Tassa di soggiorno più cara, polemica a Siracusa - QdS

Tassa di soggiorno più cara, polemica a Siracusa

Luigi Solarino

Tassa di soggiorno più cara, polemica a Siracusa

sabato 13 Aprile 2024

Associazioni di categoria contro il Comune dopo l’aumento al 4%. L’assessore Coppa al QdS: “Decisione approvata in Consiglio dopo aver ascoltato i rappresentanti delle strutture ricettive”

SIRACUSA – L’amministrazione comunale aretusea ha, recentemente, apportato delle modifiche alla tassa di soggiorno che comportano sulle locazioni brevi e quelle di durata non superiore ai 30 giorni il sistema delle percentuali legata al costo della stanza e l’estensione da 4 a 7 giorni per l’applicazione dell’imposta. La tassa sarà “quantificata in misura percentuale dal 2% al 4% sul costo del pernottamento comprensivo di eventuale colazione, al netto dell’Iva e di eventuali servizi aggiuntivi con il limite massimo di 5 euro a persona per pernottamento”.

Le associazioni aretusee di categoria, Confcommercio-Federalberghi e Confesercenti, in una nota congiunta, esprimono il proprio dissenso sul nuovo regolamento. “L’aumento della tassa di soggiorno con il sistema delle percentuali deliberato dall’Amministrazione Comunale, senza alcuna concertazione o avviso preventivo di questa metodologia di calcolo agli operatori del settore è contro ogni regola di buon senso”, dicono Confcommercio-Federalberghi e Confesercenti.

“Pur avendo apprezzato il coinvolgimento da parte dell’amministrazione – proseguono – nei preventivi tavoli di confronto a cui le due Associazioni provinciali hanno preso parte, dopo le prime settimane dall’approvazione del regolamento, rimane lo stupore per la scelta, mai stata oggetto di discussione ai tavoli, di applicare la tassa in una percentuale legata al costo della stanza”.

La scelta del Comune di Siracusa si scontra con il mondo dell’ospitalità

“In un settore turistico alberghiero in cui l’ospite è sempre più spesso l’organizzatore del proprio itinerario, scegliendo in prima persona le strutture ed i servizi di cui necessita, questa scelta dell’Amministrazione risulta quantomeno discutibile – aggiungono le due associazioni -. Ormai con le tariffe smart che più o meno tutti gli operatori del settore applicano, gestite dai software di intelligenza artificiale, calcolare di volta in volta l’importo della tassa diventa un onere in più per il gestore. La scelta del Comune di Siracusa si scontra con un mondo dell’ospitalità che progredisce e mette a disposizione degli operatori sempre più strumenti di facilitazione dei compiti e degli adempimenti”.

“Mentre l’aumento della tassa è frutto di una scelta condivisa ai fini di migliorare i servizi di accoglienza del turista, con una programmazione di interventi specifici adeguatamente concertati con gli operatori turistici, – concludono – la modifica senza alcun preavviso delle modalità di calcolo della tassa rappresenta un modo di agire sbagliato nei termini, in quanto ci sono già prenotazioni a sistema per la nuova stagione turistica avviata. Confcommercio-Federalberghi e Confesercenti suggeriscono all’amministrazione di convocare nuovamente gli operatori e chiedono dei correttivi da mettere subito in campo per non rischiare un effetto boomerang che non farà bene all’immagine della città”.

L’assessore a Bilancio, entrate e servizi fiscali, Pietro Coppa, interpellato dal QdS, replica: “La Giunta aveva proposto l’individuazione di un sistema di imposizione dell’imposta di soggiorno ancorato alla classificazione catastale. La Commissione consiliare competente dopo un lungo e laborioso istruttorio e, dopo avere ascoltato in seno alla Commissione stessa i rappresentati delle strutture ricettive, si è determinata all’unanimità e con una sola astensione di proporre al Consiglio comunale l’applicazione di un sistema percentuale legato al corrispettivo pagato da chi soggiorna nella nostra città”.

“I soggetti rappresentanti in sede di audizione alla Commissione hanno formulato il loro intendimento sulle modifiche regolamentari proposte rappresentando il loro legittimo punto di vista. La maggioranza del Consiglio comunale ha aderito alla proposta della Commissione. Credo che sia utile ricordare che la norma di legge prevede espressamente di applicare l’imposta di soggiorno a carico di coloro che alloggiano nelle strutture ricettive situate sul proprio territorio, secondo criteri di gradualità in proporzione al prezzo, sino a 5 euro per notte di soggiorno. La percentuale sul prezzo è sicuramente un criterio aderente allo ‘ratio’ della legge e, a parere mio, tutt’altro che iniquo”, conclude.

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