Teatro antico di Taormina, serate no profit riservate al Comune - QdS

Teatro antico di Taormina, serate no profit riservate al Comune

Massimo Mobilia

Teatro antico di Taormina, serate no profit riservate al Comune

mercoledì 28 Febbraio 2024

La Regione ha concesso all’Amministrazione taorminese l’utilizzo esclusivo per cinque serate al mese durante il periodo estivo. Gli introiti serviranno soltanto a coprire i costi degli eventi

TAORMINA (ME) – Cinque serate al mese concesse dalla Regione siciliana al Comune per l’utilizzo esclusivo del Teatro Antico durante il periodo estivo. Se n’era discusso nei mesi precedenti, contestualmente al tira e molla tra il sindaco della Perla, Cateno De Luca, e l’assessorato regionale ai Beni culturali, riguardo modalità e gestione del primo sito archeologico per visitatori in Sicilia.

Adesso è arrivata la conferma, con Palazzo dei Giurati che ne prende atto e che, con apposita delibera di Giunta (n. 32 del 19 febbraio), ha messo nero su bianco un atto di indirizzo finalizzato proprio a “individuare i criteri per l’assegnazione ad operatori economici esterni della gestione del Teatro Antico nelle giornate gratuite concesse al Comune”.

Le linee guida dell’amministrazione comunale dicono, in particolare, che il Teatro potrà essere affidato a soggetti pubblici, enti o associazioni no profit, per finalità che non abbiano scopo di lucro, ed eventuali raccolte fondi dovranno essere autorizzate e rendicontate. In ogni caso – e questo è ritenuto un passaggio fondamentale – gli introiti dovranno essere destinati esclusivamente a coprire i costi, con “possibilità di contingentare le bigliettazioni”. Il Comune si riserva inoltre la possibilità di non accettare, a suo insindacabile giudizio, ogni tipo di richiesta ritenuta non conforme all’utilizzo sociale del bene. Il soggetto fruitore dovrà in ogni caso farsi carico dei costi, inclusi quelli che il Parco archeologico di Naxos richiederà per le spese. Patti chiari e amicizia lunga – verrebbe da dunque da dire – stando a quanto manifestato dai vertici comunali, nel rispetto della legge regionale che, nel caso specifico, dice che i Parchi archeologici sono autorizzati a stipulare con i Comuni nel quale ricadono i beni, delle convenzioni che prevedono “l’onere del 15% degli incassi dalla vendita dei biglietti, per un importo comunque non superiore a 600mila euro annui”.

De Luca vuole entrare in pieno possesso del Teatro Antico

Le intenzioni di De Luca sono quelle di entrare in pieno possesso della gestione del bene culturale, soprattutto dopo l’uscita da TaorminaArte e la creazione della nuova fondazione “Taormina in the World & Giuseppe Mazzullo Foundation”. Difatti i rapporti tra Palazzo dei giurati e Palermo non sono particolarmente felici, e ruotano attorno proprio alla gestione del monumento greco romano. Un’antipatia aggravata dal fatto che il Comune avanzerebbe ancora qualcosa come 2,8 milioni di euro relativi al periodo che va dal 2014 al 2016, stando alla convenzione vigente in quel periodo sulla base della Legge numero 10/99. Risorse che corrispondono al 30% dei ticket d’ingresso, ma che la Regione ha sempre negato di riconoscere, provocando una contesa legale tutt’ora in corso, e rifiutando anche la mediazione proposta dai commissari liquidatori dell’ente.

No ai concerti a luglio e agosto

Senza dimenticare la battaglia condotta dal sindaco per evitare che il Teatro venga “venduto” per eventi di massa nei mesi di luglio e agosto. Lo ha ribadito più volte De Luca, ritenendo che la città di Taormina non riesca a soddisfare, in termini di viabilità, pulizia e sicurezza, l’afflusso che migliaia di spettatori al Teatro determinano in aggiunta alle migliaia di turisti permanenti che affollano la capitale del turismo siciliano nei mesi più caldi dell’anno.

Se non fosse che nell’ultima Finanziaria regionale sono passate alcune agevolazioni, grazie agli emendamenti proposti da Sud chiama Nord, secondo i quali “qualora un bene immobile di competenza del Parco (in questo caso il Teatro Antico) venga dato in concessione a privati per attività aventi scopo di lucro, è riconosciuto per ogni singola concessione al Comune nel cui territorio ricade il bene concesso il 50% dell’importo sostenuto dal concessionario a titolo di canone concessorio”. Un’altra norma approvata lo scorso luglio prevede inoltre che il Parco archeologico debba corrispondere al Comune nel quale ricade il bene anche il 15% sullo sbigliettamento per le visite ordinarie. Misure sulle quali l’amministrazione comunale ha basato l’atto di indirizzo adesso reso pubblico.

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