Upi: “Dal caos Province forte instabilità istituzionale” - QdS

Upi: “Dal caos Province forte instabilità istituzionale”

redazione

Upi: “Dal caos Province forte instabilità istituzionale”

venerdì 19 Luglio 2019

In Sicilia sono state commissariate dal 2013 e la conseguenza è stata portare i servizi al collasso. “Sei miliardi di euro per rimettere in sicurezza il Paese, aprire cantieri e favorire lo sviluppo locale”

ROMA – Solo 26 centesimi annui a cittadino è stato il risparmio determinato dalla Riforma della Province del 2015. Ad affermarlo è l’Unione Province d’Italia (Upi) durante l’iniziativa “Le Province oggi e domani: semplificare il Paese, migliorare i servizi, presidiare il territorio”.

Raffrontando “l’unico risparmio della Legge 56/14 accertato”, i 52 milioni di cancellazione dell’indennità degli organi politici con l’aumento di 36 milioni dei costi del personale transitato nelle Regioni e nei ministeri (oltre 12.000 ex dipendenti provinciali che hanno avuto un premio di produttività in media più alto di 3.000 euro), la differenza è un risparmio di 16 milioni, pari allo 0,001 della spesa pubblica e quindi a 26 centesimi annui per ogni italiano. Di contro – afferma l’Upi – la riforma ha provocato un taglio ‘drammatico’ alle risorse che ha “praticamente bloccato” per cinque anni la manutenzione ordinaria dei 130 mila chilometri di strade e dalle oltre 7.000 scuole secondarie superiori in gestione: con – 43% alla spesa corrente e -71% di risorse per gli investimenti dal 2013 al 2018.

Ed ancora, secondo l’Upi, la Riforma ha provocato “una forte instabilità istituzionale” dovuta al sistema elettorale tanto che dal 2014 ad oggi si sono svolte “ben” 11 tornate elettorali provinciali. Mentre nelle Regioni a Statuto speciale è “ancora il caos”: in Friuli Venezia Giulia le 4 Province sono diventate 18 Uti-Unioni Territoriali Intercomunali; le Province della Sardegna e della Sicilia sono commissariate dal 2013 e i servizi sono “al collasso”.

Ma l’Upi rilancia e annuncia: ‘Noi abbiamo un piano, con 6 miliardi di investimenti si rimette in sicurezza il Paese, si possono aprire cantieri per piccole opere pubbliche e favorire lo sviluppo locale”, con progetti già pronti e immediatamente cantierabili.

Il piano prevede 1.712 progetti per mettere in sicurezza strade provinciali, ponti, viadotti e gallerie per 2,5 miliardi; 1.092 progetti per mettere in sicurezza altrettante scuole secondarie superiori per 2,6 miliardi; 1.918 ponti e viadotti su cui le relazioni tecniche attestano la necessità di interventi urgenti di messa in sicurezza per 730 milioni; 14.089 ponti, viadotti o gallerie che necessitano di indagini tecnico diagnostiche approfondite con una stima di fabbisogno di 566 milioni.

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