La Direzione ha appaltato i lavori per il recupero della vasca necessaria per l’assistenza ai portatori di handicap. Una volta affidati i lavori questi dovrebbero concludersi entro un mese
CATANIA – Sta per concludersi positivamente, dopo oltre quattro mesi di chiusura forzata, la vicenda della piscina di fisioterapia e recupero dell’Unità spinale dell’ospedale delle emergenze “Cannizzaro”. La direzione generale dell’azienda ospedaliera, proprio in questi giorni, ha avviato l’iter per l’affidamento dei lavori per il ripristino delle condizioni di sicurezza della vasca che ad ottobre avevano reso necessarie la chiusura dell’impianto tra le proteste di associazioni, di centinaia di portatori di handicap in cura e dello stesso reparto che utilizza la piscina per il recupero delle persone affette da disabilità e di coloro che hanno subito traumi midollari, ma sono ancora passibili di un recupero totale o parziale.
In una nota, la direzione dell’azienda, guidata dal commissario Salvatore Giuffrida, spiega adesso che la procedura appena avviata sarà la più veloce possibile: “La problematica della sospensione delle attività di idrochinesiterapia svolte nell’Unità Spinale Unipolare – si legge nel comunicato – è stata affrontata tempestivamente dalla Direzione dell’Azienda Cannizzaro, con l’obiettivo di individuare la migliore soluzione da adottare, in termini di efficacia e sostenibilità dell’opera. Dopo approfondite valutazioni tecniche ed economiche, è stata avviata nei giorni scorsi la procedura di affidamento dei lavori volti al ripristino funzionale della piscina, ubicata al piano 4 dell’edificio S. L’Ufficio Tecnico ha stimato una durata di lavori, che avranno inizio fra alcuni giorni, di circa un mese“.
“La Direzione aziendale – conclude il comunicato – ha dato indicazioni affinché l’intervento di ripristino possa restituire la fruibilità della piscina nel più breve tempo e con la massima sicurezza possibile, nella consapevolezza dell’indispensabile ruolo delle attività riabilitative in acqua per i pazienti con lesione midollare, e in generale per le persone affette da disabilità”.
Adesso sarà importante seguire lo stato di avanzamento dei lavori e vigilare affinché i tempi previsti vengano rispettati e non si arrivi a un rallentamento o addirittura a una loro sospensione. Quattro mesi fa c’erano state alcune infiltrazioni di acqua a far richiedere l’intervento dei tecnici dell’ospedale che a quel punto aveva disposto la chiusura della piscina, il suo svuotamento e l’avvio di verifiche sulla stabilità, visto e considerato che la piscina è stata realizzata all’ultimo piano dell’edificio “S” che, oltre ad ospitare l’Unità spinale, ha al suo interno anche il reparto Utir (la terapia intensiva respiratoria). Le procedure di ripristino si sono rivelate piuttosto lunghe, soprattutto, sembra, per l’individuazione del capitolo di spesa per la messa in sicurezza dell’impianto.
Nel frattempo, però, le lamentele non si sono fatte attendere e col passare dei mesi sono aumentate. Le proteste sono arrivate da numerose associazioni, come Aism (Atrofia muscolare spinale), All Sporting (Che si occupa di sport per disabili), Auspica (Associazione Unità spinale Cannizzaro) e Cip (Comitato italiano paraolimpico). A stigmatizzare per i ritardi anche molti portatori di handicap, costretti in assenza dell’impianto a cercare una piscina privata che offrisse i parametri di assistenza ai disabili, oltre a numerosi genitori di bimbi affetti da patologie invalidanti che hanno perenne bisogno della ginnastica in acqua. L’allenamento in vasca è considerato una delle terapie più importanti per il recupero motorio di persone che presentano problematiche midollari e in questi mesi molti cicli di recupero avevano subito se non proprio uno stop un rallentamento.
Associazioni soddisfatte ma attendono i fatti
L’imminente affidamento dei lavori fa tirare un sospiro di sollievo a tutto lo staff dell’Unità spinale che in questo lungo periodo di sosta forzata della vasca ha dovuto allo stesso tempo mediare con numerosi genitori e disporre cicli di ginnastica acquatica lontano dal controllo dei fisioterapisti della struttura. Sembra, ma non ci sono conferme, che i tecnici abbiano fatto presente alla direzione che la problematica maggiore sarebbe stata riscontrata per il fatto che la piscina, quando tanti anni fa è stata edificata la palazzina S, è stata realizzata al quarto piano dell’edificio. Se questa fosse stata costruita al piano terra o addirittura su un piano sotterraneo l’impianto sarebbe stato ancora fruibile. Il fatto invece di trovarsi all’ultimo piano dello stabile avrebbe comportato micro fratture nella impermiabilizzazione della vasca con infiltrazione di acqua anche in alcune fondamenta. Nessun pericolo statico è stata riscontrato, ma la necessità di procedere all’immediato svuotamento della vasca si è reso assolutamente necessario.