Tutto è finito... - QdS

Tutto è finito…

Pino Grimaldi

Tutto è finito…

sabato 13 Febbraio 2021

…..non parlar non dirmi niente/già da un pezzo l’ho capito/che il finale era imminente!
Pare siano i versi scritti da Antonio De Curtis (1950) le ultime frasi pronunciate da “Giuseppi Conte” dopo che il Presidente della Camera aveva fallito il mandato esplorativo e dunque il Capo dello Stato passava la mano ad altri.

Ma quando la Regione Toscana gli ha rifiutato il seggio del Pd reso vuoto da Padovan, ha sbottato: troppo.
Seguito da un altro sbottamento, quello di Draghi, che Grillo voleva aspettasse i risultati della “Rousseau” per sapere se gli iscritti approvavano l’ingresso in maggioranza con un “superministero di transizione ecologica”.

Il comico ha capito con che uomo aveva da fare ed ha anticipato la votazione al giovedi. Risultato: 74.309 iscritti, 59,3% SI e 40,7% NO: umiliata la democrazia rappresentativa! Il tutto in una settimana di carnevale ma anche di passione politica. Le virgole e punti e virgola del chiacchiericcio, necessario, ma eccessivo – quasi a compensare il silenzio del premier incaricato – non spiegano come si sia passati dal “Conte o morte” di PD, M5S, LEU, affiliati od in prestito (sic !)ad un coro verdiano di osanna, accettazione senza condizioni – escluso FdI – del governo Draghi ora in dirittura d’arrivo.

Cambio di un’epoca dopo 67 governi che dalla liberazione in poi hanno guidato l’Italia che non ha mai avuto il tempo di accorgersi che l’inquilino di Palazzo Chigi cambiava. Non questa volta. Dal Novembre scorso un intenso lavorio sotterraneo ha coinvolto, in un silenzio degno del SIS – intelligence service inglese -, esponenti politici per fare uscire un parlamento cristallizzato ideologicamente dal tilt. Il nome di “super Mario” in casa e fuori, comincia ad apparire già a Settembre scorso ma con tutti a dire che mai il gentiluomo avrebbe accettato e che soprattutto i partiti mai avrebbero “calato la fronte al massimo fattore”.

Avviene però che Italia Viva ad un certo punto sottrae alla maggioranza i propri voti. Ed il deus ex machina, chiamandosi Matteo, ritorna all’avvocato del popolo quanto aveva fatto ad altro di eguale nome. Tutti a dire: pura casualità. Il nocciolo del piano fu chiaro a pochi: ovviamente disattesi. Far cadere Conte, minaccia di elezioni, intervento del Quirinale per governo di unità nazionale, chiamata di Draghi per salvare il Paese e nel Febbraio 2022, a Mattarella scaduto e senza voglia di ripresentarsi, eleggerlo Presidente della Repubblica.

Nel frattempo – da ora ad allora – preparare un delfino che possa governare fino a termine legislatura nel 2023. Romanzo d’appendice? Possibile. Complotto? No, assolutamente. Ma gioco borderline dalla politica che deve assicurare il bene del Paese. Tutti negano. Ma se la pandemia nel frattempo scema, la ripresa economica si appalesa, le scuole funzionano e tutti possono prendere una boccata d’aria buona, l’ipotetico accadrà.
Ed il Vangelo – politico – di Matteo batterà gli altri, sinottici si, ma obsoleti. Amen.

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