Taormina tra post default e lotta agli evasori - QdS

Taormina tra post default e lotta agli evasori

Massimo Mobilia

Taormina tra post default e lotta agli evasori

mercoledì 27 Marzo 2024

Palazzo dei Giurati punta a chiudere entro il primo semestre di quest’anno la procedura legata al dissesto, ma per garantire la stabilità economico-finanziaria dell’Ente occorre lavorare sulle entrate

TAORMINA (ME) – Chiudere il dissesto finanziario entro il primo semestre dell’anno in corso continua a essere il primo degli obiettivi dell’Amministrazione comunale. La situazione di default, dichiarata a luglio del 2021 per far fronte alla massa debitoria pluriennale fino al 2020, volge al termine grazie soprattutto al lavoro messo in atto dalla Commissione straordinaria di liquidazione – nominata dalla Presidenza della Repubblica su proposta del ministero dell’Interno – composta da Lucio Catania, Maria Di Nardo e Tania Giallongo.

La situazione di default volge al termine

Il lavoro si è focalizzato soprattutto sull’accertamento dei crediti vantati nei confronti del Comune e sulla conseguente proposta transattiva ai creditori. Adesso è tempo di bilanci e l’organo di liquidazione ha fornito alcuni dati.

Le richieste di ammissione alla massa passiva sono state 377, per un totale di oltre 108 milioni di euro, comprensivi di interessi e somme ancora sotto giudizio. Grazie al Dlgs numero 254/2000, che consente all’organo di liquidazione di avanzare procedure transattive semplificate, i crediti realmente ammessi sono stati circa 65 milioni di euro, dei quali 37 milioni e 127 mila oggetto di transazione, e di cui 32 milioni di euro già liquidati.

Palazzo dei Giurati ha provveduto inoltre, ad accantonare ulteriori somme per circa 3,8 milioni, mentre la massa attiva, risalente allo scorso ottobre, ammontava a 26 milioni di euro ai quali aggiungere altri 11 milioni trasferiti dal Comune a carico del proprio bilancio.

Taormina verso il pieno risanamento economico

Insomma si tratta di numeri che sembrano finalmente proiettare la città di Taormina verso una situazione di pieno risanamento economico, allontanando lo spettro di ulteriori default o piani di rientro.

Tutto dipenderà adesso dai prossimi mesi e passerà come sempre dalla necessità che i creditori restanti accettino le proposte transattive, che stanno procedendo secondo l’anzianità del credito con percentuali comprese tra il 40% e il 60%. Questo è quello che si augurano i liquidatori, mentre l’Amministrazione del sindaco Cateno De Luca continua la sua politica fiscale incentrata sulla stretta ai tributi locali, attraverso una totale revisione delle bollette di acqua e Tari, oltre alle cartelle relative all’Imu, che hanno assalito la maggior parte della popolazione che non pagava da anni.

Riscossione tributi, mancherebbero all’appello 34 milioni di euro

Con l’approvazione del Bilancio di previsione 2024 e del triennale 2024/2026, lo scorso dicembre si era accertato che la capacità di riscossione dei tributi era ancora ferma sotto il 47%, riferita al totale delle entrate. In particolare, mancano all’appello ogni anno 15 milioni di euro di entrate, con circa il 75% di evasione rappresentato da almeno il 15% di contribuenti locali di fascia ricca-benestante. Al contrario di quel restante 85% di taorminesi che pagano regolarmente le tasse e che rappresentano invece, in proporzione, soltanto il 20 o 25% del valore dei tributi. Con le dovute sanzioni, Palazzo dei Giurati ha calcolato che mancherebbero all’appello qualcosa come 34 milioni di euro.

Insomma, se Taormina si è trovata in dissesto, gran parte del “merito” è dovuto all’evasione fiscale di alcuni contribuenti che si trascinava da anni. Senza dimenticare però che un passaggio fondamentale per il risanamento delle casse comunali è stata la chiusura del Lodo Impregilo, grazie a una maxi transazione da 23 milioni di euro che ha messo la parola fine su un contenzioso durato decenni e che da solo rappresentava circa 40 milioni di euro di debiti per il Municipio.

Palazzo dei Giurati guarda adesso con fiducia al futuro, nella speranza che si possa tornare presto a investire, a cominciare dal fabbisogno di personale di cui il Comune ha urgente bisogno.

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