso dell’ultimo anno. Potranno essere richiesti al massimo 35 mila euro, a nome delle associazioni e le cooperative sociali che gestiscono le strutture di accoglienza. Le spese rendicontate dovranno derivare da atti giuridicamente vincolanti (contratti, lettere di incarico, ordini, etc…) da cui risulti chiaramente l’oggetto dell’attività o della fornitura, il suo costo, la sua pertinenza all’attività di gestione della struttura, sempre nell’ottica dei criteri di  economicità e di trasparenza nella scelta dei fornitori di beni e servizi. Tutti i titoli di spesa (fatture dei fornitori, affitto, buste paga, ecc) devono essere regolati attraverso mezzi certi di pagamento tratti dal conto corrente dedicato.

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