Subito Ponte e infrastrutture. Il Sud è un problema? No, è la soluzione - QdS

Subito Ponte e infrastrutture. Il Sud è un problema? No, è la soluzione

Carlo Alberto Tregua

Subito Ponte e infrastrutture. Il Sud è un problema? No, è la soluzione

martedì 10 Novembre 2020

Dall’annessione del Mezzogiorno al Regno di Sardegna e Piemonte (1861), il Sud viene considerato dai diversi governi un problema. Secondo una certa letteratura, i terroni sono inefficienti, incapaci di avere una buona amministrazione pubblica, sempre con la mano tesa a chiedere qualcosa, senza una visione prospettica del proprio futuro.
In quanto precede c’è del vero, ma si dimentica che quando i terroni vanno nel Nord o in giro per il mondo, diventano quasi sempre eccellenze, portate in palmo di mano da tutte le strutture ove operano.
Noi non intendiamo cadere nella rituale e lacrimevole questione prospettata, perché sappiamo benissimo che in tutte le popolazioni vi sono persone di primo livello e altre, purtroppo la maggioranza, che stanno dietro a chi guida.
Tuttavia, la Questione meridionale, su cui si sono espressi tanti letterati e storici, è vera perché, da tutti i dati statistici, risulta che il Regno delle due Sicilie era in condizioni nettamente migliori del Regno Sabaudo.

Quando vi fu la cosiddetta unificazione d’Italia, la classe dirigente del Nord si affrettò a spogliare il Sud non solo delle proprie ricchezze (Banco di Napoli e Banco di Sicilia), ma anche chiudendo fabbriche, togliendo licenze di trasporti marittimi, svuotando i musei di opere d’arte ed altre nefandezze del genere.
Il perverso meccanismo di trasferimento della ricchezza da Sud a Nord continuò perché tutti i governi che si sono succeduti in 159 anni hanno sempre indirizzato la maggior parte delle risorse verso il Settentrione, cosicché oggi la mappa del Paese è tristemente squilibrata.
La dimostrazione inequivocabile è nei fatti e nel territorio. Il tasso infrastrutturale del Sud e delle Isole è molto meno di un terzo di quello del Nord.
In tutta l’Italia che produce vi sono treni ad alta velocità, in quella parte derelitta che si trova al di sotto di Napoli viaggiano ancora i treni con locomotive diesel, con binario unico, che percorrono le tratte con tempi pari a quelli della diligenza.
Nessuno prova a contrastare questo quadro perché se lo facesse verrebbe preso per pazzo. Eppure nulla si fa per rimettere in equilibrio la situazione.
In questo periodo di epidemia, la sanità ha dimostrato di essere anch’essa squilibrata: più attrezzata nel Nord, meno nel Sud. La spesa pubblica per cittadino nel settore è molto superiore nelle otto regioni del Nord piuttosto che nelle otto regioni del Sud. Per conseguenza, i posti di terapia intensiva sono sproporzionati alla popolazione e così il numero di edifici ed infermieri.
Ma poi, da alcuni viene sempre fuori la questione della sanità pubblica e di quella privata.
Non si capisce cosa importi al cittadino di essere curato nell’una o nell’altra, a condizione che l’assistenza sia del massimo livello possibile. Tanto i Drg (le “fatture” emesse) hanno lo stesso prezzo a carico del Ssn, sia emesse dal settore pubblico che da quello privato.
Dunque, il Sud sembra che costituisca un problema e invece, se vi fossero menti elette e capaci di guardare lontano perché dotate di solide basi storiche, capirebbero che esso è la soluzione per fare aumentare decisamente il Pil dell’Italia.

Viene sventolato il fondo di resilienza, chiamato anche Recovery fund, ma per accedere ad esso ci vogliono progetti, non chiacchere. Non si capisce perché il Governo non dia un indirizzo a tutti gli ottomila sindaci, ai presidenti di Regioni e di Province autonome di redigere progetti con regole europee e, dopo un’opportuna selezione, girarle alla Commissione europea per il relativo finanziamento.
Non è possibile che tutto il Governo sia preso dall’epidemia, fermando tutte le altre attività, fra cui quelle relative alle infrastrutture, che sono il volano dello sviluppo.
Dove c’è maggiore bisogno di infrastrutture? Al Sud. Ecco che aprendo i cantieri di ogni genere in quelle regioni l’occupazione avrebbe un fortissimo rialzo, il Pil esploderebbe e con esso tutte le relative attività manifatturiere del Nord, che invierebbero ai cantieri i loro prodotti e macchinari.
Fra le infrastrutture del Sud avrebbe una rilevanza fondamentale il Ponte sullo Stretto. Ma sembra che il ministro del Sud (incompetente) abbia fatto affondare il progetto, bocciato anche da un Odg parlamentare.

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