Variante R.1, nuovo allarme Covid, "resistente ad anticorpi" - QdS

Variante R.1, nuovo allarme Covid, “resistente ad anticorpi”

Luigi Ansaloni

Variante R.1, nuovo allarme Covid, “resistente ad anticorpi”

giovedì 23 Settembre 2021

Questa variante “arriva dal Giappone” e conterrebbe mutazioni in grado di migliorare la sua “trasmissione, replicazione e soppressione immunitaria”

Una nuova variante di Covid allerta gli scienziati. Questa nuova mutazione si chiamerebbe R.1 ed avrebbe infettato 44 persone in una casa di riposo negli Stati Uniti.

INFEZIONI SU VACCINATI

Il problema è che molte di queste infezioni si sono verificate in individui completamente vaccinati, e dunque i sieri attuali offrirebbero contro questa variante una bassa protezione.

La brutta notizia è completata dalla precisazione che questa variante “arriva dal Giappone” e conterrebbe mutazioni in grado di migliorare la sua “trasmissione, replicazione e soppressione immunitaria”.

La R.1 però non sarebbe ancora presente nell’elenco dell’Oms (Organizzazione mondiale della Sanità) delle mutazioni che preoccupano, ma alcuni esperti non nascondono i loro timori.

LA SITUAZIONE IN ITALIA

A parte la variante Mu (un solo caso però identificato) in Italia, e quelle già note come la Delta o l’Inglese o quella di Wuhan, non se ne segnalano altre. Per evitare che ce ne siano in futuro, tuttavia, l’ISS (Istituto Superiore di Sanità) non si stanca di suggerire l’osservanza delle norme anti covid e – ovviamente – la vaccinazione.

“La maggior parte dei Paesi nel mondo sta riaprendo, ma questa scelta dettata da esigenze economiche lascia il campo libero alla circolazione del virus SarsCoV2 e, di conseguenza, alza le probabilità che possano comparire mutazioni capaci di dare origine a nuove varianti pericolose, più infettive e capaci di sfuggire ai vaccini”, dicono gli scienziati.

LE VARIANTI SORVEGLIATE

Una sorvegliata speciale è la Lambda, identificata per la prima volta in Sudamerica e già largamente presente in tutta l’America settentrionale fino al Canada.

A sollevare l’attenzione sull’incognita delle varianti è l’articolo pubblicato sulla rivista Current Biology dal gruppo di ricerca dell’Agenzia per la Sanità pubblica del Canada coordinato da Sarah Otto.

A mettere in guardia dalle varianti è intervenuto in Gran Bretagna anche Andrew Pollard, direttore del Centro Vaccini dell’Uniiversità di Oxford e fra i ricercatori che hanno contribuito a mettere a punto il vaccino prodotto da AstraZeneca: secondo Pollard l’immunità di gregge “non è una possibilità” a causa delle varianti che, come la Delta, continuano a diffondere il contagio anche in una parte di persone vaccinate. Secondo l’esperto ulteriori varianti ancor più aggressive non sono da escludere.

Le varianti dovrebbero essere tutte delle sorvegliate speciali anche secondo il virologo Francesco Broccolo, dell’Università di Milano Bicocca: “i vaccini stanno riducendo drasticamente il numero di decessi e ricoveri, ma le varianti stanno annullando l’effetto positivo dei vaccini”.

IL PERICOLO MU

L’Organizzazione mondiale della sanità sta già monitorando una nuova variante del coronavirus, soprannominata ‘Mu’, identificata per la prima volta in Colombia nel gennaio scorso.

La variante – B.1.621 secondo la nomenclatura scientifica –
è stata finora classificata come “variante da seguire”, si legge sul
bollettino epidemiologico.

L’Oms sottolinea che ‘Mu’ presenta mutazioni che potrebbero
indicare un rischio di “fuga immunitaria” (resistenza ai
vaccini,ndr), e aggiunge che sono necessari ulteriori studi per comprenderne
meglio le caratteristiche.

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