Tony Yesss O’ scià di Lampedusa

Tony Yesss O’ scià di Lampedusa

Daniele D'Alessandro

Tony Yesss O’ scià di Lampedusa

Giovanni Pizzo  |
domenica 07 Aprile 2024

Se n’è andato, forse Baglioni, che con lui suonava, scriverà una canzone su di lui: il tributo a Antoine Michel, per noi tutti Tony Yesss,

Per noi che lo conoscevamo, che lo apprezzavamo nelle sue varie espressioni, tra cui il mitico ristorante Gemelli di Lampedusa, Tony era Yesss, il suo saluto sibilante a tutti i suoi amici, avventori, ascoltatori. Tony era O’scià, il respiro, che qui viene chiamato sciatu, di questa Isola tra l’Africa e l’Europa. Lui, nato a Tunisi da genitori italiani, sua madre volata in cielo prima di lui, suo padre, il mitico Manù, ancora oggi, nel dolore, colonna d’Ercole del Gemelli, era il cantore di questo melting pot geosociale a forma di zattera nel Mediterraneo. Una vita da giramondo, sempre insieme alla sua famiglia, gli anni a Torino dove il padre lavorò per un certo periodo alla Fiat, e la sorella Roselyn, amica di Boniperti, alla Juventus. Poi i ristoranti di famiglia, da Milano a Cannes e perfino a Turks&Caicos, dall’altro capo del mondo, a dividere pani e pesci ai ricchi yacht dei Caraibi.

Ma fondamentalmente Tony era un’artista, la sua canzone più nota, Sharabià, un esperanto di lingue del Mare Nostrum, era diventata la sigla di un noto programma di viaggi di Licia Colò. Sapeva cantare, suonare, cucinare, aveva aperto ristoranti in mezzo mondo, ma Lampedusa era la sua Zante, il luogo cuore, il suo respiro.

Quel respiro che ieri è mancato a Tony Costanza, in arte Antoine Michel, per noi tutti Tony Yesss, quell’affermazione di vita, fuori dagli schemi, fuori dalla Storia, dalla Geografia, in quella landa di confine. Era uomo di frontiera senza bandiera Tony, per questo ci piaceva tanto, era uomo di mondo e del mondo, era frizzante, certamente non sobrio di affetto per amici, clienti, viaggiatori di paesaggio. Il suo Gemelli era il Checkpoint Charlie del Mediterraneo, il confine tra due continenti, e lui lì ti aspettava seduto con la sua chitarra, con il suo idioma comprensibile a chiunque avesse sensibilità, con il suo o’ scià.

Se n’è andato, forse Baglioni, che con lui suonava, scriverà una canzone su di lui. Tutti quelli che lo hanno conosciuto, se dal cielo ci chiederà di ascoltare un’altra canzone, un’altra storia, gli diremo: Yesss

Così è se vi pare

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