"In Argentina abbiamo iniziato a pescare grazie ai siciliani": l'incredibile storia del gemellaggio tra Mar del Plata ed Acireale
11.200 km e l’Oceano Atlantico di mezzo separano due località che, dal punto di vista topo-geografico, appaiono distanti anni luce. Una si trova in Sicilia, l’altra in Argentina, nel cuore del Sud America. Vi starete già chiedendo cosa significhi tutto ciò, andando giustamente per logica. Eppure, centinaia di anni di storia sono riusciti ad annullare distanze siderali ed avvicinare, avvolgendole in un legame indissolubile, Acireale e Mar del Plata. Forte, anzi fortissimo, è il rapporto che lega infatti la cittadina albiceleste con il borgo marinaro di Santa Maria La Scala.
La storia ha inizio ai primi del 1900: molti abitanti “scaloti”, in stragrande maggioranza pescatori, erano alla ricerca di mari che potessero garantire loro quantità di pesce necessarie per una dignitosa sopravvivenza. Così, a poco a poco, iniziarono a migrare proprio per Mar del Plata, trovando sulla costa argentina una sorta di “El Dorado“. La curiosità – clamorosa – è che fino a metà ‘900 a Mar del Plata – città estiva per eccellenza sino a quel momento – non esistesse un porto vero e proprio, che venne poi costruito su impulso dei pescatori siciliani a cui era vietato occupare le spiagge in centro. Ebbene, oggi il porto di Mar del Plata è il più grande di tutta l’Argentina: poesia, insomma. Con lo spargersi della voce, nel corso degli anni, sempre più siciliani decisero così di cambiare vita, abbracciando la realtà latina senza però dimenticare mai le proprie origini.
La storia di Roberto Pennisi
Noi del Quotidiano di Sicilia siamo andati oltre, a caccia di storie di chi ha vissuto tutto ciò in prima persona per potervele raccontare. Così abbiamo intervistato Roberto Pennisi, argentino ma con la Trinacria nel cuore, testimone del “sacro” legame tra il borgo marinaro di Mar del Plata ed Acireale: “Mi chiamo Roberto Pennisi, ho 54 anni e sono figlio di Gioacchino Pennisi e Jolanda Greco – le sue parole ai nostri microfoni – Sono nato al porto di Mar del Plata da genitori emigrati dalla Sicilia, da Santa Maria La Scala, arrivati in Argentina per pescare. Ho scritto 3 libri su questa storia, registrando oltre 20 documentari sul mio canale Youtube. Ho voluto da sempre che quanto fatto da tutti questi migranti non venisse mai dimenticato: grandi lavoratori che sono stati i nostri maestri”.
“A Mar del Plata ci sono 5000 acesi: per merito dei siciliani è nata la pesca in Argentina”
Roberto, con quel suo modo di parlare spagnolo caratterizzato da guizzi di dialetto siculo, ci ha raccontato la genesi del gemellaggio tra Acireale e Mar del Plata, sottolineando il ruolo fondamentale giocato dagli emigrati siciliani nello sviluppo del settore della pesca in tutta l’Argentina.
“Tra il 1997 e il 1998, i sindaci di Acireale e Mar Del Plata – continua – hanno avuto l’idea di stabilire un gemellaggio. Talmente grande, infatti, è questa comunità di siciliani giunti a Mar del Plata che gli acesi sono addirittura circa 5 mila: così è nata questa fratellanza tra le due città, Acireale e Mar del Plata, anche se sparse in tutta l’Argentina ci sono altre migliaia di persone arrivate dalla Sicilia. Per parlare dell’importanza della migrazione dei siciliani qui da noi servirebbero interi capitoli di storia. Pensate che il primo pesce mai pescato nel mare argentino lo ha pescato un liparoto: la loro comunità è stata da sempre assieme alla nostra, giovanissima, che quest’anno ha festeggiato i 150 anni dalla sua nascita. I siciliani hanno aiutato a sviluppare l’industria del pesce in Argentina, perchè qui di solito si mangiava solo carne. Piano piano, padri, genitori e figli quando hanno visto questa grande abbondanza, hanno iniziato anche loro a pescare e poi a industrializzare. L’azienda della mia famiglia, ad esempio, ha lavora le acciughe e la conserva dei pesci: l’attività “Pennisi” ha ormai 70 anni e qui siamo abbastanza noti. Tutta l’industria del pesce, floridissima adesso in Argentina, è stata creata dai siciliani e dai campani. I siciliani hanno influenzato la nostra cultura anche in altri ambiti, come quello culturale, poetico, musicale e calcistico (Roberto, tifosissimo dell’Aldosivi, neo promosso in Serie A, è stato anche vice-presidente della Platense, storico club argentino militante oggi in Primera Division in cui giocò l’ex fuoriclasse della Juventus David Trezeguet tra il ’93 e il ’95). La gratitudine per i siciliani sarà sempre eterna: c’hanno lasciato un know-how d’infinita importanza per poter fare cose che prima non sapevamo fare”.
(Fonte immagini Mar del Plata: Roberto Pennisi – Canale Youtube ManuTrip – Airdronne)
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