Turismo, stop ai cavalli che trainano le carrozze: il ddl arriva all'Ars

Turismo, stop ai cavalli che trainano le carrozze: il ddl arriva all’Ars. La replica: “Dismetterle? Non esiste”

Antonino Lo Re

Turismo, stop ai cavalli che trainano le carrozze: il ddl arriva all’Ars. La replica: “Dismetterle? Non esiste”

Simone Olivelli  |
mercoledì 27 Settembre 2023

Il disegno di legge sul divieto di utilizzo dei cavalli per fini di trasporto turistico ha come firmatario il deputato regionale Ismaele La Vardera

Dopo le notizie di cronaca e le foto rimbalzate nei social che ritraevano i cavalli stramazzati al suolo in giro per la città, Palermo potrebbe presto dire addio al servizio turistico basato sulle carrozze trainate da equidi. La proposta è stata depositata nei giorni scorsi all’Assemblea regionale siciliana dal gruppo Sud chiama Nord e arriva dopo un’estate in cui il problema dello sfruttamento degli animali, spesso costretti a lavorare in condizioni proibitive per il caldo estivo, ha occupato le pagine dei giornali in più di un’occasione.

Il ddl a firma La Vardera

Presentato da tutto il gruppo che fa capo a Cateno De Luca, il disegno di legge sul divieto di utilizzo dei cavalli per fini di trasporto turistico ha come firmatario il deputato regionale Ismaele La Vardera. Il testo si compone di cinque articoli e, com’è naturale, riguarda tutti i Comuni dell’isola. “Con questo disegno di legge riteniamo urgente scendere in campo in difesa dei poveri cavalli costretti a subire ogni forma di abuso e sofferenza – si legge nella relazione che accompagna il ddl – ogni giorno assistiamo a scene di cavalli che stramazzano al suolo, poiché stremati dalla fatica e dalle temperature estreme e, purtroppo, impotenti, li guardiamo anche morire a causa della cupidigia dei proprietari senza scrupoli”.

La proposta prevede la revoca delle licenze per il trasporto di persone con veicoli a trazione animale dopo un anno dall’approvazione della legge. Ai possessori, tuttavia, verrebbe data la possibilità di convertire le stesse. “Al fine di non danneggiare economicamente i proprietari degli animali da traino – continua la relazione – è previsto che gli attuali titolari di licenza di trasporto per il traino animale possano riconvertire l’attuale attività in una licenza di servizio di piazza con taxi tradizionali o con veicoli a trazione elettrica o con altri mezzi che escludano comunque l’impiego di animali”.

Divieto di macellazione

La dismissione del servizio aprirebbe inevitabilmente la questione riguardante il destino degli animali fin qui utilizzati per il servizio di trasporto. Sul punto, considerate le abitudini alimentari diffuse in Sicilia, il disegno di legge stoppa qualsiasi ipotesi di impiego nella ristorazione: “È vietato destinare alla macellazione gli equidi dismessi – si legge all’articolo 3 testo legislativo – Tale divieto deve essere indicato nel documento di identificazione di ciascun cavallo”. Ai proprietari, dunque, spetterà l’onere di garantire adeguate condizioni di vita agli animali, con la possibilità di affidarli ad associazioni di tutela “ai fini del ricovero presso idonee strutture”. Per chi, invece, si ostinasse a sfruttare i cavalli la prospettiva è quella di andare incontro alla confisca del mezzo e a una sanzione pecuniaria.

A Palermo si lavora a una soluzione

A prescindere da quel che sarà del disegno di legge presentato da Sud chiama Nord – i tempi di discussione da parte dell’Assemblea regionale siciliana non sono quasi mai facilmente prevedibili – il Comune di Palermo potrebbe lavorare autonomamente a una soluzione di quello che per molti è diventato un problema. Dopo l’ordinanza che a luglio ha previsto, fino al 30 settembre, delle limitazioni all’attività lavorativa che prevede l’uso dei cavalli – un massimo di otto ore quotidiane per esemplare e un carico trainato che non può superare il doppio del peso dell’animale, oltre all’obbligo della presenza a bordo di un’adeguata scorta di acqua – la giunta guidata dal sindaco Roberto Lagalla valuta modifica del regolamento. L’indirizzo, a detta dell’assessore alle Attività produttive Giuliano Forzinetti, è lo stesso: favorire e sostenere la conversione delle attività, sostituendo gli animali con mezzi elettrici. “Ci sono interlocuzioni con l’associazione di categoria che rappresenta i possessori delle licenze – spiega al QdS l’assessore – Da parte nostra c’è tutta la volontà di accompagnare il processo di cambiamento anche con lo stanziamento di risorse che aiutino gli operatori del settore”.

Molto più cauto Ottavio Zacco, consigliere di maggioranza e presidente della commissione alle Attività produttive. “Trattandosi di modifiche al regolamento, la competenza è del consiglio comunale e al momento – sottolinea al QdS – non si è ragionato sull’ipotesi di una dismissione del servizio, ma su una ridefinizione della disciplina del settore nell’interesse di tutte le parti in gioco”. Chi, invece, chiude la porta al cambiamento è Giuseppe Urso, presidente della cooperativa Trinacria che rappresenta i cocchieri che offrono il servizio ai turisti. “Divieto di usare i cavalli? Non è neanche una possibilità da valutare. La politica – commenta Urso al QdS – dovrebbe capire che parliamo di una pratica che è tradizione in Sicilia. Non siamo disponibili a trattare alcuna conversione, mentre da parte nostra c’è tutto l’interesse a sederci un tavolo per trovare le modalità tramite cui migliorare il servizio. E ciò – prosegue Urso – deve passare dalla realizzazione di aree di sosta attrezzate per i cavalli, dai parcheggi e dalle fontanelle”.

Per il portavoce dei cocchieri, a Palermo non ci sarebbe alcuna emergenza legata al benessere dei cavalli. “Ognuno di noi li tratta come se fossero componenti della famiglia, c’è tanta disinformazione sul tema, acuita anche da certi contenuti che circolano sui social e che non raccontano la realtà dei fatti – va avanti Urso –. I dati dicono che i nostri cavalli vivono di più di quelli in attività agonistica, sono forniti di certificazioni sanitarie rilasciate dall’Asp e gli esperti dicono che fino ai 37-38 gradi possono lavorare senza subire stress”. Al netto dell’attaccamento alla tradizione e a un mestiere che si tramanda di generazione in generazione, i cocchieri ne fanno anche una questione economiche. “Con il Covid ci hanno imposto la sostituzione delle carrozze, c’è chi ancora sta pagando le rate e ora qualcuno tira fuori l’idea di dismetterle? Non esiste”, conclude.

Gli animalisti: “Basta con lo sfruttamento”

Di avviso diametralmente opposto è la sezione palermitana della Lav, la lega antivivisezione. Gli attivisti hanno già manifestato pubblicamente la propria contrarietà alla pratica delle carrozze trainate dai cavalli. “Non è accettabile un servizio basato sullo sfruttamento degli animali e le cronache dicono che gli animali soffrono”, dichiara al QdS la responsabile Lav Palermo Giorgia Matesi. Che poi si dice favorevole all’idea di sostenere economicamente il passaggio verso l’uso di mezzi elettrici. “Riteniamo doveroso stare vicino ai lavoratori e per questo speriamo che il Comune investa risorse a loro sostegno, ma è fondamentale – conclude Matesi – fermare una volta per tutte e sofferenze dei cavalli”.

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