Spese sanitarie e accise, esposto di Codacons alla Corte dei Conti: "Tolti oltre 8 miliardi ai siciliani"

Spese sanitarie e accise, esposto di Codacons alla Corte dei Conti: “Tolti oltre 8 miliardi ai siciliani”

Daniele D'Alessandro

Spese sanitarie e accise, esposto di Codacons alla Corte dei Conti: “Tolti oltre 8 miliardi ai siciliani”

Chiara Billitteri  |
giovedì 30 Marzo 2023

L’associazione dei consumatori ha affidato al docente Costa uno studio sugli effetti dell’accordo tra Regione e Stato. Ecco cosa contiene

“La Regione siciliana ha avviato un confronto con il governo nazionale per la revisione dell’accordo per il rientro del disavanzo regionale”.
Il breve comunicato stampa diramato al termine dell’incontro tra Renato Schifani, il ministro per l’Economia Giancarlo Giorgetti e l’assessore regionale Marco Falcone, che ieri si sono visti a Roma, non accenna neanche a quello che è uno dei temi che di sicuro ha avuto un ruolo di spicco nel contribuire al disavanzo della Regione: l’annosa questione della spesa sanitaria regionale e delle accise.

Una storia lunga oltre 15 anni

Partiamo con un breve riassunto:
Nel 2007, nell’ottica di procedere ad una più puntuale attuazione dello Statuto della Regione, che prevederebbe l’autonomia sulla spesa sanitaria, era stato previsto previsto in Finanziaria l’aumento della quota di spesa sanitaria che compete alla Regione, che allora si attestava sul 42% circa, al 49%. Per far fronte a questo aumento di spesa, si era previsto contestualmente che la Sicilia avrebbe avuto diritto ad avere restituita una quota corrispondente delle accise sui prodotti petroliferi consumati nel territorio regionale.
E la Regione si è fatta effettivamente carico di questa maggiore spesa, solo che lo Stato non ha corrisposto la quota di entrate che avrebbero dovuto bilanciarla.

Le somme in bilancio

Questo nonostante il tentativo di iscrivere comunque l’entrata in bilancio, bloccato dalla Corte Costituzionale, “che ha sì riconosciuto il diritto della Regione, ma ha stabilito che l’eventuale entrata nelle casse regionali doveva corrispondere ad una riduzione nel bilancio dello Stato”, ha spiegato oggi il professore Massimo Costa, ordinario di economia aziendale all’Università di Palermo, al quale è stato affidato dal Codacons uno studio che quantificasse il mancato gettito annuale e la relativa perdita per le casse della Regione.

L’accordo tra Stato e Regione

La questione, infatti, è stata recentemente “risolta” da un accordo tra il presidente della Regione e il ministro dell’Economia del 16 dicembre 2022. “In questo accordo la Regione, senza compensazione alcuna, rinuncia unilateralmente all’intero mancato gettito dal 2007 al 2021, ottiene un importo una tantum di 200 milioni per il 2022 e una “promessa” di rideterminare questo importo per gli anni successivi”, spiega Costa.
Il risultato dello studio del Codacons è impressionante: “l’accordo firmato da Schifani toglie ai siciliani e alla sanità regionale 8,5 miliardi di euro”. 

A questo risultato, “praticamente pari a quasi un’intera annualità di servizio sanitario regionale, – si legge in una nota di Codacons – si arriva dopo un’articolata attività di accesso documentale condotta dall’avvocato Paolo Di Stefano dell’ufficio legale del Codacons, che ha ottenuto dal Ministero dell’economia e finanze e dall’Agenzia delle dogane sia i termini dell’atto di rinuncia ai crediti della Regione siciliana firmato da Giorgetti e Schifani”.

Il documento del Codacons

“L’analisi ha evidenziato severe implicazioni sugli equilibri finanziari e spese prive di copertura – scrive il Codacons -. Per la precisione ammonta a 8.492.250.753,98 euro la rinuncia del credito firmata da Schifani con un accordo che grava i cittadini di minori servizi, senza alcuna contropartita dello Stato, in un momento storico in cui, in Sicilia, la povertà sanitaria dilaga”. 

La relazione di Costa “dimostra che la misura dei crediti cui la Regione ha rinunciato, al contrario di quanto sostenuto dal governo regionale, non solo può essere quantificata, ma sottrae al nostro sistema regionale ingenti risorse. Secondo l’economista, questo ammanco determina forti implicazioni sugli equilibri finanziari della Regione e, per conseguenza, su quelli dell’intero sistema delle amministrazioni pubbliche italiane”. 

E infatti, come si legge nella relazione, “se la Regione dal 2007 ad oggi ha sostenuto, senza disporre delle relative entrate, circa 8 miliardi e mezzo di spese sanitarie, queste resterebbero definitivamente prive di ogni copertura finanziaria, perché la finanza regionale non gode di alcun meccanismo perequativo derivante dalla finanza statale. Ciò significa che la maggior spesa ha violato il criterio di pareggio in bilancio”.
Viste, quindi, le gravi conseguenze finanziarie che, secondo lo studio economico fatto dal Codacons, sono determinate dall’ultimo accordo Stato-Regione, l’associazione ha deciso di inviare un esposto alla Corte dei Conti per far luce sulla vicenda, “nell’auspicio che le istituzioni interessate comunque intervengano per una disapplicazione dei termini di una manovra, davvero infausta per la sanità siciliana”. 

L’incontro tra Schifani e Giorgetti

Nel frattempo, dopo l’incontro di ieri con Giorgetti, il presidente Schifani ha detto di avere riscontrato “la disponibilità del ministro Giorgetti a ridiscutere i termini dell’accordo tra Stato e Regione, alla luce del mutato quadro economico-sociale del Paese e della nostra Isola, evidenziando la necessità di rivedere alcuni vincoli per sostenere e rendere più funzionale lo sforzo di risanamento che la Sicilia sta compiendo”.

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